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Foglie 2-4-pennate
Aruncus dioicus (Walter) Fernald
La barba di capra è una specie a vasta distribuzione circumboreale-tempera-
ta presente in tutte le regioni dell’Italia settentrionale e in Toscana. La distri-
buzione regionale si estende dal Carso a tutte le aree montuose del Friuli, con
qualche stazione isolata a carattere relitto nella pianura friulana; nell'area di
studio e diffusa e molto comune, soprattutto nelle faggete più calde. Cresce
ai margini di boschi freschi quali faggete umide e boschi con acero di monte,
acero riccio e frassino comune, tra i 500 e i 1500 m (raramente più in basso
o più in alto). I germogli sono commestibili previa cottura. Il nome generico,
già usato dai Romani, deriva dal greco 'áryngos' (barba di capra) e allude alla
forma dell'infiorescenza; quello specifico, dal greco 'dis' (due volte) e 'oikos'
(casa), si riferisce al fatto che i fiori maschili e femminili sono portati da
piante diverse. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura:
giugno-luglio.
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Foglie semplicemente pennate
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Foglioline a margine intero (raramente con qualche dentello appena accennato)
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Foglioline a margine chiaramente dentato
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Fogliolina terminale più lunga di 5 cm. Fiori a simmetria raggiata. Frutto diverso da un legume
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Fogliolina terminale più breve di 5 cm. Fiori a simmetria bilaterale. Frutto un legume
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Foglie con al massimo 9 foglioline
Juglans regia L.
Il noce è un albero originario dell'Europa meridionale ed Asia occidentale,
introdotto nel resto dell'Europa già nel Neolitico (archeofita), coltivato in
tutta Italia e spesso presente allo stato subspontaneo in quasi tutte le regio-
ni. Nella nostra regione è diffuso dalla costa alla fascia montana; nell'area
di studio appare sporadicamente allo stato subspontaneo presso gli abitati.
Cresce in boschi e boscaglie disturbati, su suoli limoso-argillosi profondi,
umiferi e freschi, dal livello del mare ai 1200 m circa. Si tratta di un albero
longevo che può vivere fino ai 600 anni, con il tronco che può raggiungere
i 2 m di diametro. Il legno, di colore bruno scuro, pesante, durevole e con
belle venature, è impiegato nella fabbricazione di mobili di pregio. Con il
mallo di frutti acerbi, da raccogliere tradizionalmente il 24 giugno, giorno di
San Giovanni Battista, si prepara il liquore 'nocino'; i semi sono largamente
utilizzati nell'alimentazione umana e da essi si ricava un olio alimentare im-
piegato anche nelle industrie di vernici, di colori e in profumeria. Le radici
contengono lo juglone, una sostanza che può avvelenare gli alberi circostanti.
Il nome generico deriva dal latino 'Jovis glans' (ghianda di Giove); quello specifico significa 'regale' e allude anch'esso a Giove, il
re degli dei. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie con più di 9 foglioline
Ailanthus altissima (Mill.) Swingle
L'ailanto fu introdotto dalla Cina nel 1760 per avviare l'allevamento di un
nuovo baco da seta (il baco tradizionale era decimato da catastrofiche epide-
mie); l'allevamento non ebbe successo, ma l'ailanto si diffuse a tal punto che,
agli esordi dell'era industriale, incominciò a dimostrarsi altamente aggressi-
vo, giungendo oggi a occupare uno dei primi posti nella classifica mondiale
delle specie invasive e il primo posto nelle liste nere dei territori a clima
temperato: è un pericoloso demolitore di opere murarie e monumenti, che
poco per volta sgretola per azione dell'apparato radicale. Cresce in tutta Ita-
lia presso gli abitati, lungo le vie, in prati abbandonati ove ritarda la ricostitu-
zione dei boschi, al di sotto della fascia montana. La distribuzione regionale
comprende quasi tutte le aree planiziali e collinari, con irradiazioni anche nei
fondovalle del settore alpino e una lacuna presso le coste del Friuli; nell'area
di studio è stato osservato presso Ampezzo. L'invasività è dovuta all'enorme
numero di semi prodotti (sino a 250.000 per albero all'anno), alla sostenuta
riproduzione vegetativa per polloni e all'eliminazione della concorrenza per
allelopatia. Le foglie emanano un odore sgradevole per la presenza di formazioni ghiandolari alla base della lamina, mentre semi
e scorza sono tossici. Il nome generico, come riferisce Desfontaines, autore del genere, deriva da un termine cinese antico che
significa 'albero del cielo' o 'albero che può raggiungere il cielo', concetto ripreso nel nome specifico. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
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