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Impatiens noli-tangere L.
La balsamina gialla è una pianta annua a vasta distribuzione eurasiatica pre-
sente in tutte le regioni dell'Italia continentale salvo che in Puglia e in Basi-
licata. La distribuzione regionale si estende su quasi tutte le aree montuose
del Friuli, con lacune nella parte meridionale delle Prealpi Giulie; nell'area
di studio la specie è diffusa ma solo localmente comune, ad esempio nei din-
torni del Passo Pura a 1350 m, nel Bosco Flobia lungo la strada presso il
Lago di Sauris a 1100 m, nei dintorni di Sauris di Sopra a 1400 m. Cresce
nelle radure dei boschi di misti di caducifoglie e di faggete termofile oppure
nei consorzi ad alte erbe, su suoli sciolti, freschi e ricchi in humus, in stazioni
piuttosto ombreggiate, fra i 300 e i 1500 m circa, con optimum nella fascia
montana inferiore. La specie è stata spesso usata nella medicina popolare
per presunte proprietà lassative, antibatteriche, diuretiche e antinfiammato-
rie, ma contiene grandi quantità di ossalati e a dosi eccessive può diventare
tossica. Il nome generico in latino significa 'impaziente' e allude alle capsule
mature che esplodono al minimo tocco, così come il nome specifico, che in
latino significa 'non toccare'. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
1193
Foglie a base cuoriforme
Viola biflora L.
La viola gialla è una specie artico-alpina ad areale prevalentemente europeo,
in Italia presente lungo tutto l'arco alpino e sull'Appennino settentrionale,
ove è molto più rara. La distribuzione regionale è estesa a tutte le aree mon-
tuose del Friuli; nell'area di studio la specie è diffusa e localmente comune
e sul M. Clapsavon raggiunge i 2200 m. Cresce in luoghi umidi e ombro-
si, presso alle sorgenti e lungo i ruscelli, su rupi con stillicidio, dalla fascia
montana a quella alpina, raramente anche più in basso. Il nome generico,
già in uso presso i Romani per designare sia la pianta che il colore dei petali
di molte specie, deriva da una radice indoeuropea che significa 'intrecciato,
flessibile, sinuoso', forse per i lunghi rizomi di molte specie; il nome specifico
si riferisce ai fiori, che spesso sono appaiati. Forma biologica: emicriptofita
scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
1193
Foglie a base non cuoriforme
1194
1194
Petalo inferiore lungo 12-25 mm, sino a 2 volte più lungo del calice
Viola tricolor L. s.l.
La viola del pensiero selvatica è una specie polimorfa a distribuzione eura-
siatica, spesso confusa con
V. arvensis
, presente con due sottospecie in tutte
le regioni dell'Italia continentale salvo che in Umbria, Puglia e Calabria. La
distribuzione regionale è piuttosto sparsa e limitata al settore alpino propria-
mente detto; nell'area di studio la specie è poco comune e si concentra presso
gli abitati. Cresce in prati, pascoli, arbusteti e incolti, dal livello del mare
alla fascia montana superiore. È una delle specie da cui è stata ottenuta la
viola del pensiero coltivata. Il nome generico, già in uso presso i Romani per
designare sia la pianta che il colore dei petali, deriva da una radice indoeu-
ropea che significa 'intrecciato, flessibile, sinuoso', forse per i lunghi rizomi
di molte specie; il nome specifico si riferisce alla corolla spesso variegata di
giallo, blu-violetto e bianco. Forma biologica: terofita scaposa/ emicriptofita
bienne. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
1194
Petalo inferiore (con lo sperone) lungo 8-15 mm, al massimo poco più lungo del calice
Viola arvensis Murray s.l.
La violetta dei campi è una pianta annua di origine mediterranea oggi dive-
nuta subcosmopolita nelle zone temperate, presente in tutte le regioni d’Ita-
lia, con due sottospecie. La distribuzione regionale si estende su quasi tutto
il territorio, con lacune nella bassa pianura friulana al di sotto della linea
delle risorgive; nell'area di studio la specie è più frequente presso gli abitati,
ad esempio nei dintorni di Sauris di Sopra a 1400 m. Cresce in coltivi, orti,
vigneti, oliveti, margini di strade, su suoli sabbioso-argillosi, da freschi a su-
baridi, ricchi in composti azotati, da neutri a subacidi, dal livello del mare
alla fascia montana. Il nome generico, già in uso presso i Romani per designa-
re sia la pianta che il colore dei fiori, deriva da una radice indoeuropea che
significa 'intrecciato, flessibile, sinuoso', forse per i lunghi rizomi di molte
specie; il nome specifico in latino significa 'dei campi arati'. Forma biologica:
terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-luglio.
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