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generico, già in uso presso gli antichi, è di etimologia incerta, potrebbe
derivare da due parole celtiche, 'kaer' e 'quer' (bell'albero), cioè 'l'albero
per eccellenza'; secondo altri deriva dal greco, indicando il legno ruvido
delle piante di questo genere; il nome specifico, che forse deriva da una
radice celtica che significa 'punta', è quello dato dai Romani all'agrifoglio,
per la frequente presenza anche nel leccio di foglie subspinose. Forma
biologica: fanerofita scaposa (fanerofita cespitosa). Periodo di fioritura:
aprile-giugno.
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Foglie verdi su entrambe le facce. Fiori con petali. Frutto
carnoso
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Fiori e frutti disposti in corimbi più larghi che lunghi. Rami giovani arrossati
Photinia serrulata Lindl.
Specie di origine asiatico-orientale, viene frequentemente coltivata come
pianta ornamentale, ed è segnalata come avventizia in Veneto e Toscana.
Il nome generico proviene dal greco 'photós' (luce), alludendo alla
lucentezza del fogliame; il nome specifico deriva dal latino 'serrula'
(piccola sega) e si riferisce al margine finemente dentellato delle foglie.
Forma biologica: fanerofita cespitosa/ fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: maggio-giugno.
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Fiori e frutti disposti in racemi più lunghi che larghi. Rami giovani verdi
Prunus laurocerasus L.
Il lauroceraso è originario dell'Asia Minore e dell'Europa sud-orientale; è
stato diffuso a scopo ornamentale nel resto dell
'
Europa nel XVI secolo. In
Italia, ove la sua presenza è documentata dal 1558, è ampiamente diffuso
a scopo paesaggistico-ornamentale soprattutto per siepi sempreverdi,
grazie alla sua robustezza ed adattabilità alle potature frequenti. Tende
raramente a spontaneizzarsi senza però diventare invasivo; è segnalato
come specie avventizia in Italia centro-settentrionale (salvo che in Valle
d'Aosta e Friuli Venezia Giulia) e Abruzzo (non ritrovato in tempi recenti
in Campania), dal livello del mare ai 300 m circa. Tutte le parti della
pianta contengono elevate quantità di glicosidi cianogenetici ad azione
tossica. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia
incerta; quello specifico allude alle foglie che richiamano quelle
dell'alloro e ai frutti che richiamano le ciliegie. Forma biologica:
fanerofita scaposa/fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: aprile-
maggio.
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Foglie verdi di sopra, fortemente pelose e bianco-grigie di
sotto
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Foglie verdi su entrambe le facce
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Foglie almeno 4 volte più lunghe che larghe
Salix alba L. var. alba
Il salice bianco è un albero eurasiatico-sudeuropeo presente in tutte le
regioni d'Italia. Cresce presso i laghetti e nelle zone umide, su suoli da
argillosi a fangosi periodicamente inondati, ricchi in basi e composti
azotati, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. A livello di
ecosistema, svolge una funzione di consolidamento del terreno, limitando
i danni in caso di frane. Il legno non marcisce presto in terreni saturi di
acqua. I rami giovani, soprattutto di piante capitozzate, sono utilizzati
come vimini per la costruzione di ceste, sedie, ecc. La corteccia contiene
acido salicilico, componente essenziale dell'aspirina. Con le foglie si
tingeva la lana di giallo. Può vivere fino a 200 anni. Il nome generico, di
antico uso, è di origine incerta: forse deriva dal celtico 'sal lis' (presso
l'acqua); il nome specifico allude al fogliame di colore chiaro. Forma
biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-aprile.
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Foglie meno di 4 volte più lunghe che larghe
Populus alba L.