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morte'. È un albero molto apprezzato dal punto di vista ornamentale, anche per la costruzione di siepi, poiché sopporta
bene le potature e resiste all'inquinamento. Ha legno duro, pesante e omogeneo e può vivere fino a 2000 anni. Il nome
generico deriva dal greco 'taxos', con significato di arco, per il fatto che il legno si prestava alla fabbricazione di archi; il
nome specifico si riferisce agli arilli rossi simili a delle bacche. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: aprile-maggio.
Tilia cordata
Mill.
Il tiglio selvatico è un albero deciduo a distribuzione
prevalentemente europea presente in tutte le regioni dell'Italia
continentale salvo che in Puglia e forse in Umbria. Nell'Orto
Botanico di Torino la data di inserimento in coltura di questa
specie è incerta. Attualmente è presente in coltivazione un solo
esemplare, avente diametro pari a circa 35 cm. Nel verde pubblico
torinese un'altra specie di Tiglio, il Tiglio ibrido (
Tilia cordata x
Tilia platyphyllos
) è molto ben rappresentata, con circa 10.000
esemplari, la seconda per ordine numerico. In natura il tiglio
selvatico cresce in boschi freschi di latifoglie decidue su suoli
limoso-argillosi profondi, ricchi in basi, spesso alla base di pendii
esposti a nord, dal livello del mare alla fascia montana. I fiori e le
brattee sono usati in erboristeria per la preparazione di tisane
calmanti ed emollienti. I Romani utilizzavano la scorza, tagliata in strisce, seccata e successivamente macerata, per
ricavarne delle fibre usate nella fabbricazione di corde, tessuti e nella preparazione delle 'vincula tiliae', bende per
fasciare le ferite. È una specie molto longeva, che può vivere anche più di 1000 anni. Il nome generico, già in uso
presso i Romani, deriva dal greco 'ptilon' (ala), in riferimento alla brattea del peduncolo fruttifero che funge da ala
durante la disseminazione facilitata dal vento; quello specifico significa 'cuoriforme' e si riferisce alla forma delle
foglie. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
Tilia platyphyllos
Scop. s.l.
Il tiglio nostrano è un albero deciduo a distribuzione sudeuropeo-
subatlantica presente allo stato spontaneo in tutte le regioni d'Italia
salvo che in Sardegna. Nell'Orto Botanico di Torino la data di
inserimento in coltura di questa specie è incerta. Attualmente sono
presenti in coltivazione numerosi esemplari, il più grosso dei quali
avente diametro pari a circa 54 cm. Nel verde pubblico torinese
un'altra specie di Tiglio, il Tiglio ibrido (
Tilia cordata x Tilia
platyphyllos
) è molto ben rappresentata, con circa 10.000
esemplari, la seconda per ordine numerico. Cresce in boschi freschi
di latifoglie decidue su suoli argillosi profondi, piuttosto ricchi in
basi e composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana. I
fiori e le brattee sono usati in erboristeria per la preparazione di
tisane calmanti ed emollienti Il legno è usato per lavori di
falegnameria e tornitura. I Romani utilizzavano la scorza, tagliata
in strisce, seccata e successivamente macerata, per ricavarne delle fibre usate nella fabbricazione di corde, tessuti e nella
preparazione delle 'vincula tiliae', bende per fasciare le ferite. È un albero longevo che può vivere fino a 1500 anni. Il
nome generico, già in uso presso i Romani, deriva dal greco 'ptilon' (ala), in riferimento alla brattea del peduncolo
fruttifero che funge da ala durante la disseminazione facilitata dal vento; il nome specifico deriva dal greco 'platys'
(largo) e 'phyllon' (foglia). Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
Tilia tomentosa
Moench
Il tiglio tomentoso, o tiglio argentato, è una specie originaria
dell'Europa sud-orientale e dell'Asia sud-occidentale, dall'Ungheria e
dai Balcani a est sino alla Turchia occidentale, dove cresce ad
altitudini moderate. Viene ampiamente coltivato come pianta
ornamentale in tutta Europa, in diverse cultivar. Nell'Orto Botanico
di Torino la specie è stata segnalata per la prima volta in coltivazione
nel 1851 quando ne viene indicato l'acquisto dal vivaio Burdin di
Torino. Attualmente è presente un solo esemplare che potrebbe
proprio essere quello indicato nell'acquisto del 1851. Mostra infatti
un diametro di circa 128 cm, corrispondente ad una circonferenza di
4 m, tale da avere i requisiti per l'inserimento tra gli alberi
monumentali della città di Torino secondo quanto previsto dalla
Legge Regionale n°50 del 1995 (e sue modifiche con L.R. n°4 del