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fioritura: maggio-giugno.
48
Arbusti o piccoli alberi (< 10 m a maturità). Frutti di
aspetto diverso
49
49
Foglie con picciolo coperto di peli ghiandolari. Frutto secco (nocciola)
Corylus avellana L.
Il nocciolo è una specie europea con tendenza subatlantico-
submediterranea presente in tutta Italia dalla fascia submediterranea a
quella montana. Cresce nelle radure e nei mantelli di boschi di latifoglie
decidue, su suoli limoso-argillosi profondi, freschi, umiferi, ricchi in basi
e composti azotati. Le qualità alimentari della nocciola sono note fin
dall'antichità: sono un alimento energetico di grande valore e una preziosa
fonte di vitamine e minerali. L'industria dolciaria utilizza la farina di
nocciole per la produzione di nocciolati, torroni e pasta di gianduia
(creata quando Napoleone bloccò l'importazione delle spezie e si verificò
una penuria di cacao). L'alta capacità pollonifera ha favorito la
coltivazione come pianta ornamentale e da frutto. Il legno, ottimo
combustibile, è utilizzato anche per palerie. Il nome generico deriva dal
greco 'koris' (elmo), e allude alla forma dell'involucro erbaceo che ricopre
la nocciola; il nome specifico deriva da Avella, un centro campano nella
provincia di Avellino, noto fin dai tempi dei Romani per la produzione di
nocciole. Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura:
marzo-aprile.
49
Foglie con picciolo senza peli ghiandolari. Frutto carnoso
Morus alba L.
Il gelso bianco, originario dell'Asia orientale, è stato introdotto in Europa
probabilmente nel XII secolo per l'allevamento del baco da seta che lo
preferisce al gelso nero. La presenza in Italia è documentata dal 1434. È
ampiamente coltivato nella zona submediterranea, ed è segnalato come
specie avventizia in quasi tutta Italia. Cresce in filari, siepi, ai margini
degli abitati. Il frutto è un sorosio, composto di piccole drupe bianco-
rosate, dolci già prima della maturità, anche se quasi mai appare sul
mercato per la sua breve durata. Il nome generico è quello utilizzato dagli
antichi Romani per indicare il gelso nero, pianta da loro già conosciuta
perché originaria dell'Asia Minore; deriva a sua volta dal greco antico
'meros' (parte), in riferimento all'infruttescenza formata da tanti piccoli
frutti con involucro carnoso; il nome specifico deriva dal latino 'albus'
(bianco) e si riferisce sempre ai frutti ma questa volta al loro colore
prevalente (esistono anche forme a frutti rosa o violetti, che possono
generare confusione col gelso nero). Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie a margine dentato o dentellato
51
50
Foglie a margine intero
61
51
Piante sempreverdi con foglie coriacee
52
51
Piante decidue con foglie non coriacee
54
52
Foglie grigio-pelose di sotto. Fiori senza petali. Frutto secco (ghianda)
Quercus ilex L. subsp. ilex
Il leccio è l'albero mediterraneo per eccellenza, presente allo stato
spontaneo in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, ma molto
più abbondante nell'Italia mediterranea. È la specie dominante nei residui
boschi di sclerofille sempreverdi della macchia mediterranea, su suolo
preferibilmente acido; ai margini dell'areale cresce anche nei boschi
decidui o in habitat rupestri in siti caldo-aridi, su suoli calcarei primitivi e
ricchi in scheletro. Ha limitati impieghi artigianali, essendo il legno molto
duro e resistente alle alterazioni ma difficile da lavorare e stagionare;
viene comunque usato per oggetti sottoposti a forti sollecitazioni e usura,
come parti di attrezzi agricoli, pezzi per torchi, presse e imbarcazioni, ecc.
La corteccia è usata per la concia delle pelli, perché ricca in tannini. Le
ghiande sono impiegate nell'alimentazione dei maiali; un tempo venivano
usate anche dall'uomo, torrefatte, come surrogato del caffè. Il nome
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