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l'attenzione di bambini o persone sprovvedute e la loro ingestione può
provocare nausea, dolori addominali e diarrea, mentre il contatto con le
foglie può originare reazioni fotoallergiche. Bisogna quindi prestare
molta attenzione prima di maneggiare questa pianta. Il nome generico è
assonante, forse non a caso, con il latino 'adhaerēre' (aderire); quello
specifico in greco significa 'attorcigliamento', alludendo ai giovani fusti
della pianta che si attorcigliano sui loro supporti. Forma biologica:
fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: settembre-novembre.
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Fiori e frutti non disposti in ombrelle semplici. Piante decidue
Solanum dulcamara L.
La dulcamara è una specie eurasiatico-temperata presente in tutte le
regioni d'Italia. Originaria di alvei fluviali (canneti disturbati) è poi
passata a vegetazioni ruderali quali margini di boschetti disturbati, siepi,
discariche, coltivi etc., su suoli limoso-argillosi piuttosto freschi e
profondi, ricchi in composti azotati, da neutri a subacidi, dal livello del
mare alla fascia montana inferiore. La pianta è tossica soprattutto negli
organi giovani, che contengono solanina, dulcamarina e solanidina, ma fu
per lungo tempo usata a scopo medicinale. Il nome generico deriva dal
latino 'solamen' (sollievo); il nome specifico allude al sapore di tutte le
parti della pianta, prima dolciastro, poi amaro. Forma biologica:
nanofanerofita. Periodo di fioritura: aprile-luglio.
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Foglie lobate
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Foglie non lobate
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Pianta con rami terminanti in spina. Fiori con petali
Crataegus monogyna Jacq.
Il biancospino è un arbusto eurasiatico-sudeuropeo presente in tutta Italia
dal livello del mare alla fascia montana inferiore, con optimum nella
fascia submediterranea. È uno dei principali costituenti di boscaglie,
macchie e siepi, ed appare in tutti gli stadi dinamici della vegetazione
legnosa, su suoli da carbonatici a debolmente acidi; colonizza persino le
pietraie, sia pur con esemplari rattrappiti e deformi. È una pianta
ornamentale usata per siepi e giardini, apprezzata per la fioritura
prolungata e profumata e anche per il colore vivace dei frutti che
perdurano a lungo. Le foglie e i frutti hanno proprietà officinali. Il nome
generico deriva dal greco 'kratos' (forza), antico nome comune della
pianta, quello specifico deriva dal greco 'mónos' (unico) e 'gyné'
(femmina), per l'ovario monocarpellare. Forma biologica: nanofanerofita.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Piante non spinose. Fiori senza petali
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Foglie penninervie
Quercus robur L. subsp. robur
La farnia è un albero dell'Europa centro-meridionale presente in tutte le
regioni dell'Italia continentale. Cresce in boschi planiziali, su terreni
profondi e molto freschi, con optimum nella fascia submediterranea.
Viene coltivata per rimboschimenti e per il legname pregiato utilizzato
per travi, costruzioni navali, mobili, scale, parquet, etc. Con il termine
'rovere di Slavonia', il legno di farnia è utilizzato per costruire doghe delle
botti destinate all'invecchiamento di vini pregiati e cognac. Un tempo le
ghiande erano largamente usate per l'alimentazione dei maiali. È una
pianta a crescita lenta ma molto longeva; si conoscono esemplari di circa
1000 anni. Il nome generico, già in uso presso gli antichi, sembra
ricollegarsi alla radice indoeuropea che il latino condivide con le parole
celtiche 'kaer' e 'quer' (bell'albero), cioè 'l'albero per eccellenza', ma anche
con analoghi termini greci riferiti alla rudezza del legno delle piante
appartenenti a questo genere; quello specifico è un termine latino che
significa 'duro', 'resistente', 'robusto'. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie palminervie
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