51
Plinio, forse deriva dal latino “barbascum” (barba), per i filamenti
staminali vistosamente pelosi, o molto più probabilmente per la densa
pelosità delle foglie e dei fusti di molte specie. Forma biologica:
emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
143
Foglie tutte disposte in rosetta alla base del fusto (fusti
fioriferi nudi). Fiori con 4 tepali brunastri e 2 stami,
disposti in spighe
144
143
Foglie presenti anche sui fusti. Fiori di aspetto diverso
145
144
Foglie molto più lunghe che larghe, lanceolate
Plantago lanceolata L.
La piantaggine minore (conosciuta con diversi altri nomi, tra i quali
lingua di cane) è una specie eurasiatica presente in tutta Italia dal livello
del mare alla fascia montana. Cresce in tappeti erbosi e vegetazioni
erbacee seminaturali, nei prati da sfalcio, ma anche lungo le strade e nei
coltivi, su suoli limoso-argillosi piuttosto profondi, ricchi in composti
azotati. Per la presenza di aucubina la pianta è efficace contro le punture
degli insetti. Comune in tutti i tappeti erbosi del Castello Sforzesco. Il
nome generico deriva dal latino “planta” (pianta dei piedi): le specie più
comuni crescono “sotto la pianta dei piedi”, cioè in ambienti calpestati,
l’epiteto specifico allude alla forma delle foglie. Forma biologica:
emicriptofita rosulata. Periodo di fioritura: aprile-agosto.
144
Foglie ovate o ellittiche, raramente più di 3 volte più lunghe che larghe
Plantago major L. subsp. major
La piantaggine maggiore, a Milano nota come “urecc d’asin”, è una
specie eurosiberiana, oggi divenuta cosmopolita, presente in tutta Italia
dal livello del mare sino alla fascia montana superiore. È tipica di tappeti
erbosi, calpestii e vegetazioni erbacee seminaturali, su suoli limoso-
argillosi abbastanza freschi in profondità e ricchi in composti azotati. Per
la presenza di aucubina la pianta è efficace contro le punture degli insetti.
Le foglie giovani (come in diverse altre specie di
Plantago
) sono
commestibili in insalata; ovviamente da non raccogliere, a causa del forte
inquinamento, al Castello Sforzesco e nelle aree urbane. Comune tra i
lastricati e nei tappeti erbosi del Castello. Il nome generico deriva dal
latino “planta” (pianta dei piedi): le specie più comuni crescono “sotto la
pianta dei piedi”, cioè in ambienti calpestati. Forma biologica:
emicriptofita rosulata. Periodo di fioritura: maggio-settembre.
145
Base del picciolo con una guaina membranosa avvolgente
il fusto
146
145
Base del picciolo senza guaina membranosa avvolgente il
fusto
147
146
Fiori disposti in spighe. Fusti eretti
Persicaria dubia (Stein.) Fourr.
Il poligono mite (sinonimo:
Polygonum mite
Schrank) è una specie
sudeuropea di clima subatlantico, presente in quasi tutta Italia, salvo che
in Umbria, Molise, Puglia, Basilicata e forse Campania, dalla costa alla
fascia montana inferiore. Cresce in vegetazioni umide e più o meno
disturbate, soprattutto lungo i fossi e ai margini di stagni, su suoli limoso-
argillosi ricchi in composti azotati. Al Castello Sforzesco vi sono degli
esemplari entro il fossato esterno, lato nordovest, presso il Castello, a
nord del ponte. Il nome generico ha etimologia incerta: potrebbe alludere
al fatto che molte specie hanno foglie simili a quelle del pesco (
Prunus
persica
) o potrebbe essere un antico nome medioevale di alcune piante
con fusti nodosi. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura:
luglio-ottobre.