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1404
Fiori solitari. Foglie inferiori più lunghe di quelle del fusto, disposte in rosetta
Saxifraga burseriana L.
La sassifraga di Burser è una specie endemica delle Alpi orientali, in Ita-
lia presente dal Trentino al Friuli (la presenza in Lombardia è dubbia). La
distribuzione regionale è ristretta alle aree montuose del Friuli, con lacune
soprattutto nelle Prealpi Giulie; nell'area di studio la specie è abbastanza
diffusa e localmente comune sui massicci calcarei, ad esempio sul M. Tinisa a
1900 m o sul M. Bivera dove raggiunge i 2550 m. Cresce in luoghi esposti su
rupi calcaree o dolomitiche, dalla fascia montana superiore a quella alpina.
Il nome generico deriva dal latino 'saxum' (sasso) e 'frangere' (rompere) e
significa quindi 'pianta che spezza le pietre', a causa dell'ecologia di molte
specie che vivono sulle rocce; la specie è dedicata a J. Burser (1583-1649)
medico e botanico tedesco. Forma biologica: camefita pulvinata. Periodo di
fioritura: giugno-luglio.
1404
Fiori non solitari. Foglie inferiori simili a quelle disposte sul fusto, non formanti una rosetta
basale
1405
1405
Foglie completamente ricurve dalla base all'apice. Petali spatolati
Saxifraga caesia L.
La sassifraga verdazzurra è una specie delle montagne dell'Europa meridio-
nale presente lungo tutto l'arco alpino e sull'Appennino centro-settentrio-
nale. La distribuzione regionale è estesa a quasi tutte le aree montuose del
Friuli; nell'area di studio la specie è diffusa e localmente comune sugli alti
massicci calcarei, ad esempio sul M. Tinisa tra 2000 e 2100 m, sul M. Clap-
savon a 2100 m e sul M. Tiarfin dove raggiunge i 2300 m. Cresce in ambienti
esposti e spesso ventosi, sulle creste, soprattutto sulle zolle pioniere a
Carex
firma
, su suoli calcarei molto ricchi in scheletro, dalla fascia subalpina a quella
alpina. Il nome generico deriva dal latino 'saxum' (sasso) e 'frangere' (rom-
pere) e significa quindi 'pianta che spezza le pietre', a causa dell'ecologia
di molte specie che vivono sulle rocce; il nome specifico in latino significa
'bluastra', per il colore verde-azzurro delle foglie. Forma biologica: camefita
pulvinata. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
1405
Foglie ricurve solo nella metà superiore. Petali subrotondi
Saxifraga squarrosa Sieber
La sassifraga delle Dolomiti è una specie subendemica delle Alpi orientali e
catene limitrofe, in Italia diffusa sulle Alpi orientali dalla Lombardia al Friuli.
La distribuzione regionale è estesa a quasi tutte le aree montuose del Friuli;
nell'area di studio la specie è diffusa e localmente comune sugli alti massicci
calcarei, ad esempio sul M. Clapsavon tra 2000 e 2200 m e sul M. Tiarfin tra
2100 e 2300 m. Cresce su rupi fessurate di natura calcarea o dolomitica, dalla
fascia montana superiore a quella alpina. La specie è molto simile a
S. caesia
,
che ha fusti più alti (fino a 12 cm), le foglie prive di margine cartilagineo lunghe
fino a 6 mm completamente arcuate dalla base all'apice, con 5-9 ghiandole
calcarifere, infiorescenze solitamente 2-6 flore e i petali spatolati. Il nome gene-
rico deriva dal latino 'saxum' (sasso) e 'frangere' (rompere) e significa quindi
'pianta che spezza le pietre', a causa dell'ecologia di molte specie che vivono
sulle rocce; il nome specifico in latino significa 'coperta di pustole' e si riferi-
sce all'aspetto verrucoso dei pulvini formati da foglie strettamente embricate
attorno ad un asse centrale. Forma biologica: camefita pulvinata. Periodo di
fioritura: giugno-luglio.
1406
Foglie meno di 4 volte più lunghe che larghe
Saxifraga paniculata Mill.
La sassifraga alpina è una specie a vasta distribuzione artico-alpina (euroame-
ricana) presente su tutte le montagne dell'Italia continentale salvo che in Pu-
glia. La distribuzione regionale si concentra, con qualche lacuna, sul settore
alpino propriamente detto (Alpi Carniche e Giulie), con stazioni più sparse
sulle Prealpi; nell'area di studio la specie è diffusa sui massicci calcarei, ad
esempio sul M. Morgenleit a 1950 m e presso Casera Losa a 1700 m. Cresce su
pietraie aride, detriti sassosi, rupi e rocce prevalentemente di natura calcarea
o dolomitica, con optimum al di sopra della fascia montana inferiore (ma a
volte la specie è presente anche più in basso). La pianta si libera dall’eccesso
di ioni calcio tramite ghiandole situate al margine delle foglie, che secernono
un essudato ricco di carbonato di calcio, il quale cristallizza formando delle ca-
ratteristiche punteggiature bianche. Il nome generico deriva dal latino 'saxum'
(sasso) e 'frangere' (rompere) e significa quindi 'pianta che spezza le pietre', a
causa dell'ecologia di molte specie che vivono sulle rocce; il nome specifico si
riferisce alla forma a pannocchia dell'infiorescenza. Forma biologica: emicrip-
tofita rosulata. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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