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Quercus suber
L.
La sughera è un albero sempreverde originario dell'Europa sud-
occidentale e dell'Africa nord-occidentale, da tempi remoti
naturalizzato e spontaneo in tutto il bacino occidentale del
Mediterraneo Si tratta di una specie termofila che predilige
ambienti caldi e moderatamente siccitosi, rifuggendo la siccità
estrema o le frequenti gelate invernali. Vegeta prevalentemente su
suoli derivati da rocce silicee acide, diventando sporadica su suoli
basaltici e calcarei. La vita media è di 250-300 anni, ma diminuisce
negli esemplari sfruttati per il sughero. Nell'Orto Botanico di
Torino la specie è stata segnalata per la prima volta in coltivazione
nel 1816 e nel 1821. Successivamente se ne trova menzione nella
seminagione generale del 1880, quando vennero seminati i semi
provenienti da Roma. Attualmente sono presenti in coltivazione
due esemplari che potrebbe proprio risalire alla fine dell'800.
Mostrano infatti diametri prossimo ai 60 cm, tale da avere i requisiti per l'inserimento tra gli alberi monumentali della
città di Torino secondo quanto previsto dalla Legge Regionale n°50 del 1995 (e sue modifiche con L.R. n°4 del 2009)
recepita dal relativo Regolamento del Comune di Torino. Nel verde pubblico torinese monumentale è l'esemplare del
parco della Tesoriera. La caratteristica più evidente della sughera è il notevole sviluppo in spessore del ritidoma, che
non si distacca mai dalla corteccia, formando un rivestimento detto 'sughero'. Il sughero si presenta di colore grigio-
rossastro nei rami di alcuni anni d'età, prima con screpolature grigio-chiare, poi sempre più larghe e irregolari a causa
della trazione tangenziale provocata dall'accrescimento in diametro del fusto. Dopo diversi anni il sughero forma una
copertura irregolare e spugnosa di colore grigio, detta comunemente sugherone o sughero maschio. Dopo la rimozione
del sughero maschio, il fellogeno produce ogni anno nuovi strati di tessuto sugheroso che formano un rivestimento più
compatto e più regolare, detto sughero femmina o gentile. Il nome generico, già in uso presso gli antichi, sembra
ricollegarsi alla radice indoeuropea che il latino condivide con le parole celtiche 'kaer' e 'quer' (bell'albero), cioè 'l'albero
per eccellenza', ma anche con analoghi termini greci riferiti alla rudezza del legno delle piante appartenenti a questo
genere; il nome specifico è quello latino del sughero. Forma biologica: fanerofita scaposa (fanerofita cespugliosa).
Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Sassafras albidum
(Nutt.) Nees
Il sassofrasso, o sassafrasso, è una specie nativa della parte
orientale del Nord America, dal Maine e Ontario meridionali sino
allo Iowa alla Florida e al Texas orientale. In Europa viene a volte
coltivato come pianta ornamentale per le foglie di forma insolita e
dal profumo aromatico. Nell'Orto Botanico di Torino la specie è
stata segnalata per la prima volta in coltivazione con il nome di
Laurus sassafras
nel 1821. Attualmente è presente in coltivazione
un solo esemplare avente diametro pari a 66 cm, tale da avere i
requisiti per l'inserimento tra gli alberi monumentali della città di
Torino secondo quanto previsto dalla Legge Regionale n°50 del
1995 (e sue modifiche con L.R. n°4 del 2009) recepita dal relativo
Regolamento del Comune di Torino. Il legno, di colore bruno-
arancio, duro e resistente, era utilizzato per costruire pali e
traversine ferroviarie, piccole imbarcazioni e gioghi per gli aratri;
oggi sia pur raramente viene usato per la costruzione di mobili. Un
olio essenziale, chiamato olio di sassofrasso, è distillato dalla
corteccia della radice e dal frutto e veniva utilizzato in profumeria e
per la produzione di dolciumi. La radice era usata per produrre un the aromatico e la bevanda gassata, popolare in
America settentrionale, chiamata 'root beer'. Prima del ventesimo secolo, il sassofrasso godeva di grande reputazione
nella letteratura medica e veniva apprezzato anche per migliorare il sapore di altri farmaci. L'olio di sassofrasso è però
ricco di safrolo, una sostanza oggi riconosciuta come un potenziale cancerogeno, per cui l'uso di questa pianta a scopo
alimentare è stato bandito. Inoltre, il safrolo è spesso utilizzato dai laboratori clandestini per sintetizzare diverse droghe.
Il nome generico sembra essere una corruzione della parola spagnola per 'sassifraga'. Forma biologica: fanerofita
cespugliosa/ fanerofita scaposa.
Sequoia sempervirens
(D. Don) Endl.
La sequoia sempreverde è un albero originario della parte occidentale del Nord America, ove cresce spontaneo lungo
una ristretta fascia costiera tra la California e l'Oregon. Nell'Orto Botanico di Torino la specie è stata segnalata per la
prima volta in coltivazione con il nome nel 1881 e nel 1882 quando vennero seminati semi provenienti da Coimbra,
Modena e Breslam. Attualmente è presente in coltivazione un solo esemplare avente diametro pari a circa 65cm. È uno
degli alberi più alti del mondo: può superare i 100 metri di altezza ed è anche uno tra i più longevi: può vivere oltre