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glucosidi e sono tossiche. Il genere è dedicato al botanico tedesco Adam
Lonitzer-Lonicerus (1528-1586), il nome specifico forse allude al fatto
che le foglie sono appetite dalle capre. Forma biologica: fanerofita
lianosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
10
Foglie composte (divise in foglioline completamente
separate tra loro)
11
10
Foglie semplici
15
11
Foglie palmate
Aesculus hippocastanum L.
L'ippocastano è un albero ornamentale di notevole prestanza (può infatti
raggiungere i 30 m di altezza), originario di un'area ristretta della penisola
balcanica. Fu introdotto nel 1576 da Charles de L'Écluse (Clusius) nei
giardini imperiali di Vienna e da qui, a distanza di tempo (sec. XVIII-
XIX), venne distribuito attraverso i semi in tutto il territorio dell'Impero
Austro-Ungarico; per tale motivo la specie risulta tradizionalmente
impiegata soprattutto nell
'
Italia settentrionale. È coltivato in viali, parchi
e giardini per la sua fioritura e per l'ombra che offre, a volte comparendo
subspontaneo nei boschi termofili della fascia collinare. I semi, velenosi
per effetto dei saponosidi ivi contenuti, vengono talvolta consumati per
errore perché scambiati per castagne o ritenuti commestibili come queste
ultime. La pianta è poi usata a scopo farmaceutico (antiemorroidario),
cosmetico e tintorio; i semi, schiacciati e pestati, erano impiegati come
sapone, specialmente in tempo di guerra. Le alberature sono oggi
attaccate da un lepidottero (
Cameraria ohridella
) che causa il precoce
appassimento delle foglie. Il nome generico era già in uso presso i
Romani (Virgilio), che però con esso designavano una quercia. L'epiteto
specifico deriva dal greco 'híppos' (cavallo) e 'kástanon' (castagna), per
l'aspetto dei frutti a forma di grossi ricci a spine deboli e fragili contenenti
grossi semi simili a castagne, utilizzati in Oriente come alimento per i
cavalli. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-
maggio.
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Foglie pennate
12
12
Foglie di odore sgradevole se sfregate tra le dita. Frutto carnoso
Sambucus nigra L.
Il sambuco nero è una specie subatlantico-sudeuropea presente in tutte le
regioni d'Italia. Originario di boschi di forra freschi ed umidi si è poi
diffuso in ambienti disturbati ed è oggi comunissimo presso gli abitati, su
suoli limoso-argillosi piuttosto freschi, ricchi in basi ed in composti
azotati, da neutri a subacidi, dal livello del mare alla fascia montana
superiore. È una pianta da cui si possono estrarre varie sostanze, tra cui
tannino, saccarosio, olio essenziale, coloranti, cera e resine; per questo è
utilizzata nella medicina popolare. I fiori sono utilizzati per preparare
bevande, i frutti per sciroppi, marmellate, succhi e liquori. Le foglie sono
tossiche. Si adatta molto bene ai diversi tipi di terreno e clima e può
vivere sino a circa 50 anni. Il nome generico deriva dal greco 'sambuke',
uno strumento musicale costruito con legno tenero; il nome specifico
allude al colore nero dei frutti. Forma biologica: fanerofita cespitosa.
Periodo di fioritura: aprile-giugno.
12
Foglie non odorose. Frutto secco
13
13
Piccioli delle 2 foglie opposte con basi contigue. Nervature laterali delle foglioline
raggiungenti il margine. Frutti appaiati
Acer negundo L.
L'acero negundo è originario del settore orientale del Nordamerica,
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