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ta e pioniera in cui, data la natura intermedia dei
substrati, convivono spesso sia specie calcicole che
specie tipiche di substrati silicei basici. Durante i
percorso in auto merita fermarsi a osservare la flora
delle frane, che ospita specie altrimenti poco comu-
ni nell’area di studio come
Onobrychis montana
,
Oxytropis jacquinii
,
Petasites paradoxus
,
Pilosella
sphaerocephala
, ecc.
Casera Razzo e dintorni
– Giunti a Casera Razzo
(1739 m) si apre un paesaggio decisamente diverso
da quello osservato sino a ora. Ci troviamo vicini
alla fascia subalpina, in un’area con diffusa presen-
za di substrati silicei e con un clima più continenta-
le di quello delle aree site più a sud. Sono tutte con-
dizioni ottimali per lo sviluppo delle fasce orobore-
ale e subalpina. Il paesaggio è largamente dominato
dai pascoli, che hanno composizione molto diversa
a seconda del substrato affiorante: su substrati are-
nacei prevalgono i nardeti, prati magri dominati da
Nardus stricta
che ospitano diverse specie acidofile,
su quelli calcarei prevalgono i seslerieti a quote più
basse e i firmeti a quote più alte o in ambienti più
esposti. Osservando il paesaggio da Casera Razzo
si nota, per la prima volta, verso il basso, una fascia
oroboreale abbastanza ben sviluppata, dominata da
boschi di abete rosso (
Picea abies
) che corrispondo-
no alle ‘taighe scure’ della Siberia, mentre a quote
un po’ più alte appare la tipica associazione a larici
e rododendri della fascia subalpina, che si avvicina
alle ‘taighe chiare’ siberiane salvo la presenza dei
rododendri (
Rhododendron ferrugineum
su suoli
acidi,
Rh. hirsutum
su suoli calcarei), che hanno in-
vece lontane affinità Himalayane e che al contrario
dei larici erano presenti sulle Alpi anche prima del-
le glaciazioni. Le creste ventose su substrati silicei
sono occupate da formazioni a
Kalmia procumbens
in cui iniziano a dominare i ‘licheni delle renne’
(
Cladonia
spp.): sono vere e propri tundre simili a
quelle artiche anche nella composizione floristica.
Gli impluvi sono invece caratterizzati dalla tipica
vegetazione a ontano verde (
Alnus viridis
) che spes-
so sostituisce il pino mugo su substrati silicei e che
come il mugo contribuisce a stabilizzare i versanti
e a frenare le slavine. Un altro aspetto interessante
di questa vegetazione deriva dal fatto che gli ontani
ospitano nelle radici dei batteri simbionti azotofis-
satori che arricchiscono il suolo di sostanze azotate,
per cui gli ontaneti ospitano spesso anche alte erbe
tipiche delle radure dei boschi sottostanti, frequen-
temente visitate dai mammiferi. Da Casera Razzo e
dal Rifuglio Tenente Fabbro partono diversi sentie-
ri che permettono di raggiungere la fascia alpina su-
gli alti massicci calcareo-dolomitici del M. Tiarfin,
del M. Clapsavon e del M. Bivera.
L’orrido del Lumiei
– Al ritorno si può raggiungere
Ampezzo per una strada diversa da quella del Passo
Pura percorsa all’andata: si tratta della strada che
dalla diga del Lago di Sauris giunge ad Ampezzo
attraverso la profondissima e impressionante forra
dell’Orrido del Lumiei, scavata dal torrente nelle
rocce calcaree circostanti. Osservando la forra dalla
diga si possono ancora vedere, verso sinistra, i resti
dell’antica mulattiera che connetteva la Conca di
Sauris con Ampezzo, oggi sostituita da una strada
asfaltata che nel primo tratto corre in prevalenza
entro tunnel scavati nella roccia. La vecchia mulat-
tiera fa immediatamente comprendere la situazione
di relativo isolamento della Conca di Sauris (il col-
legamento più utilizzato per Ampezzo era quello,
molto più lungo, attraverso il Passo Pura), un fatto
che ha largamente contribuito alla preservazione
dell’antica cultura e lingua locale di origine tedesca.
A poca distanza dalla fine del tunnel che si trova
dopo il ponte sul Lumiei (costruito negli anni ’30)
è anche possibile raggiungere facilmente il fondo
della forra nel punto ove la vecchia mulattiera sca-
valcava il torrente con un ponte di legno (
Pedanca
del Bus
) con le impressionanti pareti calcaree verti-
Fig. 18: le peccete della fascia oroboreale sotto Casera
Razzo.
Fig. 19: i pascoli e le laricete della fascia subalpina presso
Casera Razzo.
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