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recepita dal relativo Regolamento del Comune di Torino. Nel verde pubblico torinese monumentale è l'esemplare del
parco della Tesoriera. La caratteristica più evidente della sughera è il notevole sviluppo in spessore del ritidoma, che
non si distacca mai dalla corteccia, formando un rivestimento detto 'sughero'. Il sughero si presenta di colore grigio-
rossastro nei rami di alcuni anni d'età, prima con screpolature grigio-chiare, poi sempre più larghe e irregolari a causa
della trazione tangenziale provocata dall'accrescimento in diametro del fusto. Dopo diversi anni il sughero forma una
copertura irregolare e spugnosa di colore grigio, detta comunemente sugherone o sughero maschio. Dopo la rimozione
del sughero maschio, il fellogeno produce ogni anno nuovi strati di tessuto sugheroso che formano un rivestimento più
compatto e più regolare, detto sughero femmina o gentile. Il nome generico, già in uso presso gli antichi, sembra
ricollegarsi alla radice indoeuropea che il latino condivide con le parole celtiche 'kaer' e 'quer' (bell'albero), cioè 'l'albero
per eccellenza', ma anche con analoghi termini greci riferiti alla rudezza del legno delle piante appartenenti a questo
genere; il nome specifico è quello latino del sughero. Forma biologica: fanerofita scaposa (fanerofita cespugliosa).
Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Robinia pseudoacacia
L.
La robinia è un albero di origine nordamericana, introdotto a Parigi
dal Canada nel 1601 e poi diffusosi ampiamente in Europa con
tendenza submediterraneo-continentale. In Italia è comunissima in
tutte le regioni. Nell'Orto Botanico di Torino la specie è stata
segnalata per la prima volta in coltivazione nel 1802,
successivamente si menziona la provenienza di semi da Londra per
la seminagione del 1819 e la specie è indicata in coltura anche nel
1821. Un campione d'erbario raccolto nel 1913 risulta ancora
attualmente conservato presso l'Orto. Attualmente è presente in
coltivazione un solo esemplare che potrebbe risalire alla fine
dell'800. Cresce sempre in ambienti disturbati come scarpate,
margini stradali, boschetti presso gli abitati e le linee ferroviarie, su
suoli da freschi a subaridi, con il sambuco nero e varie specie
nitrofile ruderali, dal livello del mare alla fascia montana. È una
pianta rustica e a rapido accrescimento, che tende a soppiantare la vegetazione locale divenendo spesso invasiva. Viene
spesso usata a scopo ornamentale per il fogliame e la fioritura; il legno, resistente alle intemperie, è utilizzato per palerie
e come combustibile; i semi, la scorza e le radici contengono sostanze tossiche. La robinia è anche un'ottima pianta
mellifera il cui miele (miele d'acacia) si mantiene fluido senza cristallizzare. I fiori sono utilizzati in erboristeria e in
alcune regioni italiane vengono mangiati fritti. Il genere è dedicato a Jean Robin (1550-1629), erborista di re Enrico IV
di Francia, nel cui giardino introdusse il primo esemplare d'Europa; il nome specifico significa 'falsa acacia', dal greco
'akis' (spina). Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
Sambucus nigra
L.
Il sambuco nero è una specie a distribuzione subatlantico-
sudeuropea presente in tutte le regioni d'Italia. Nell'Orto Botanico
di Torino la data di inserimento in coltura di questa specie è
incerta. Attualmente sono presenti in coltivazione numerosi
esemplari. Originaria di boschi di forra freschi ed umidi si è poi
diffusa in ambienti disturbati ed è oggi comunissima presso gli
abitati, su suoli limoso-argillosi piuttosto freschi, ricchi in basi ed
in composti azotati, da neutri a subacidi, dal livello del mare alla
fascia montana superiore. È una pianta non longeva che vive circa
50 anni, da cui si possono estrarre varie sostanze, tra cui tannino,
saccarosio, olio essenziale, coloranti, cera e resine; per questo è
utilizzata nella medicina popolare. I fiori sono usati per preparare
bevande, i frutti per sciroppi, marmellate, succhi e liquori; le foglie
sono tossiche. Il nome generico deriva dal greco 'sambuke', uno
strumento musicale costruito con legno tenero; il nome specifico si riferisce al colore nero dei frutti. Forma biologica:
fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Sassafras albidum
(Nutt.) Nees
Il sassofrasso, o sassafrasso, è una specie nativa della parte orientale del Nord America, dal Maine e Ontario meridionali
sino allo Iowa alla Florida e al Texas orientale. In Europa viene a volte coltivato come pianta ornamentale per le foglie
di forma insolita e dal profumo aromatico. Nell'Orto Botanico di Torino la specie è stata segnalata per la prima volta in
coltivazione con il nome di
Laurus sassafras
nel 1821. Attualmente è presente in coltivazione un solo esemplare avente
diametro pari a 66 cm, tale da avere i requisiti per l'inserimento tra gli alberi monumentali della città di Torino secondo
quanto previsto dalla Legge Regionale n°50 del 1995 (e sue modifiche con L.R. n°4 del 2009) recepita dal relativo
Regolamento del Comune di Torino. Il legno, di colore bruno-arancio, duro e resistente, era utilizzato per costruire pali
1...,51,52,53,54,55,56,57,58,59,60 62,63,64,65,66,67,68,69,70