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Albero senza spine
Sorbus aucuparia L. s.l.
Il sorbo degli uccellatori è un alberello deciduo a distribuzione europea pre-
sente in tutte le regioni d'Italia, con tre sottospecie. La distribuzione regiona-
le si estende su tutte le aree montuose del Friuli; nell'area di studio è diffuso
e piuttosto comune sino alla fascia subalpina. Cresce in boschi (soprattutto
faggete e abetine) e nei cespuglieti a rododendro delle Alpi, con optimum
nelle fasce montana e subalpina. Viene spesso coltivato a scopo ornamentale
lungo le vie, soprattutto nei centri montani. I frutti possono essere impiegati
nella preparazione di gelatine, marmellate e salse, ma possono essere tossici
se consumati crudi in quanto i semi contengono amigdalina (derivato ciani-
drico). Un colorante nero è ottenuto dai rami giovani. Il legno è pregiato,
duro, compatto ed elastico, e trova impiego per lavori di ebanisteria, costru-
zione di slitte, tornitura, intaglio; è anche impiegato per strumenti musicali
(flauti) e nell'industria del mobile; come combustibile dà buona legna da
ardere. Il nome generico, già in uso presso i Romani, potrebbe derivare da
due termini celtici che significano 'aspro' e 'mela'; il nome specifico in latino
ha lo stesso significato di quello italiano ('degli uccellatori'): essendo i frutti appetiti dalla piccola avifauna migratoria, vengono
utilizzati negli appostamenti fissi per l'uccellagione. Forma biologica: fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fiori-
tura: maggio-giugno.
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Arbusti con fusti spinosi almeno in basso
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Stili concresciuti in una colonnina cilindrica
Rosa arvensis Huds.
La rosa dei campi, o rosa cavallina, è una specie a distribuzione subatlantico-
sudeuropea presente in tutte le regioni dell'Italia continentale (la presenza in
Sicilia è dubbia). La distribuzione regionale è estesa, con poche lacune, a tut-
to il territorio, dalla costa ai fondovalle del settore alpino; nell'area di studio
la specie è piuttosto rara e ristretta a quote basse. Cresce in orli e radure di
boschi freschi e ombrosi di querce e carpino bianco, su suoli limoso-argillosi
freschi e con humus dolce, ricchi in composti azotati, da neutri a subacidi,
dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Come in quasi tutte le rose
selvatiche, i frutti sono commestibili e ricchi di vitamina C, anche se conten-
gono peli irritanti che ne giustificano certi nomi volgari. Il nome generico
deriva dal latino 'rosa', dal greco 'rodon', con identico significato; il nome
specifico in latino significa 'dei campi'. Forma biologica: nanofanerofita. Pe-
riodo di fioritura: maggio-luglio.
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Stili liberi, raggruppati in un cuscinetto più largo che lungo
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Almeno 3 sepali interi
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Almeno 3 sepali pennati
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Frutti penduli. Spine scarse, concentrate verso la base del fusto
Rosa pendulina L.
La rosa alpina è una specie delle montagne dell'Europa meridionale frequen-
te lungo tutto l'arco alpino, rara nell'Appennino settentrionale e centrale,
assente nelle regioni meridionali e nelle Isole. La distribuzione regionale si
estende su tutte le aree montuose del Friuli; nell'area di studio la specie è dif-
fusa e generalmente piuttosto comune. Cresce in boschi radi, generalmente
di conifere, ma anche nelle radure delle faggete, in siepi, cespuglieti, roveti
in riva all'acqua, con optimum nella fascia montana. In fitoterapia si usano i
falsi frutti (cinorrodi) che contengono carotenoidi, vitamine e acidi organici,
pectine, glucosidi polifenolici e sali minerali; con essi si possono preparare
sciroppi e marmellate, anche se contengono peli irritanti che ne giustificano
certi nomi volgari. Il nome generico deriva dal latino 'rosa', dal greco 'ro-
don', con identico significato; il nome specifico si riferisce ai frutti penduli.
Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
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Frutti eretti. Spine abbondanti anche nelle parti superiori dei fusti
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