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Petali da bianchi a rosa, più brevi di 12 mm. Peduncoli fruttiferi ricurvi dopo la
fioritura. Frutti lisci sul dorso
Malva neglecta Wallr.
La malva domestica è una specie eurasiatico-sudeuropea presente in quasi
tutta Italia, salvo che in Calabria e forse Sicilia, dal livello del mare ai
1800 m circa. Cresce in vegetazioni ruderali presso insediamenti rurali,
lungo muri e strade, in discariche, in giardini e tappeti erbosi, ai margini
di coltivi, su suoli argillosi freschi, ricchi in composti azotati. Comune nei
tappeti erbosi del Castello Sforzesco, assieme a
Malva sylvestris
subsp.
sylvestris
, dalla quale si può distinguere soltanto in fioritura (o in frutto).
Il nome generico è attinto direttamente dal latino classico (Cicerone) e
sembra ricollegarsi, attraverso una radice indoeuropea, al greco
“malakós” (molle, emolliente), in ragione delle ben note proprietà
emollienti di frutti immaturi, foglie e germogli di
M. sylvestris
; l’epiteto
specifico significa “trascurata, dimenticata”, in quanto mai studiata e
confusa con altre specie fino al 1824, quando Carl Friedrich Wallroth ne
fornì la descrizione ufficiale. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo
di fioritura: maggio-agosto.
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Petali roseo-violetti, più lunghi di 12 mm. Peduncoli fruttiferi eretti. Frutti con strie
reticolate sul dorso
Malva sylvestris L. subsp. sylvestris
La malva comune o malva selvatica è una specie originariamente diffusa
dall’Europa centro-meridionale all’Asia e oggi divenuta cosmopolita,
presente in tutte le regioni d’Italia sino alla fascia montana. Cresce in siti
ruderali lungo vie e muri e anche nei prati e tappeti erbosi urbani (per
esempio, al Castello Sforzesco è presente nei fossati e nei tappeti erbosi
interni, ai quali conferisce una graziosa macchia di colore), in discariche,
aiuole, giardini e orti, su suoli da sabbiosi a limoso-argillosi, spesso
subaridi d’estate, ricchi in composti azotati. Il nome generico è attinto
direttamente dal latino classico (Cicerone) e sembra ricollegarsi,
attraverso una radice indoeuropea, al greco “malakós” (molle,
emolliente), in ragione delle ben note proprietà emollienti di frutti
immaturi, foglie e germogli; l’epiteto specifico (“i” sostituita da “y” in
epoca storica recente) deriva dal latino “silva” (bosco, selva), alludendo
all’habitat primario della specie, cioè l’ambiente boschivo. Forma
biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-settembre.
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Petali 4. Fusti striscianti
Veronica persica Poir.
Specie proveniente dall'Asia occidentale ed oggi divenuta
subcosmopolita, presente in tutta Italia sino alla fascia montana inferiore.
Cresce nei coltivi, soprattutto vigneti, ma anche in discariche, margini
stradali, aiuole, giardini, vialetti inghiaiati, su suoli argillosi poco umiferi,
freschi, ricchi in calcio ed in composti azotati. Il nome generico è di
etimologia molto incerta: secondo alcuni deriva dalla leggenda della
Veronica, la donna che pulì il volto di Cristo con un fazzoletto prima
della crocifissione, alludendo alle venature più scure nella corolla presto
caduca di alcune specie o al fatto che molte specie fioriscono
precocemente, durante la settimana santa, altri invece pensano che sia
legato a legato a Santa Veronica da Binasco (1445-1497). Forma
biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: gennaio-dicembre.
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Petali 5. Fusti eretti
Myosotis ramosissima Rochel subsp. ramosissima
Il nontiscordardimé ramosissimo è una specie eurasiatica presente in tutta
Italia al di sotto della fascia montana superiore. Cresce in vegetazioni
erbacee aperte, prati e arbusteti, su suoli sabbiosi acidi. È molto diffuso in
parchi e giardini, ed è presente anche al Castello Sforzesco, nell’aiuola
lungo la discesa che dal Cortile della Rocchetta conduce alla Corte
Ducale. Il nome generico deriva dal greco “mýs-myós” (topo) e “oús-
otós” (orecchio), per la forma delle foglie soprattutto dei giovani
1...,44,45,46,47,48,49,50,51,52,53 55,56,57,58,59,60