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Fiori disposti all'ascella delle foglie. Fusti prostrati
Polygonum arenastrum Boreau subsp. arenastrum
Il poligono ruderale (o poligono dei sabbioni) è una specie appartenente al
gruppo di
Polygonum aviculare
, a distribuzione eurasiatico-sudeuropea
ma oggi divenuta cosmopolita, presente in tutte le regioni d’Italia. Cresce
in vegetazioni ruderali pioniere e lacunose, spesso calpestate, nelle
fessure dei selciati, ai margini di vie, alla base di muri, in discariche ecc.,
dal livello del mare ai 1000 m circa. Il nome generico deriva dal greco
“polýs” (molti) e “góny-gónatos” (angolo, spigolo), per i fusti più o meno
ripiegati ad angolo in corrispondenza dei nodi, quali si ritrovano in molte
specie, da cui l’ulteriore nome italiano di centinodia. Forma biologica:
terofita reptante. Periodo di fioritura: giugno-settembre.
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Fiori bianchi o biancastri
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Fiori di altro colore
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Petali 5
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Petali 4
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Fiori e frutti disposti in racemi molto più lunghi che larghi
Phytolacca americana L.
La cremesina (o uva turca), immortalata da Alessandro Manzoni nei
Promessi Sposi (cap. XXXIII, la vigna di Renzo), è una neofita invasiva,
originaria, come suggerisce il nome, del Nord America, inizialmente
coltivata in Europa meridionale come pianta da giardino e oggi
largamente naturalizzata in tutta Italia. Cresce su terreni incolti, in campi,
giardini, margini di strade, rive dei corsi d’acqua, massicciate ferroviarie,
ambienti ruderali, su suoli freschi e ricchi di humus, al di sotto della
fascia montana inferiore. In primavera viene raccolta per il consumo dei
giovani germogli, pratica del tutto sconsigliabile in quanto la pianta
crescendo diventa tossica, sebbene al tempo stesso di interesse medicinale
per la presenza di antinfiammatori, proteine antivirali e molecole che
influenzano la divisione cellulare; il succo dei frutti nel passato era
impiegato come colorante per il vino e l’industria dolciaria, uso oggi
sconsigliato perché, come il resto della pianta, ha proprietà lassative. La
radice, bianca e carnosa, è particolarmente tossica per un elevato
contenuto in saponosidi ed è spesso causa di avvelenamenti, anche gravi,
fra gli incauti raccoglitori che la scambiano per rafano. Il nome generico
deriva dal greco “phytón” (pianta) e dall’indi “lakh” (colorante estratto da
un insetto), con riferimento alla tinta violacea del succo delle bacche.
Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: luglio-ottobre.
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Fiori e frutti non disposti in racemi allungati
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Foglie arrotondate o attenuate verso la base. Petali ad apice intero. Frutto carnoso
Solanum nigrum L.
La morella comune è una specie eurasiatico-sudeuropea divenuta
cosmopolita nelle zone temperate, sin dal Neolitico accompagnatrice delle
colture, presente in tutta Italia dal livello del mare alla fascia montana
inferiore. Cresce in vegetazioni ruderali e in coltivi, giardini, campi,
discariche, margini stradali ecc., su suoli limoso-argillosi piuttosto
profondi e ricchi in composti azotati. Il nome generico designava già la
specie nel latino decadente (Celsio) e pare si debba ricollegare al
sostantivo classico “solamen” (sollievo), in relazione ad antichi usi
terapeutici della pianta, la quale per altro è tossica per l’alto contenuto in
solanina dei frutti acerbi; l’epiteto specifico allude al colore nero dei frutti
maturi. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-
novembre.
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Foglie a base cuoriforme. Petali ad apice bilobo. Frutto secco
Malva neglecta Wallr.
La malva domestica è una specie eurasiatico-sudeuropea presente in quasi
tutta Italia, salvo che in Calabria e forse Sicilia, dal livello del mare ai
1800 m circa. Cresce in vegetazioni ruderali presso insediamenti rurali,
1...,42,43,44,45,46,47,48,49,50,51 53,54,55,56,57,58,59,60