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Il processo può venir considerato come una specie di
gioco. Tuttavia, la nostra chiave include più di 1400
opzioni, il che può rendere piuttosto farraginosa la
consultazione. Per facilitarla, abbiamo incluso anche
una piccola chiave sinottica che mostra soltanto alcu-
ne delle opzioni principali. Utilizzando la chiave sinot-
tica è possibile avvicinarsi più velocemente alla parte
della chiave in cui è inclusa la nostra specie, evitando
di sfogliare ogni volta numerose pagine del libro.
La chiave è disponibile anche in rete e come applica-
zione per telefonini di ultima generazione. La versio-
ne in rete della chiave dicotomica è molto più facile da
usare rispetto a quella stampata su carta: non solo il
passaggio da un’opzione all’altra non richiede di sfo-
gliare pagine e pagine alla ricerca del numero seguen-
te, ma i caratteri distintivi sono ilustrati da immagini
che permettono anche al principiante di comprender-
ne meglio il significato. Nella versione in rete esiste
anche un’interfaccia a scelta multipla che permette di
velocizzare notevolmente il processo d’identificazio-
ne specificando congiuntamente pochi caratteri facil-
mente osservabili (ad esempio nel nostro caso: foglie
alterne, semplici, a margine intero) ottenendo una
chiave molto più breve per le sole specie che hanno le
caratteristiche specificate.
La chiave pubblicata in questo libro è il risultato di
sperimentazioni con diverse gerarchie di caratteri
e adotta quella che sinora si è rivelata la migliore in
termini di velocità ed efficenza. É stata sottoposta a
numerosi test da studenti di Botanica in Scienze Bio-
logiche dell’Università di Trieste, da botanici profes-
sionisti, da numerosi amatori.
Ci sono tre motivi principali per cui la nostra chiave
appare “facile”:
1) É volutamente svincolata dalla sistematica e quin-
di non richiede di osservare i “difficili” caratteri
distintivi di famiglie e generi (ad esempio:
ovario
supero/infero
).
2) Si riferisce a un territorio ristretto e quindi inclu-
de una flora ridotta: una chiave è tanto più facile
quante meno specie include.
3) Utilizza a fondo il potere discriminante di carat-
teri facilmente osservabili, poco utilizzati nelle
chiavi “classiche” in quanto privi di importanza
sistematica.
Tuttavia, anch’essa contiene passaggi “difficili”, quan-
do indispensabili per distinguere tra specie di gruppi
critici e quindi intrinsecamente difficili.
L’esperto - chi può riconoscere le piante a livello di
genere - può non gradire che nella nostra chiave le
specie di
Trifolium
non appaiano mai assieme ma
smembrate per il colore dei fiori (bianco, giallo, rosa-
violetto). Le versioni interattive risolvono il problema
permettendo di ottenere in pochi secondi la chiave
per tutti i
Trifolium
dell’area di studio.
Nella nostra chiave è stato a volte attribuito a una spe-
cie un carattere “sbagliato” per ottimizzare il proces-
so d’identificazione. Un esempio: le graminacee del
genere
Koeleria
hanno un’infiorescenza racemosa,
anche se contratta ed un po’ simile a una spiga. Molti
principianti, dovendo decidere tra: a)
Infiorescenza a
spiga
, b)
Infiorescenza a racemo
, sceglievano l’opzione
sbagliata. Per questo motivo alle specie di
Koeleria
è
stato attribuito anche il carattere “
infiorescenza a for-
ma di spiga
”. Esse appaiono due volte nella chiave,
una delle quali con un carattere essenzialmente “sba-
gliato”. I percorsi che portano alle specie includono
dei “salvagente” per inesperti e non vanno quindi
confusi con le descrizioni delle specie stesse. Nella
nostra chiave non vi sono però descrizioni accurate
delle singole specie, per cui questo punto va tenuto
ben presente da chi le usa.
Va aggiunto che nelle versioni interattive le illustra-
zioni associate a un carattere lo illustrano in modo
astratto e che quindi non sempre si riferiscono alla
specie che si sta cercando. Ad esempio, chi volesse
identificare una Fabacea come un trifoglio potrebbe
incontrare il carattere “
petali liberi
”, illustrato da 5
immagini nessuna delle quali si riferisce a un trifoglio
e nemmeno a una Fabacea.
La nostra chiave va utilizzata solo dopo aver seguito
alcuni accorgimenti fondamentali:
1) Studiare a fondo un testo di Botanica di base.
Una sia pur minima infarinatura di Botanica è
indispensabile. L’appendice di questo libro può
essere un primo aiuto.
2)
Utilizzare prima le versioni interattive in rete
che
includono illustrazioni e spiegazioni per molti dei
caratteri usati nella chiave stampata in questo li-
bro.
3)
Raccogliere esemplari ben sviluppati.
Non è
quasi mai possibile identificare una pianta racco-
gliendo sotanto uno stecco, una foglia, un fiore
o un frutto. In futuro ci sarà una macchina ove
metterli che analizzandone il DNA ce ne rivelerà
il nome. Oggi però bisogna raccogliere la pian-
ta nel modo più completo possibile, con foglie,
fiori, possibilmente frutti e persino radici. A vol-
te bastano solo le foglie, a volte servono anche i
fiori, a volte senza i frutti non si arriva al Nome.
Ad esempio, Apiaceae o Brassicaceae spesso non
sono identificabili senza i frutti, mentre per i rovi
è spesso indispensabile osservare sia i polloni
d’annata sia i rami vecchi. Nella nostra chiave i
caratteri fogliari sono privilegiati in quanto pre-
senti durante tutta la stagione vegetativa, seguiti
da quelli fiorali, dei frutti e degli organi sotterra-
nei. La raccolta di materiale ben sviluppato deve
però avvenire senza danni all’ambiente: non si
deve sradicare una pianta senza motivo, non van-
no raccolte le piante protette o minacciate.
4)
Munirsi di tre strumenti fondamentali:
a) una
buona lente (evitate le lenti alla “Sherlock Hol-
mes”), b) un ago e pinzette per separare i pezzi
fiorali, c) un righello per le misure. Binoculare
o microscopio sono indispensabili solo in pochi
casi.
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