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139
Fiori lunghi 1.5-3 cm. Calice non nascosto, con brattee brevi
Convolvulus arvensis L.
Il vilucchio comune è una specie eurasiatico-sudeuropea oggi divenuta
cosmopolita nelle zone temperato-calde, presente in tutta Italia dal livello
del mare alla fascia montana superiore. Cresce come infestante in
vegetazioni ruderali presso gli abitati, ai margini di strade e viottoli
campestri, in coltivi, scarpate, giardini e vigneti, su suoli argillosi spesso
costipati, ricchi in composti azotati ma poveri di humus, a volte anche
subsalsi. La pianta è debolmente tossica, ma ben difficilmente causa
avvelenamenti per l’incauto consumo dei giovani getti. Il nome generico
deriva dal verbo latino “convolvere” (avvolgere, intricare) e si riferisce
all’habitus caratteristico della pianta; l’epiteto specifico è un aggettivo
latino che significa “dei campi arati”. Forma biologica: geofita
rizomatosa. Periodo di fioritura: maggio-ottobre.
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Fiori gialli
141
140
Fiori di altro colore
143
141
Petali più di 5, liberi
Ficaria verna Huds. subsp. verna
L’aggregato di
Ficaria verna
(sinonimo:
Ranunculus ficaria
L.)
comprende diverse entità di difficile identificazione ed è presente in tutte
le regioni d’Italia. In Italia settentrionale, così come al Castello Sforzesco
(presso l’accesso alla porzione cintata del fossato esterno), è comune
F.
verna
nel senso stretto del termine (in italiano favagello). Originaria dei
boschi igrofili, oggi è più frequente in ambienti freschi disturbati, al
seguito degli insediamenti umani. Cresce su suoli limoso-argillosi da
freschi a umidi e da neutri a subacidi, dal livello del mare sino alla fascia
montana. Alcune forme (tra le quali
F. verna
in senso stretto) si
riproducono vegetativamente con stoloni e bulbilli, formando spesso
popolazioni clonali unidominanti. Le parti fresche sono velenose
(protoanemonina). Il nome generico intenderebbe richiamare (in modo
non molto convincente) una somiglianza delle foglie, specialmente quelle
più grandi e dal contorno più inciso, con le foglie del fico; l’epiteto
specifico allude alla fioritura della prima primavera. Forma biologica:
geofita bulbosa/emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: gennaio-
maggio.
141
Petali 5, saldati alla base
142
142
Filamenti degli stami con peli violetti
Verbascum blattaria L.
Il verbasco blattaria è una specie eurasiatica presente in quasi tutta Italia,
eccetto la Val d’Aosta, dal livello del mare agli 800 m circa. Cresce in
vegetazioni ruderali lacunose, in discariche, margini stradali, scarpate,
alla base di muri, nelle aiuole spartitraffico, su suoli limoso-argillosi,
moderatamente aridi, ricchi in composti azotati e in carbonati. È tossico,
soprattutto nei semi, per la presenza di saponine. Al Castello Sforzesco lo
si può incontrare presso l’aiuola lungo la discesa che dal Cortile della
Rocchetta conduce alla Corte Ducale. Il nome generico, già usato da
Plinio, forse deriva dal latino “barbascum” (barba), per i filamenti
staminali vistosamente pelosi, o molto più probabilmente per la densa
pelosità delle foglie e dei fusti di molte specie. Forma biologica:
emicriptofita bienne/terofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
142
Filamenti degli stami con peli biancastri
Verbascum phlomoides L.
Il verbasco barbarastio è una specie eurasiatica, presente in tutta Italia dal
livello del mare ai 1300 m circa. Cresce nelle vegetazioni ruderali
lacunose di discariche, margini stradali, zone industriali dismesse,
periferie urbane, su suoli da argillosi a sabbiosi, ricchi in calcio e
composti azotati, aridi d’estate. Ad esempio, al Castello Sforzesco lo si
può trovare sulle mura della sommità del Rivellino. È tossico, soprattutto
nei semi, per la presenza di saponine. Il nome generico, già usato da
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