8
importato in Europa alla fine del '600 e segnalato per la prima volta in
Italia nel 1780. È un albero a rapido accrescimento e vive fino a circa 150
anni, viene spesso coltivato a scopo ornamentale, in diverse cultivar,
alcune a foglie variegate. Spesso compare allo stato spontaneo,
comportandosi come una pericolosa aliena invasiva avvantaggiata dal
possedere frutti alati che il vento disperde con grande facilità; mostra una
decisa tendenza a insediarsi in ambienti abbandonati e umidi. Modifica
sensibilmente il paesaggio naturale e riduce la biodiversità delle cenosi
boschive, soprattutto in ambiente ripariale; ha esigenze ecologiche
identiche a quelle di diverse latifoglie autoctone dei suoli freschi,
particolarmente diffusi nelle aree alluvionali, dove cresce velocemente e
fruttifica in abbondanza. È specie inclusa nella lista nera delle specie
alloctone vegetali in Lombardia ed è inoltre inserita tra le specie esotiche
a carattere infestante e dannose per la conservazione della biodiversità. In
Italia è diffuso soprattutto al Nord e al Centro; è comune anche nella
Pianura Padana. Dalla concentrazione della linfa, nella sua area d'origine,
si produce una sostanza zuccherina d
'
uso alimentare (sciroppo d'acero),
sebbene la specie a ciò ufficialmente devoluta sia il compatriota acero da
zucchero (
Acer saccharum
). Il nome generico era già in uso presso i
Romani e deriva dal latino 'acer' (appuntito, acuto), forse per l'acutezza
dei denti fogliari di diverse specie fra cui
Acer platanoides
, oppure in
riferimento al fatto che il legno di alcune specie europee, molto compatto
ed elastico, era usato per la fabbricazione di lance. L'etimologia del nome
specifico è incerta, ma sembra sia più verosimilmente collegata, nei
richiami subliminali di Linneo, allo hindi 'nigrundi', al bengali 'nishinda' e
al filippino 'lagundi', termini riferiti a specie asiatiche di
Acer
. Forma
biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
13
Piccioli con basi distanti l'una dall'altra. Nervature
laterali delle foglioline non raggiungenti il margine. Frutti
non appaiati
14
14
Gemme grigie. Fiori bianchi, con petali
Fraxinus ornus L. subsp. ornus
L'orniello è una specie mediterraneo-pontica presente in tutte le regioni
d'Italia. Cresce in boschi aperti, nei mantelli, su substrati sia calcarei che
marnoso-arenacei, soprattutto con il carpino nero, ma anche in boschi più
maturi di querce, dal livello del mare alle faggete termofile della fascia
montana inferiore. In Italia meridionale la linfa è utilizzata per la
produzione della manna, sostanza zuccherina contenente mannite con
deboli proprietà lassative, che viene estratta con incisioni praticate nella
corteccia e lasciata rapprendere all'aria. Il nome generico, già utilizzato da
Plinio il Vecchio, deriva dal greco 'frasso' (difendo), forse per l'uso
dell'orniello come pianta per siepi; il nome specifico in latino significa
'ornamentale'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
aprile-maggio.
14
Gemme nere o bruno scure. Fiori verdastri, senza petali
Fraxinus angustifolia Vahl subsp. oxycarpa (Willd.) Franco & Rocha Afonso
Il frassino meridionale è un albero sudest europeo, presente in quasi tutta
Italia salvo che in Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Liguria e Sicilia,
dal livello del mare ai 1000 m circa. Cresce in boschi paludosi, su suoli
pesanti, limoso-argillosi, ricchi in composti azotati e con ristagno d'acqua.
Come dall'orniello, anche da questa specie si estraeva la manna, una
sostanza zuccherina contenente mannite, dalle proprietà debolmente
lassative. Il nome generico, già utilizzato da Plinio il Vecchio, deriva dal
greco 'frasso' (difendo), forse per l'uso dell'orniello come pianta per siepi;
il nome della sottospecie deriva dal greco 'oxys' (acuto, aguzzo) e 'carpòs'
(frutto) ad indicare la forma più stretta ed affusolata delle samare. Forma
biologica: fanerofita scaposa Periodo di fioritura: novembre-gennaio.
15
Foglie lobate
16
15
Foglie non lobate
17
1,2,3,4,5,6,7 9,10,11,12,13,14,15,16,17,18,...48