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Pianta laticifera (attenzione! Il latice è irritante per le mucose)
Euphorbia paralias L.
L'euforbia maritiima è una specie mediterraneo-atlantica diffusa lungo tutti
i litorali d'Italia ma in via di sparizione a causa dell'impatto turistico sulle
spiagge. Cresce su dune sabbiose presso il mare, spesso assieme ad
Ammophila
, ed è molto resistente all'aridità, al forte irraggiamento solare e
ai venti salmastri. Il latice è velenoso: molto irritante per le mucose, può
scatenare reazioni fotoallergiche. Il nome generico deriva da Euforbo,
medico del Re Giuba II di Mauritania (I sec. a.C. - I sec. d.C.), che secondo
Plinio scoprì l'euforbia e le sue proprietà, il nome specifico deriva dal greco
'parálios', composto da 'pará' (presso, vicino) e da 'háls-halós' (mare, sale)
riferendosi all'habitat. Forma biologica: camefita fruticosa. Periodo di
fioritura: aprile-agosto.
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Pianta non laticifera
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Foglie del fusto più di 50, lunghe al massimo 4(-5) cm
Salsola kali L.
L'erba-kali è una pianta con vasta distribuzione paleotemperata, comune
lungo tutte le coste italiane. Cresce pioniera su sabbia priva di vegetazione
su suoli salati. Veniva utilizzata in passato per le proprietà rimineralizzanti
e diuretiche. Le foglie più giovani possono essere consumate sia crude che
dopo cottura. Il nome generico deriva dal greco 'halos' (mare, sale); quello
specifico deriva dall'arabo 'qalīy' (potassa), in riferimento ai sali di potassio
che si ricavano dalla pianta. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di
fioritura: maggio-agosto.
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Foglie del fusto (se presenti) meno di 50, solitamente più
lunghe di 4 cm
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Piante con aspetto di canna, alte solitamente più di 1.5 m
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Piante non con aspetto di canna
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Foglie più lunghe di 50 cm, alla base più larghe di 7 cm. Glume uguali o subeguali
(lente!)
Arundo donax L.
La canna domestica è una specie probabilmente originaria dall'Asia
occidentale, introdotta ed oggi diffusa in tutta l'area mediterranea, presente
in quasi tutta Italia (mai segnalata in Valle d'Aosta), dal livello del mare ai
900 m circa. Nella nostra regione è ristretta alla parte meridionale, con
poche e sparse stazioni nell'alta pianura. Cresce su terreni umidi e freschi
lungo gli argini di fiumi, torrenti e fossati, in aree sabbiose ripariali, lungo i
margini di campi coltivati, spesso in ambienti antropizzati. Viene utilizzata
per creare siepi frangivento e per costruire palizzate e graticciati, tettoie
rustiche, recinzioni, stuoie, canne da pesca, bastoni da passeggio, cestini,
ecc. Fornisce un'ottima cellulosa per carta. I fusti vengono comunemente
usati anche come tutori in orticoltura e nelle vigne. La pianta contiene
silice che la rende particolarmente tenace e resistente. Serviva anche per
fabbricare frecce e strumenti a fiato come le pipe di cornamusa e il flauto di
Pan, formato da ca 10 canne di diverse dimensioni; ancor oggi le ance degli
strumenti a fiato (oboe, fagotto, clarinetto) sono fabbricate con
Arundo
donax
. Il nome generico deriva dal latino 'aruno', nome molto antico di una
canna palustre che forse deriva dalla radice celtica 'aru' (acqua); il nome
specifico in greco significa 'canna'. Forma biologica: geofita rizomatosa.
Periodo di fioritura: luglio-novembre.
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Foglie di solito più brevi di 50 cm, sempre più strette di 4 cm. Glume diseguali, una
decisamente più piccola dell'altra
Phragmites australis (Cav.) Trin. ex Steud. subsp. australis
La cannuccia di palude è una pianta con una vasta distribuzione
eurasiatico-sudeuropea, oggi divenuta subcosmopolita, diffusa in tutta
Italia (con due sottospecie) dal livello del mare alla fascia montana
inferiore (raramente anche più in alto). È dominante in vegetazioni spesso
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