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Lineari
(strette e lunghe, a bordi più o meno
paralleli per tutta la lunghezza). Quando le foglie
lineari sono rigide e simili a un ago, si dicono
aghiformi
(ad es. quelle dei pini).
Squamiformi
: ridotte a piccole squame embriciate
come le tegole di un tetto (ad es. quelle del cipresso
o del brugo).
Foglie basali e foglie del fusto
: Le foglie basali
possono essere molto diverse da quelle del fusto:
le piante con foglie basali intere e foglie del fusto
non intere appaiono nella chiave sia tra quelle con
lamina intera, che tra quelle con lamina non intera.
Le foglie basali si dicono disposte in
rosetta
quando
addensate a raggera alla base del fusto.
Brattee
: Sono foglie molto ridotte, diverse da
quelle normali, spesso presenti nelle parti alte del
fusto sotto le infiorescenze. Un caso particolare
sono le brattee che costituiscono l’involucro dei
capolini delle Asteraceae - a volte confuse dal
principiante per un calice - che spesso hanno
notevole importanza per l’identificazione.
Stipole
: Sono strutture verdi, di forma e dimensioni
diverse, presenti vicino all’attaccatura delle foglie
sul fusto, di solito alla base del picciolo. A volte esse
sono così grandi da simulare vere e proprie foglie,
nel qual caso le nostre chiavi le trattano alla stregua
di foglie vere e proprie (ad es. nelle Rubiaceae).
Gemme
: Strutture che proteggono i primordi
delle foglie prima del loro completo sviluppo.
Sono spesso coperte da scaglie dette
perule
(un
termine mai utilizzato nelle nostre chiavi), e le
loro caratteristiche possono essere importanti
soprattutto per il riconoscimento di alberi e arbusti
nel periodo invernale.
Le misure delle foglie
: Nella nostra chiave le
foglie vanno misurate considerando solo la lamina
(senza il picciolo). Nel caso di foglie composte o
comunque divise, le misure - quando non altrimenti
specificato - vanno effettuate
considerando l’intero
contorno della foglia
, non quello delle sue divisioni.
In pratica si tratta di unire tutte le parti estreme
delle divisioni della foglia con una linea continua
immaginaria, e di effettuare le misure sul contorno
fogliare così ottenuto.
Il fusto
Nella nostra chiave il termine “fusto” è utilizzato
in senso molto ampio: include le parti della pianta
su cui si innestano foglie o fiori. I fusti possono
essere
erbacei
o
legnosi
. Nelle specie arborescenti i
fusti legnosi assumono l’aspetto di
tronchi
, coperti
da una
scorza
(spesso erroneamente chiamata
“corteccia”) le cui caratteristiche possono essere
importanti per l’identificazione. Alcune piante (ad
es. gli equiseti o le Poaceae) hanno fusti
articolati
,
divisi in sezioni allungate (
internodi
) separate
da brevi ingrossamenti (
nodi
). I fusti possono
essere semplici o ramificati. Hanno solitamente
sezione più o meno circolare, ma alcuni hanno
sezione triangolare (ad es. in molte Cyperaceae)
o quadrangolare (ad es. nelle Lamiaceae). I
fusti possono essere
eretti
(perpendicolari al
suolo),
prostrati
(più o meno paralleli al suolo) o
ascendenti
(inizialmente più o meno prostrati, poi
più o meno eretti). I fusti possono essere fogliosi o
nudi (privi di foglie). Quando striscianti al suolo e
radicanti ai nodi, vengono detti
stoloni
(ad es. nella
fragolina di bosco). Una notevole modificazione dei
fusti è quella di alcune Asparagaceae e Ruscaceae
(ad es. gli Asparagi, il Pungitopo), in cui le loro
parti terminali, dette
cladodi
,
assumono
in toto
la
funzione clorofilliana tipica delle foglie.
Peli e spine
Peli
: alcune piante sono
glabre
, cioè completamente
prive di peli su foglie, fusti o parti fiorali. Altre
sono munite di peli: possono essere semplicemente
pelose
(termine generico),
pubescenti
(ricoperte di
peluria breve e fitta),
tomentose
(con fitta peluria
cotonosa) o
lanose
(con peli lunghi e flessuosi come
la lana). Forma e dimensione dei peli possono essere
importanti per l’identificazione. Essi possono essere
unicellulari
(costituiti da una sola cellula, quindi
continui, non articolati) o
pluricellulari
(costituiti
da più cellule e quindi, se osservati al microscopio,
divisi in articoli). I peli possono essere
semplici
(non ramificati),
piumosi
(con brevi ramificazioni
laterali) o
stellati
(ramificati dalla base a forma di
stella). Alcuni peli semplici possono essere
uncinati
all’apice, dando alla pianta una consistenza ruvida
al tatto (ad es. in
Galium aparine
). Nel genere
Urtica
i peli sono ripieni di una sostanza urticante (peli
urticanti
). Alcune piante sono provviste di
peli
ghiandolari
: ghiandole portate da sottili peduncoli
piliformi ingrossati all’apice a mo’ di spillo.
Spine
: le spine hanno diversa origine: alcune
derivano dai fusti, altre dalle foglie, altre ancora
da parti delle foglie, come il margine fogliare.
In queste chiavi il termine “pianta spinosa” si
riferisce a qualsiasi pianta che risulti pungente al
tatto, con una sola eccezione: i peli silicizzati di
alcune Boraginaceae, che, nonostante il loro effetto
“pungente”, non appaiono nemmeno al profano
come vere e proprie spine.
Gli organi sotterranei
Il principale organo sotterraneo delle piante è la
radice
, da cui la pianta trae acqua e sali minerali
dal suolo. I suoi caratteri non sono molto utilizzati
per l’identificazione, nemmeno in questa chiave
(occorre sradicare la pianta…). Ci sono due tipi
principali di radice:
Radici a fittone
o
fittonanti
:
con un’asse principale
più grande provvisto di diramazioni secondarie
minori, un’esempio estremo è la carota.
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