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Cresce nei boschi chiari, tra i cespugli e nei prati sassosi dalla fasca basale a
quella subalpina delle Alpi e Prealpi, nelle Alpi Dinariche, sul Carso e
nell’Istria slovena. La distribuzione generale si estende nei monti dell’Europa
centrale e meridionale e in Asia Minore.
Cyclamen purpurascens
Mill. subsp.
purpurascens
- Ciclamino delle
Alpi
Un tempo lo scrittore Janko Kersnik, frugando fra vecchi fogli impolverati,
trovò un foglio giallastro, lo aprì e vi trovò un piccolo rotolo dentro al quale
c’era un ciclamino ben preservato. Il piccolo fiore gli fece ricordare gli eventi
passati. Scrisse poi il racconto
Ciklamen
, che porta nel titolo il nome di questo
fiore, simbolo di un amore romantico. La governante tedesca prese il ciclamino
e domandò al dottor Hrast: “Sapreste dirmi il significato di questa pianta?”. Ah,
non lo sa! È simbolo di devozione e pazienza”.
Il ciclamino delle Alpi ha radici sotterranee tuberose. Le foglie sono basali,
semplici, cuoriformi o reniformi, dentate al margine, a pagina superiore di
colore verde scuro, lucida, e pagina inferiore rossastra. I fiori penduli sono rosa
o porporini, profumati, con 5 petali ricurvati all’indietro. Cresce in tutta la Slovenia nei boschi di montagna e la
distribuzione generale si estende nell’Europa meridionale e centrale.
I tuberi, particolarmente da crudi, sono tossici in quanto contengono saponine che causano vomito, problemi allo
stomaco e diarrea. Nella medicina popolare il tubero veniva usato come purgante, ma nel medioevo lo usavano anche
le streghe per le pratiche magiche.
Il ciclamino è una pianta ben nota in Slovenia, con una lunga serie di nomi popolari (
bogov korček, bogova žlica,
marijin polnik, bokalček, hakeljček, korček, kozja repica, križič, planinska vijolica, soldatek, turki
...).
Cypripedium calceolus
L. - Scarpetta di Venere
Julius Kugy nel suo lavoro
Dal tempo passato
si chiedeva quali fossero i punti
del giardino Juliana in cui valesse la pena fermarsi per un attimo, dandoci così
anche dei consigli: “O un angolo tranquillo, dove cresce rigogliosa e in fiore la
scarpetta di Venere, preziosa e molto rara per le Giulie, nel suo ambiente
preferito fra cespuglietti e i rododendri? Per noi questi sono i luoghi riservati
alle piante segrete, a cui dobbiamo approcciarci con devozione. Non può essere
che così.”
Quando si pensa alle orchidee, di solito si immaginano fiori tropicali con forme
e colori insoliti. Tuttavia anche nei nostri prati e nei nostri boschi crescono
alcuni splendidi rappresentanti di questa famiglia: le orchidee, nigritelle, ecc. e
le scarpette di Venere che, per la loro bellezza semplice ma affascinante possono anche competere con le loro colleghe
tropicali. Già gli antichi botanici furono attratti da questa pianta e le diedero il nome di ‘scarpetta di Venere’ che deriva
da
cypris
(Venere) e
pédilon
(sandalo). Tra i termini popolari sloveni si trova il nome di ‘scarpetta della Vergine’.
Questa specie ha i fiori più grandi fra tutte le orchidee europee. Essi sono costituiti da quattro tepali oblunghi rosso-
marroni e da un labello rigonfio a forma di scarpa, da giallo limone a giallo dorato. La scarpetta di Venere viene
impollinata dalle femmine di imenotteri. Il labello nettarifero a forma di sandalo è fondamentalmente una trappola, da
cui gli insetti possono sfuggire solo passando attraverso il ginostemio.
la distribuzione generale si estende nelle regioni temperate dell’emisfero settentrionale. La specie ha una crescita molto
lenta, tanto che dal seme alla prima fioritura passano 15-17 anni!
Cytisus purpureus
Scop. - Citiso purpureo
(
Chamaecytisus purpureus
)
Il naturalista G. A. Scopoli pubblicò, nella seconda edizione della sua opera
Flora Carniolica
(1772), la descrizione di
una nuova specie. Tutte le informazioni e i luoghi di ritrovamento li ricevette da F. X. Wulfen, che visse a Lubiana nel
1762 e nel 1763. Wulfen vide il citiso purpureo lungo l’Isonzo a Salcano, presso le sorgenti di Mrzlek, sotto il Monte
Santo di Gorizia e sul monte Šmarna gora. In seguito, negli annali di Jacquin (1778), pubblicò una descrizione più
dettagliata aggiungendo altre due stazioni lungo il fiume Sava presso Dol e sui prati lungo il fiume Sava a Ponoviče.