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tessuti stabilmente in varie tonalità di arancione, rosso e rosa. In alcune regioni italiane le foglie sono ancor oggi
impiegate per l'alimentazione del bestiame. Il nome generico in greco significa 'ostrica', per la forma a valva delle
brattee che racchiudono i semi, quello specifico si riferisce alla forte somiglianza delle foglie con quelle del carpino
bianco. Forma biologica: fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Paulownia tomentosa
(Thunb.) Steud.
La paulownia è un albero di origine cinese, introdotto in Italia a
scopo ornamentale e spesso divenuto quasi infestante (riesce a
crescere su muri, rocce, pendii sassosi, anche tra le fessure dei
lastricati). È presente come avventizia in Italia centro-settentrionale
(salvo che in Valle d'Aosta e Toscana) e Abruzzo, dal livello del
mare ai 600 m circa. Nell'Orto Botanico di Torino la specie è stata
citata per la prima volta in coltivazione con il nome di
Paulownia
imperialis
nel 1845 quando esemplari acquistati dal vivaio David
per una cifra di Lire 9 vennero messi a dimora. Altri furono
acquistati dal vivaio del Sig. Prudente Bessone nel 1851. Inoltre è
ancora conservato all'Orto un campione d'erbario risalente al 1901.
Attualmente sono presenti in coltivazione due individui, aventi
diametro pari a circa 80 cm, tale da avere i requisiti per
l'inserimento tra gli alberi monumentali della città di Torino
secondo quanto previsto dalla Legge Regionale n°50 del 1995 (e sue modifiche con L.R. n°4 del 2009) recepita dal
relativo Regolamento del Comune di Torino. Questi esemplari potrebbero anche risalire a metà '800. Il legno ha
rilevanza commerciale: è molto leggero e molle, ma ha proprietà fonoassorbenti e di isolamento termico, elettrico e
igroscopico. È utilizzato da secoli nell'ebanisteria giapponese per la produzione di armadietti porta-kimono e strumenti
musicali. È il legno usato per la produzione dei 'geta', i caratteristici zoccoli rialzati giapponesi. Recentemente il suo
utilizzo si è sviluppato anche in Italia dove è utilizzato nell'industria del mobile, dell'infisso e del packaging,
ultimamente anche nella produzione di carta. Il genere è dedicato ad Anna Pavlovna (1795-1865), figlia dello zar Paolo
I; il nome specifico allude alla forte pelosità della pagina inferiore delle foglie. Forma biologica: fanerofita cespugliosa/
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
Picea abies
(L.) H. Karst.
L'abete rosso è un albero a distribuzione eurosiberiana che in Italia
è comune ed abbondante sulle Alpi, al di sopra della fascia
montana superiore ove domina la fascia oroboreale, con optimum
sulle catene interne a clima più continentale, raggiungendo allo
stato spontaneo l'Appennino settentrionale. Nell'Orto Botanico di
Torino la specie è stata citata per la prima volta in coltivazione nel
1812 e successivamente con il nome di
Pinus abies
o
Pinus picea
nel 1821. Alcuni esemplari nominati
Pinus excelsa
vennero
acquistati dal vivaio Burdin di Torino nel 1842 e se ne trova anche
menzione nel 1843 con la dicitura 'Ordine delle conifere stabilite
nell'Orto'. Attualmente è presente in coltivazione un solo
esemplare. È spesso usato per rimboschimenti e frequentemente
coltivato a scopo ornamentale, anche a quote basse. Dalla corteccia
si ricava tannino e dalla resina la 'Resina di Borgogna' e la
'Trementina di Strasburgo'. Il legno è di colore chiaro, poco pesante e tenero, facilmente lavorabile e perciò largamente
impiegato nella costruzione di mobilio non di pregio. Il legno ha anche un forte potere calorifico dato dalla resina,
maggiore di quello di molte latifoglie. Il nome generico deriva dal latino 'pix' (resina o pece), sostanza prodotta in gran
quantità da questi alberi. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio. Syn.:
Picea excelsa
(Lam.) Link
Picea orientalis
(L.) Link
L'abete rosso orientale, comunemente conosciuto come abete del Caucaso, è una specie originaria del Caucaso e delle
parti adiacenti della Turchia; la specie è presente anche nell'Iran settentrionale, anche se in regresso a causa della
deforestazione. Si tratta di un grande albero sempreverde che raggiunge i 57 m di altezza, e con un diametro del tronco
fino a 1,5 m (eccezionalmente fino a 4 m). Nei grandi giardini dell'Europa centro-settentrionale e del Nord America la
specie è popolare come pianta ornamentale per la bella chioma e la capacità di crescere su una vasta gamma di terreni.
Nell'Orto Botanico di Torino la specie è stata citata per la prima volta in coltivazione con il nome di
Pinus orientalis
nel
1821. Attualmente è presente in coltivazione un solo esemplare. L'abete del Caucaso viene anche coltivato per la
produzione di alberi di Natale, legname e carta, anche se la crescita più lenta rispetto all'abete rosso nostrano riduce la