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come
Cephalaria leucantha
(L.) Schrad.
ex
Roem. &
Schult., anche se i “veri” autori della combinazione
sono quelli che vengono
dopo
il suffisso
ex
.
in
: anche
in
si trova sempre tra due autori (X
in
Y).
Significa che l’autore X ha validamente pubblicato
il nome, ma in un’opera pubblicata dall’autore Y; in
questo caso il “vero” autore del nome è quello che
viene
prima
di
in.
emend
.: per fortuna utilizzato più di rado, il suffisso
emend
. (
emendavit
), indica un autore che ha
emendato la descrizione originale. Il “vero” autore,
è comunque quello che precede
emend
., anche se
la descrizione originale fosse stata completamente
sbagliata.
I termini
ex
,
in
, ed
emend
., un tempo utili agli
specialisti per rintracciare le fonti bibliografiche
dei nomi, sono divenuti oggi un’enorme fonte di
confusione (per esempio nelle banche-dati). I primi
computer erano troppo deboli per utilizzare i nomi
completi delle piante come identificatore univoco:
usavano stringhe numeriche, come quelle proposte
da Pignatti nella Flora d’Italia (Pignatti 1982). Oggi
i nomi scientifici - comprensivi di autori - sono
spesso usati
in toto
per designare univocamente un
organismo. Il computer, tuttavia, considera come
due oggetti distinti
Medicago littoralis
Rohde
ex
Loisel. e
Medicago littoralis
Loisel.
Consiglio:
abolire gli autori che vengono prima di
ex
, e quelli
che vengono dopo
in
ed
em
. (Nimis & Martellos
2003).
s
.
l
.,
aggr
.
:
sono più utili e importanti dei famigerati
ex
e
in
,
e
significano
nel senso più ampio del
termine
(
sensu lato
, aggregato). Servono per
designare un taxon polimorfo in cui sono stati
descritti diversi taxa subordinati, nel caso in
cui sia impossibile specificare a quale di essi la
pianta in questione appartiene. Ad esempio, nel
difficilissimo genere
Taraxacum
sono state descritte
diverse microspecie che più o meno corrispondono
a
Taraxacum officinale
Weber. Quando non siamo
in grado di distinguerle, utilizziamo il termine
Taraxacum officinale
Weber
s.l.
Famiglie
La suddivisione in famiglie da noi adottata è
quella proposta dall’Angiosperm Phylogeny
Group (APG III, 2009). Tra i tanti mutevoli
sistemi di classificazione, questo ci è sembrato un
buon compromesso tra i risultati della moderna
sistematica e le classificazioni tradizionali. Gli utenti
“tradizionali” rimarranno comunque perplessi:
alcune famiglie hanno - per motivi nomenclaturali -
cambiato nome. Le principali sono:
Compositae(Asteraceae),Cruciferae(Brassicaceae),
Graminaceae (Poaceae),Hypericaceae (Clusiaceae),
Labiatae (Lamiaceae), Leguminosae (Fabaceae),
Umbelliferae (Apiaceae).
Alcune famiglie “tradizionali” sono oggi smembrate
in famiglie più piccole, la cui nomenclatura non è
sempre stabilizzata, ad es. le vecchie Liliaceae e
Scrophulariaceae. Famiglie un tempo distinte sono
invece oggi riunite in un’unica famiglia (ad es.
Dipsacaceae e Valerianaceae nelle Caprifoliaceae,
Tiliaceae nelle Malvaceae). La classificazione
biologica - soprattutto grazie agli studi molecolari -
è comunque ancora soggetta a continui mutamenti,
per non parlare delle opinioni diverse da parte di
diversi autori. Nella versione in rete di questa guida
l’attribuzione alle famiglie verrà automaticamente
aggiornata non appena apparirà la prossima
edizione del sistema APG, cosa che ovviamente
non è possibile fare in una versione stampata su
carta.
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