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Foglie solitamente più lunghe di 1 cm. Corolla con un tubo ben evidente
Rhododendron hirsutum L.
Il rododendro peloso è un arbusto endemico delle Alpi centro-orientali, Alti
Tatra, Monti Illirici e Carpazi centrali, un relitto della flora alpina preglaciale;
in Italia è presente sulle Alpi centro-orientali di Lombardia, Trentino-Alto
Adige, Veneto e Friuli. La distribuzione regionale si estende su tutte le aree
montuose del Friuli, con lacune sulle Prealpi Giulie più meridionali con sub-
strati arenacei; nell'area di studio è comunissimo in tutte le aree con substrati
calcarei, soprattutto presso il limite degli alberi (ma spesso scende anche più
in basso, ad esempio al Passo Pura a 1400 m). È una specie legata a substrati
calcareo-dolomitici, a carattere pioniero, che cresce in luoghi aperti su suoli
primitivi, spesso anche su rupi e macereti, con optimum nella fascia subal-
pina; raramente, specialmente nelle regioni alpine orientali, a quote inferiori
(200-250 m) lungo greti e frane in siti soleggiati. Le foglie, tossiche per gli
animali, contengono arbutina ed ericolina e venivano un tempo usate a scopo
medicinale come antireumatici, come diuretici e astringenti. I rododendri
sono piante mellifere: dal momento che le alte quote non permettono la so-
pravvivenza degli alveari durante tutto l'anno, questa produzione è basata sulla apicoltura nomade; il prodotto è un miele è di
colore molto chiaro, lievemente acido. Il nome generico deriva dal greco 'rhodon' (rosa) e 'dendron' (albero), e significa quindi
'albero delle rose', da cui anche uno dei nomi comuni italiani 'rosa delle Alpi', dato a
Rh. ferrugineum
; il nome specifico si riferisce
alla pelosità delle foglie. Forma biologica: nanofanerofita/ fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
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Foglie più brevi di 1 cm. Corolla rotata
Rhodothamnus chamaecistus (L.) Rchb.
Il rododendro cistino è un piccolo arbusto endemico delle Alpi orientali,
dalla Lombardia alla Slovenia, relitto della flora alpina preglaciale. La distri-
buzione regionale si estende su quasi tutte le aree montuose del Friuli eccetto
la parte meridionale delle Prealpi Giulie; nell'area di studio è piuttosto co-
mune nelle aree con substrati calcarei. Cresce in luoghi rocciosi su calcare
e dolomia, con optimum nella fascia subalpina; a quote più basse tende ad
occupare luoghi più umidi ed ombrosi, a quote elevate si trova invece in
stazioni ben soleggiate. Il nome del genere deriva dal greco 'rhodon' (rosa)
e 'thamnos' (cespuglio), quello specifico deriva dal greco 'khamái' (a terra,
strisciante, basso) e significa 'basso cisto'. Forma biologica: camefita suffruti-
cosa. Periodo di fioritura: aprile-agosto.
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Foglie rugginose di sotto. Petali 5. Frutto secco
Rhododendron ferrugineum L.
Il rododendro ferrugineo, o rosa delle Alpi, è una specie endemica delle Alpi
e dei Pirenei, un relitto della vegetazione alpina preglaciale, diffusa lungo tut-
to l'arco alpino e nell'Appennino settentrionale (Toscana). La distribuzione
regionale si estende su tutte le aree montuose del Friuli; nell'area di studio è
comunissimo in tutte le aree con substrati silicei, soprattutto presso il limite
degli alberi (ma spesso scende anche più in basso, ad esempio al Passo Pura
a 1400 m). Cresce su macereti, nelle praterie d'altitudine, nelle cenge e su
pendii a innevamento prolungato, con optimum su substrati silicei nei larice-
ti della fascia subalpina. Supera frequentemente il limite degli alberi coloniz-
zando le praterie alpine: popolamenti estesi rivestono di preferenza i versanti
freschi ed esposti a nord ad innevamento prolungato. Le foglie contengono
glucosidi che sono stati causa di avvelenamenti di cavalli, pecore ed altri er-
bivori. Mettendo a macerare in olio le galle prodotte dal fungo
Exobasidium
rhododendri
si ottiene il famoso 'olio di marmotta', ritenuto efficace contro i
dolori reumatici e come vulnerario. È una pianta mellifera e lungo l'arco alpi-
no esiste una produzione esclusiva di miele di puro rododendro; dal momento che le alte quote non permettono la sopravvivenza
degli alveari durante tutto l'anno, questa produzione è basata sull’apicoltura nomade: il miele è di colore molto chiaro, lievemente
acido. In passato i rametti secchi del rododendro venivano utilizzati come scope e filtri per il latte. Il nome generico deriva dal
greco 'rhodon' (rosa) e 'dendron' (albero), e significa quindi 'albero delle rose', da cui anche uno dei nomi comuni italiani 'rosa
delle Alpi'; il nome specifico si riferisce alla pelosità rugginosa della faccia inferiore delle foglie. Forma biologica: nanofanerofita/
fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
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Foglie non rugginose di sotto. Petali 4. Frutto carnoso
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1...,58,59,60,61,62,63,64,65,66,67 69,70,71,72,73,74,75,76,77,78,...508