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Involucro dei capolini di 5-9×3-8 mm. Frutti senza becco
Crepis capillaris (L.) Wallr.
La radicchiella capillare è una specie centroeuropea a baricentro
subatlantico, presente in quasi tutte le regioni dell’Italia centro-
settentrionale (salvo Marche e Umbria) e in Campania. Cresce negli
incolti, nei campi, in ambienti ruderali, nei tappeti erbosi, lungo
massicciate ferroviarie o lungo le vie, dal livello del mare ai fondovalle
delle Alpi. Comune nei tappeti erbosi del Castello Sforzesco, ai quali
conferisce una graziosa macchia di colore. Il nome generico deriva dal
greco “krepís-krepídos” (scarpa) per la forma del frutto di alcune specie;
l’epiteto specifico allude ai rami dell’infiorescenza particolarmente sottili.
Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Involucro dei capolini di 7-16×4-13 mm. Frutti terminanti in un lungo becco
Crepis foetida L. subsp. foetida
La radicchiella selvatica è una specie eurimediterranea presente in tutta
Italia al di sotto della fascia montana inferiore. Cresce in incolti aridi,
muri, vigne, bordi di strade e ambienti ruderali. Il nome generico deriva
dal greco “krepís-krepídos” (scarpa) per la forma del frutto di alcune
specie, quello specifico allude all’odore, secondo Linneo, sgradevole
della pianta (di mandorla amara secondo Morison). Forma biologica:
terofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-ottobre.
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Fiori tutti gialli
Senecio inaequidens DC.
Il senecione sudafricano è una specie naturalizzata, originaria, come dice
il nome italiano, del Sudafrica, segnalata per la prima volta in Italia nel
1947 (provincia di Verona) e da allora diffusasi rapidamente in quasi tutta
Italia, dal livello del mare alla fascia montana, raramente più in alto.
Cresce in vegetazioni ruderali lacunose, ai margini di strade, presso gli
abitati, in discariche, cave, aree industriali, ma ormai anche in luoghi
rupestri assolati, su suoli primitivi ricchi in scheletro e poveri in humus.
Ha effetti negativi sui raccolti (vigne), sulla biodiversità, riduce il valore
dei pascoli ed è tossica per gli animali a sangue caldo (incluso l’uomo; a
volte letale per i cavalli), contenendo alcaloidi che possono passare al
latte (mediante il pascolo) o persino al miele (attraverso il nettare raccolto
dalle api che ne visitano i fiori). Modifica inoltre il paesaggio, rimanendo
in fioritura per 6-7 mesi all’anno e danneggia le infrastrutture,
interferendo nel recupero delle aree rurali dismesse. Il principale impatto
di questa specie è legato alla sua elevata competitività; ha, infatti, un tasso
riproduttivo elevato, ogni pianta potendo sviluppare 80-100 infiorescenze
e producendo in un anno 30.000 semi capaci di rimanere vitali fino a 40
anni; si adatta facilmente a situazioni climatiche diverse ed è indifferente
al substrato. La dispersione naturale avviene tramite gli spostamenti
d’aria (come ad esempio lungo la rete stradale e autostrade e le ferrovie),
ma anche a opera degli uccelli, dei mammiferi domestici e dell’uomo.
Tutte queste caratteristiche ne favoriscono l’invasività e l’espansione. È
presente anche al Castello Sforzesco, alla base delle mura della sommità
del Rivellino e sulle mura del fossato di Piazza d’Armi (fossato di Porta
Giovia). Il nome generico deriva dal latino “senex” (vecchio), alludendo
ai pappi biancastri dei frutti o alla pelosità grigia di molte specie. Forma
biologica: terofita scaposa o camefita suffruticosa. Periodo di fioritura:
agosto-ottobre.
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Fiori almeno in parte biancastri o rosa
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Fusti fioriferi senza foglie (foglie tutte basali in rosetta)
Bellis perennis L.
La pratolina comune (o margheritina) è una specie europeo-caucasica
oggi divenuta cosmopolita, presente in tutte le regioni d’Italia. Cresce in
prati e pascoli, aiuole e tappeti erbosi, parchi e giardini, su suoli limoso-