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latino significa 'sommerso'. Forma biologica: idrofita radicante. Periodo di
fioritura: giugno-settembre.
Chrysopogon gryllus (L.) Trin.
La trebbia maggiore, o barbadoro, è una specie a vasta distribuzione
sudeuropeo-sudsiberiana presente in tutte le regioni dell'Italia centro-
settentrionale, in Puglia, in Calabria e forse in Basilicata. Cresce in prati aridi a
carattere steppico, su suoli da superficiali a mediamente profondi, spesso
decalcificati ma ricchi in basi, aridi d'estate, dal livello del mare a 1000 m
circa. Il nome generico deriva dal greco e significa 'barba d'oro' a causa del
colore delle spighette; il nome specifico si riferisce ai grilli, che spesso abitano
i luoghi erbosi in cui cresce la pianta. Forma biologica: emicriptofita cespitosa.
Periodo di fioritura: giugno-luglio.
Cichorium intybus L.
Il radicchio selvatico, o cicoria selvatica, è una specie a distribuzione
eurasiatico-sudeuropea di antica introduzione ai limiti dell'areale (è il
progenitore del radicchio coltivato), presente in tutte le regioni d'Italia. Cresce
in ambienti più o meno disturbati, lungo le strade, nei centri abitati, su
scarpate, negli incolti, in giardini e parchi, su suoli piuttosto primitivi, con
optimum al di sotto della fascia montana. Le foglie giovani sono commestibili,
soprattutto da cotte; l'uso della radice tostata come surrogato del caffè fu
introdotto a scopo terapeutico dal botanico e medico padovano Prospero Alpini
nel 1600 circa; in seguito, a partire dal 1690 circa, la cicoria venne coltivata
come succedaneo del caffè dagli olandesi, da cui il nome di 'caffè olandese'. Il
nome generico è forse di lontana origine araba; il nome specifico deriva dal termine greco 'intybos', usato da Aezio e
Galeno per designare una pianta simile alla cicoria o all'endivia. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di
fioritura: luglio-ottobre.
Clematis vitalba L.
La vitalba è una liana a distribuzione europea presente in tutte le regioni
d'Italia, dal livello del mare sino alle faggete termofile montane. Con i rovi
ricopre spesso i muretti a secco nell'estremo stadio di degradazione del
mantello forestale; nelle boscaglie può formare intrichi impenetrabili,
soprattutto in forre fresche e umide, e appare, spesso con l'edera, anche in
ambienti urbani. Ha la capacità di aggrapparsi e arrampicarsi su alberi e
arbusti, spesso danneggiandoli per l'abbondante sviluppo fogliare. La pianta è
tossica in tutte le sue parti per la presenza di protoanemonina. In passato
veniva chiamata 'erba dei cenciosi' in quanto i mendicanti erano soliti
procurarsi irritazioni ed ulcerazioni con le sue foglie per impietosire i passanti.
In certe regioni d'Italia i rami legnosi venivano usati dai ragazzi come succedaneo delle sigarette, uso da sconsigliare
assolutamente a causa della loro tossicità. Il nome generico deriva dal greco 'klematis', diminutivo di 'klêma' (tralcio di
vite), in riferimento al portamento della pianta; il nome specifico deriva dal latino 'vitis alba' (vite bianca), per il colore
dei fiori. Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
Convolvulus arvensis L.
Il vilucchio comune è una specie a distribuzione originariamente eurasiatico-sudeuropea oggi divenuta subcosmopolita
nelle zone temperato-calde del mondo, presente in tutte le regioni d'Italia. Cresce come infestante in vegetazioni
ruderali presso gli abitati, ai margini di strade e di viottoli campestri, in coltivi, su scarpate, in giardini e vigneti, su
suoli argillosi spesso costipati, ricchi in composti azotati ma poveri in humus, a volte anche subsalsi, dal livello del
mare alla fascia montana superiore. La pianta è debolmente tossica. Il nome generico deriva dal latino 'convolvere'
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