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d'America stabilite nel boschetto' e ancora in quelli del 1850 dal
vivaio Burdin di Torino col nome di
Quercus peduncolata
.
Attualmente sono in coltivazione numerosi esemplari, alcuni dei
quali potrebbero proprio risalire alla seconda metà dell'800.
Presentano infatti diametro pari a circa 100 cm e 83 cm, tali da
avere i requisiti per l'inserimento tra gli alberi monumentali della
città di Torino secondo quanto previsto dalla Legge Regionale n°50
del 1995 (e sue modifiche con L.R. n°4 del 2009) recepita dal
relativo Regolamento del Comune di Torino. Nel verde pubblico
torinese le specie del genere
Quercus
sono relativamente ben
rappresentate, con circa 1750 esemplari. La specie, in natura,
cresce in boschi planiziali, su terreni profondi e molto freschi, con
optimum nella fascia submediterranea. Viene coltivata per
rimboschimenti e per il legname pregiato utilizzato per travi,
costruzioni navali, mobili, scale, parquet, ecc. Con il termine 'rovere di Slavonia', il legno di farnia è utilizzato per
costruire doghe delle botti destinate all'invecchiamento di vini pregiati e cognac. Un tempo le ghiande erano largamente
usate per l'alimentazione dei maiali. È una pianta a crescita lenta ma molto longeva; si conoscono esemplari di circa
1000 anni. Il nome generico, già in uso presso gli antichi, sembra ricollegarsi alla radice indoeuropea che il latino
condivide con le parole celtiche 'kaer' e 'quer' (bell'albero), cioè 'l'albero per eccellenza', ma anche con analoghi termini
greci riferiti alla rudezza del legno delle piante appartenenti a questo genere; quello specifico è un termine latino che
significa 'duro', 'resistente', 'robusto'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Quercus rubra
L.
La quercia rossa proviene dalle Montagne Rocciose, nel Nord
America; è stata introdotta in Europa nel 1724 come pianta
ornamentale per parchi e alberature stradali, mentre ne è
documentata la presenza in Italia dal 1812. Nell'Orto Botanico di
Torino la specie è stata segnalata per la prima volta in coltivazione
nel 1816. Successivamente se ne trova menzione negli acquisti del
1842 con la dicitura 'Memoria dell'ordine stabilito delle Querce
d'America stabilite nel boschetto' ed è inoltre indicata tra le 'Piante
arboree più notevoli di piena terra' nel 1874. Attualmente è
presente in coltivazione un solo esemplare che potrebbe proprio
risalire alla seconda metà dell'800. Mostra infatti diametro
prossimo ai 100 cm, tale da avere i requisiti per l'inserimento tra gli
alberi monumentali della città di Torino secondo quanto previsto
dalla Legge Regionale n°50 del 1995 (e sue modifiche con L.R.
n°4 del 2009) recepita dal relativo Regolamento del Comune di Torino. Nel verde pubblico torinese le specie del genere
Quercus
sono relativamente ben rappresentate, con circa 1750 esemplari. Sperimentata a fini forestali dal 1922, la
quercia rossa ha trovato largo impiego per la facilità di adattamento e per la crescita rapida, trasformandosi a volte in
specie infestante a danno della flora autoctona e della biodiversità dei boschi planiziali a querce e carpino bianco. Il
nome generico, già in uso presso gli antichi, sembra ricollegarsi alla radice indoeuropea che il latino condivide con le
parole celtiche 'kaer' e 'quer' (bell'albero), cioè 'l'albero per eccellenza', ma anche con analoghi termini greci riferiti alla
rudezza del legno delle piante appartenenti a questo genere; il nome specifico allude al colore rosso intenso che le foglie
assumono in autunno. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Quercus suber
L.
La sughera è un albero sempreverde originario dell'Europa sud-
occidentale e dell'Africa nord-occidentale, da tempi remoti
naturalizzato e spontaneo in tutto il bacino occidentale del
Mediterraneo Si tratta di una specie termofila che predilige
ambienti caldi e moderatamente siccitosi, rifuggendo la siccità
estrema o le frequenti gelate invernali. Vegeta prevalentemente su
suoli derivati da rocce silicee acide, diventando sporadica su suoli
basaltici e calcarei. La vita media è di 250-300 anni, ma diminuisce
negli esemplari sfruttati per il sughero. Nell'Orto Botanico di
Torino la specie è stata segnalata per la prima volta in coltivazione
nel 1816 e nel 1821. Successivamente se ne trova menzione nella
seminagione generale del 1880, quando vennero seminati i semi
provenienti da Roma. Attualmente sono presenti in coltivazione
due esemplari che potrebbe proprio risalire alla fine dell'800.
Mostrano infatti diametri prossimo ai 60 cm, tale da avere i requisiti per l'inserimento tra gli alberi monumentali della
città di Torino secondo quanto previsto dalla Legge Regionale n°50 del 1995 (e sue modifiche con L.R. n°4 del 2009)
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