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unico (ad es. ciliegia, pesca, susina). Un tipo
particolare di drupa è la
mora
, costituita da
tante piccole drupe contigue.
b)
Bacca
- La parte carnosa raggiunge i semi, che
di norma sono più di uno. Il termine popolare
“bacca” è spesso ristretto a frutti “piccoli”
come i mirtilli, ma pomodoro e peperone sono
bacche a tutti gli effetti.
I
falsi frutti
sono quelli derivanti da parti diverse
dai carpelli, di solito dal ricettacolo. I due esempi
più noti sono la fragola, che deriva da un ricettacolo
convesso carnoso cosparso di piccoli veri frutti
secchi (acheni), e i pomi (pere e mele), in cui la
parte commestibile deriva dall’ingrossamento di
un ricettacolo che avvolge completamente il vero
frutto (il torsolo).
2) Frutti secchi
a)
Achenio
- Un solo carpello che contiene un
solo seme (ad es. i frutti del ranuncolo, o quelli
delle Asteraceae).
b)
Follicolo
- Un solo carpello con più semi,
aprentesi da una sola parte (ad es. i frutti dell’
elleboro).
c)
Legume
- Un solo carpello con più semi che si
apre da due parti, una delle quali corrisponde
alla nervatura della foglia carpellare (ad es.
fagioli e piselli).
d)
Siliqua
(Brassicaceae) - Due carpelli con un
falso setto membranoso (
replo
) che divide il
frutto in due parti. Le
silique
sono molto più
lunghe che larghe, le
siliquette
sono ca. tanto
lunghe che larghe.
e)
Capsula
- Più carpelli fusi fra loro come
le doghe di una botte (ad es. il frutto del
papavero). Il numero di carpelli si può ricavare
dal numero di valve, di nervature, o di denti
con cui la capsula si apre.
f)
Tetrachenio
- Tipico delle Lamiaceae e di
alcune Boraginaceae, è formato da 4 frutti
simili ad acheni disposti a croce. E’ facilmente
apprezzabile anche nel fiore, osservando
l’ovario con una buona lente.
Caratteri di gruppi particolari
I caratteri del capitolo precedente valgono per la
maggior parte delle Angiosperme. Alcuni gruppi
con caratteri particolari sono qui trattati a parte.
Apiaceae
- La distinzione delle Apiaceae
(Ombrellifere) a livello di famiglia è in genere
facile. Quasi tutte hanno fiori disposti in
ombrelle
,
calice più o meno rudimentale di 5 sepali, 5 petali
liberi, 5 stami, ed un ovario formato da 2 carpelli.
Le ombrelle possono essere semplici o composte
(ombrelle portanti tante piccole
ombrellette
).
Alla base di ciascuna ombrella-ombrelletta ci
sono a volte delle
brattee
di forma diversa, che
costituiscono l’
involucro
(nel caso delle ombrelle)
o l’
involucretto
(delle ombrellette). La struttura
fiorale è omogenea, per cui l’identificazione si basa
soprattutto su caratteri fogliari e su quelli del frutto.
I frutti (
diacheni
) sono due acheni posti uno di
fronte all’altro, spesso con una faccia interna più o
meno appiattita e una esterna più o meno convessa.
Essi possono essere
coperti da spine od aculei
(ad es. quelli della Carota), di forma
cilindrica
o
appiattita
, e in questo caso possono essere muniti
o no di
ali
che circondano il frutto. Per identificare
un’Apiacea bisogna osservare le foglie, i frutti e le
ombrelle, mentre i fiori sono di poca utilità.
Asteraceae -
Le Asteraceae (Composite) hanno
fiori piccoli, disposti in capolini avvolti da un
involucro di brattee o squame, che spesso simulano
singoli fiori. Nei casi dubbi - quelli in cui il capolino
è formato da pochi fiori simulanti dei petali, come
in
Adenostyles
o
Prenanthes
- è necessario osservare
i presunti “petali” con una lente: essi terminano in
un breve tubo che contiene stami e/o pistilli, il che
rivela la loro natura di fiori veri e propri e non di
petali. Le squame dell’involucro dei capolini hanno
aspetto diverso: possono essere verdi, brune o
raramente colorate, possono essere disposte in una
sola serie, in due serie (una di squame più brevi,
l’altradi squamepiù lunghe, come in
Senecio
) oppure
a spirale. A volte il margine delle squame possiede
appendici a forma di spina, pettine o ventaglio
(come in
Centaurea
). I fiori delle Asteraceae sono
di due tipi principali: a)
fiori tubulosi
, a simmetria
più o meno raggiata, con 5 denti o lobi (ad
esempio quelli che formano il bottone giallo delle
margherite, o quelli del fiordaliso), b)
fiori ligulati
,
a simmetria non raggiata, con petali fusi in una
linguetta rivolta da una sola parte (ad es. i “petali”
bianchi delle margherite). Le Asteraceae si dividono
in due gruppi principali: a)
Tubuliflore
: con fiori
tubulosi e - a volte - con fiori ligulati raggianti
(ad es. la margherita); b)
Liguliflore
: con soli fiori
ligulati (ad es. il tarassaco). In tutte le Asteraceae il
calice manca: è di solito trasformato in
pappo
, un
ciuffo di peli o setole disposto al di sopra del frutto
(achenio). I peli del pappo possono essere
semplici
o
piumosi
(con tanti peluzzi laterali). Forma e
dimensioni dei frutti sono importanti: essi possono
essere cilindrici o compressi, sormontati o meno
da un
becco
. Per apprezzare i caratteri del pappo e
dei frutti è indispensabile una buona lente o ancor
meglio un binoculare. Le Asteraceae Liguliflore
includono alcuni dei generi più difficili della flora
d’Italia (ad es.
Hieracium
e
Taraxacum
): piante che
si riproducono in parte per apomissia (formando
cloni geneticamente identici) in parte ibridandosi.
Chi usa queste chiavi e non riesce ad identificare
uno
Hieracium
a livello di “specie” può consolarsi:
forse non sono “specie”.
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