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prossimo ai 50 cm. La specie è intollerante alle alte e basse temperature e può soffrire molto a causa di gelate tardive e
siccità estive. Il legno è molto richiesto, ma la resistenza e la tessitura non sono uniformi: richiede perciò un'attenta
selezione per avere una buona uniformità. L'utilizzo è svariato soprattutto nelle costruzioni: barche, ponti, case,
carpenteria in genere, traversine ferroviarie, proprio per la sua leggerezza, robustezza, elasticità e resistenza agli agenti
atmosferici. È ampiamente utilizzato anche nell'industria della carta. Se le foglie vengono strofinate, emanano un
caratteristico odore di limone. Il nome generico deriva dal latino 'pseudo' (falso) e dal nome del genere
Tsuga
. Il nome
specifico è dedicato al naturalista scozzese Archibald Menzies, che lo scoprì e lo descrisse nel 1791 nell'isola di
Vancouver. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Pterocarya fraxinifolia
(Lam.) Spach
La pterocarya a foglie di frassino, nota anche come noce alato
caucasico, è un albero originario della regione del Caucaso:
Armenia, Azerbaigian, Georgia, Iran, Russia, Ucraina e Turchia,
dove cresce generalmente in boschi misti di latifoglie decidue. Fu
introdotto in Francia nel 1784, e in Gran Bretagna dopo il 1800
come pianta ornamentale e oggi è frequentemente coltivato in
parchi e giardini dell'Europa temperata. Nell'Orto Botanico di
Torino la specie è stata citata per la prima volta in coltivazione nel
1813 e nel 1837. Alcuni esemplari furono acquistati nel 1851 dal
vivaio del Sig. Prudente Bessone e sono ancora conservati i
campioni di erbario del 1813 e del 1859, quest'ultimo recante la
dicitura 'coltivata nell'arboreto dell'Orto'. Inoltre la specie è
menzionata tra le 'Piante arboree più notevoli di piena terra' nel
1874. Attualmente sono in coltivazione due esemplari, uno dei
quali potrebbe proprio risalire a metà '800. Presenta infatti diametro pari a 135 cm, corrispondente a una circonferenza
di oltre 4 m, tale da avere i requisiti per l'inserimento tra gli alberi monumentali della città di Torino secondo quanto
previsto dalla Legge Regionale n°50 del 1995 (e sue modifiche con L.R. n°4 del 2009) recepita dal relativo
Regolamento del Comune di Torino. Nel verde pubblico torinese sono monumentali gli esemplari del Valentino, di
Piazza Cavour e di Via Cernia. La specie, di rapida crescita, ha l'optimum su suoli umidi e profondi vicino alle rive dei
fiumi in aree con inverni miti ed estati calde e umidi. Il nome generico deriva dal greco 'ptéron' (ala) e 'káryon' (noce) e
si riferisce ai frutti caratteristicamente muniti di ala per favorirne la dispersione da parte del vento; il nome specifico in
latino significa 'a foglie di frassino). Forma biologica: fanerofita scaposa.
Pterocarya stenoptera
C. DC.
Il noce alato cinese è un albero deciduo originario della Cina sud-
orientale, ove forma foreste sulle pendici dei monti o lungo gli
argini dei fiumi, dal livello del mare a circa 1500 m. Fu importato
in Europa a scopo ornamentale e oggi è abbastanza diffuso in
parchi e giardini dell'Europa temperata. Nell'Orto Botanico di
Torino la specie è stata segnalata per la prima volta in coltivazione
nel 1874 indicandola tra le 'Piante arboree più notevoli di piena
terra'. Attualmente sono in coltivazione due esemplari, entrambi
potrebbe proprio risalire alla seconda metà dell'800. Presentano,
infatti, diametro pari a circa 127e 100 cm, tali da avere i requisiti
per l'inserimento tra gli alberi monumentali della città di Torino
secondo quanto previsto dalla Legge Regionale n°50 del 1995 (e
sue modifiche con L.R. n°4 del 2009) recepita dal relativo
Regolamento del Comune di Torino. L'albero cresce rapidamente
in condizioni ottimali, raggiungendo facilmente i 70 m di altezza; si propaga facilmente da seme che ha ricevuto circa
tre mesi di freddo: la germinazione è epigea e in genere richiede un po'più di dieci giorni; la prima vera foglia composta
appare quando la piantina raggiunge un'altezza di circa 6 centimetri. L'albero, molto decorativo, viene utilizzato in Asia
Orientale per formare i giardini classici. Il nome generico deriva dal greco 'ptéron' (ala) e 'káryon' (noce) e si riferisce ai
frutti caratteristicamente muniti di ala per favorirne la dispersione da parte del vento; il nome specifico deriva anch'esso
dal greco e significa 'ad alla stretta'. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Quercus garryana
Douglas ex Hook.
La quercia di Garry o rovere dell'Oregon, è un albero deciduo nativo dell'america Nord-occidentale, dal sud della
California alla parte sudorientale della British Columbia; è l'unica specie di querce autoctona in British Columbia,
Washington, e Oregon, ove forma boschetti in aree disturbate dall'uomo o dagli incendi che risultano sfavorevoli alla
crescita delle conifere. Le querce di Garry mature sono infatti resistenti al fuoco, e quindi non sono gravemente
danneggiate da incendi di bassa intensità. Il recente controllo degli incendi ha frenato la distribuzione di questa specie.
Nell'Orto Botanico di Torino la data di inserimento in coltura di questa specie è incerta. Attualmente è presente in
1...,48,49,50,51,52,53,54,55,56,57 59,60,61,62,63,64,65,66,67,68,...70