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APPENDICE: NOZIONI
BASILARI DI BOTANICA
La terminologia
Come tutti i linguaggi, anche quello botanico ha
profonde radici nel passato. I botanici tendono
ad adottare gli stessi termini appresi dai loro
professori, i quali a loro volta li avevano appresi
dai loro professori. Termini ereditati da più di due
generazioni rischiano di generare dei linguaggi
iniziatici. Si hanno tre casi principali:
1)
Uso di termini obsoleti
. Il linguaggio botanico
tradizionale deriva dal Greco e dal Latino. Formato
in periodi in cui i botanici conoscevano almeno una
delle due lingue antiche, esso suona muto per molti
lettori odierni. Ad esempio, il termine
cordata
-
relativo a una foglia - deriva dal latino
cor-cordis
,
che significa
cuore
,
e quindi significa
cuoriforme
,
ma oggi molti lettori l’associano…a una corda! Il
termine
lesiniforme
non deriva dal Latino, ma in
passato era chiaro: tutti conoscevano un calzolaio
e i suoi strumenti, tra cui la
lesina
, uno strumento
appuntito e allargato in basso, che pochi lettori
odierni hanno visto. Molti termini desueti sono
traducibili in Italiano moderno, ad es.
acaule
(senza
fusto),
afillo
(senza foglie),
cordato
(cuoriforme),
crenato
(con denti ottusi),
amplessicaule
(che
abbraccia il fusto) ecc.
2)
Uso giustificato di termini diversi per cose simili
.
Le foglie delle Felci vengono chiamate
fronde
in
molti testi di Botanica. Ciò è giustificato: hanno
origine ed evoluzione diversa dalle vere foglie delle
piante superiori. Nella nostra chiave, però, non
potremmo trattare le Felci tra le piante
senza foglie
in quanto munite di
fronde
. Considerato il fatto che
gli zoologi usano tranquillamente il termine
ali
per
quelle dei pipistrelli, delle farfalle e degli uccelli,
in questo libro chiameremo
foglie
anche le
fronde
delle felci.
3)
Uso tradizionale di termini diversi per cose simili
.
Nelle Poaceae la tradizione impone l’uso del
termine
culmo
per designare il fusto. I fusti delle
Poaceae sono invero singolari. Tuttavia, nelle nostre
chiavi non avrebbe senso inserire le Poaceae tra le
piante “
senza fusto
” in quanto dotate di “
culmo
”,
per cui questo termine non appare mai nella chiave.
I linguaggi tecnici sono spesso indispensabili,
ma molto
jargon
botanico può essere tradotto in
una lingua comprensibile anche al di fuori di una
cerchia di iniziati.
In questo libro la terminologia - a volte con volute
forzature - è stata drasticamente semplificata,
seguendo due criteri principali:
1) Molti termini obsoleti sono stati sostituiti da altri
più comprensibili a un lettore senza conoscenze di
Latino e di Greco.
2) Alcuni termini non necessari per l’identificazione
sono stati aboliti.
Alcuni termini sono da noi definiti in maniera
un po’ diversa dal solito. Le principali deviazioni
dal linguaggio botanico tradizionale vengono
sottolineate nei capitoli che seguono e soprattutto
nelle versioni interattive.
Gli utenti di questo libro dovranno comunque
imparare il significato di molti termini estranei
al linguaggio quotidiano quali:
antera
,
capolino
,
cirro
,
gluma
,
ligula
,
otricello
,
pappo
,
rizoma
,
siliqua
,
stolone
,
tetrachenio
, etc. Dovrebbero studiare
uno dei tanti testi di Botanica elementare, non
sostituibili dai sintetici capitoli che seguono.
I gruppi principali di piante vascolari
Le piante vascolari (con un sistema di trasporto per
condurre l’acqua, in pratica tutte le piante salvo le
alghe, i muschi e le epatiche) si suddividono in tre
grandi gruppi. In ordine di crescente evoluzione,
essi sono:
Pteridofite - Piante primitive senza fiori, riproducentisi
tramite spore prodotte in organi detti
sporangi
.
Alcune fotosintetizzano con organi simili a foglie, altre
tramite fusti verdi. Le Pteridofite della nostra flora si
suddividono in tre gruppi principali, molto diversi.
Equiseti
: piante senza vere e proprie foglie, con
fusti verdi, scanalati, divisi in articoli. Alla base di
ogni articolo vi è una
guaina
dentata. Gli sporangi,
di forma
peltata
(ad ombrello) sono disposti in
spighe all’apice dei fusti, con apice
acuto
od
ottuso
.
Licopodi
e
s
elaginelle
: piante spesso simili a
muschi, con “foglie” intere, più o meno aghiformi
o squamiformi, disposte a spirale o a pettine sui
fusti. Gli sporangi possono essere
terminali
ai
fusti o
disposti all’ascella delle foglie
superiori.
Oggi licopodi e selaginelle vengono considerati un
gruppo distinto dalle altre “Pteridofite”.
Felci
: piante con foglie (
fronde
) appiattite, quasi
sempre divise. Gli sporangi sono organizzati in
sori
disposti sulla pagina inferiore delle foglie, rotondi
od allungati, coperti o meno da una membranella
detta
indusio
, che può avere forma
peltata
(a forma
di ombrello),
allungata
o
reniforme
.
Gimnosperme -
Piante con fiori primitivi unises-
suali, disposti in infiorescenze distinte, maschili e
femminili. Il nome deriva dal greco
gymnos
(nudo)
e
sperma
(seme). Il seme è formalmente nudo in
quanto non incluso in una struttura chiusa formata
dai carpelli (v.oltre), ma è spesso protetto da strut-
ture legnose (ad es. nelle pigne). Le Gimnosperme
della nostra flora - e quelle coltivate - sono tutte
arboree o arbustive. La maggior parte ha semi rac-
chiusi in
pigne
(strobili), formate da squame (foglie
modificate) disposte a spirale. La maggior parte ha
infruttescenze legnose, ma alcune hanno infrutte-
1...,471,472,473,474,475,476,477,478,479,480 482,483,484,485,486,487,488,489,490,491,...508