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come condimento. I frutti contengono olii essenziali ed un grasso
impiegato in profumeria. L'olio di lauro, estratto dai semi, è un
componente dell'olio laurino, utilizzato contro i dolori reumatici.
La pianta è tradizionale simbolo di gloria e di affermazione: la
'laurea' deriva da essa il suo nome. Il nome generico, assonante con
il celtico 'lauer' (sempreverde) e con il sanscrito 'daru' (albero), è
quello utilizzato dagli antichi Romani; il nome specifico si riferisce
all'uso celebrativo della pianta. Forma biologica: fanerofita
cespugliosa (fanerofita scaposa). Periodo di fioritura: marzo-aprile.
Liquidambar styraciflua
L.
Lo storace americano, o liquidambar americano, è un albero
originario del settore atlantico del Nord America e dell'America
Centrale. Fu introdotto in Europa nel 1681 dal missionario John
Banister (1650-1692). In Italia è utilizzato esclusivamente a scopo
ornamentale: è una pianta decorativa, soprattutto in autunno
quando le foglie assumono una vivace colorazione giallo-rossa.
Nell'Orto Botanico di Torino la specie è stata citata per la prima
volta in coltivazione nel 1851, quando alcuni esemplari acquistati
dal vivaio Burdin di Torino vennero messi a dimora. Attualmente è
presente in coltivazione un solo esemplare. Nel verde pubblico
torinese alcuni bei esemplari sono presenti nel Prco della pellerina
e al parco Ruffini. In Nord America il legno, compatto e rossastro,
ha notevole importanza commerciale. La resina, recuperata dalla
scorza, è usata in conceria per profumare le pelli ed nell'industria
profumiera. Vive circa 150 anni. Si può confondere facilmente con alcuni aceri, che però hanno foglie opposte e non
odorose. Il nome generico deriva dal latino 'liquidus' (liquido) e dall'arabo 'ambar' (ambra), per la secrezione resinosa
fluida ed aromatica; il nome specifico deriva dal greco 'styrax', nome dato alla resina di altri alberi europei (da cui il
nome italiano 'storace'). Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-maggio.
Liriodendron tulipifera
L.
L'albero dei tulipani è originario dell'America nordorientale, dove è
un elemento importante nelle foreste dei Monti Appalachi. Fu
introdotto in Europa nel 1681 dal missionario John Banister (1650–
1692) e in Italia è da lungo tempo utilizzato a scopo ornamentale in
parchi e giardini. Nell'Orto Botanico di Torino la specie è stata
citata per la prima volta in coltivazione nel 1845, quando un
esemplare acquistato dal vivaio Burdin di Torino per la cifra di 2
Lire venne messo a dimora. Altri esemplari vennero acquistati dal
vivaio del Sig. Prudente Bessone nel 1851. Attualmente sono
presenti in coltivazione tre esemplari, uno dei quali avente un
diametro di circa 120 cm, tale da far presumere che possa risalire
proprio a metà '800. Va inoltre considerato albero monumentale
della città di Torino secondo quanto previsto dalla Legge
Regionale n°50 del 1995 (e sue modifiche con L.R. n°4 del 2009)
recepita dal relativo Regolamento del Comune di Torino. Nel verde pubblico torinese la specie è relativamente ben
rappresentata, con poco più di 300 esemplari. È una delle piante d'alto fusto più diffuse nel Nord America, dove il
legno, piuttosto tenero, è ritenuto pregiato per la lavorabilità e per il colore giallo chiaro screziato. Gli indiani d'America
lo chiamavano 'albero da canoa', in quanto dal tronco di un solo esemplare ricavavano canoe in grado di portare anche
venti persone. È un albero a crescita veloce che e può vivere 400-500 anni. Il nome generico deriva dai due termini
greci 'léirion' (giglio), per i fiori molto appariscenti, e 'déndron' (albero); il nome specifico significa 'che porta, che
produce tulipani', in riferimento alla forma dei fiori, che richiama quella dei tulipani. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Maclura pomifera
(Raf.) C.K. Schneid.
Lo spino degli Osagi è una specie originaria degli Stati Uniti centro-occidentali, presente come avventizia in quasi tutta
Italia salvo che in Valle d'Aosta, Toscana e Sardegna. Nell'Orto Botanico di Torino la specie è stata citata per la prima
volta in coltivazione nel 1864, quando un esemplare ricevuto dall'Orto Botanico di Genova venne messo a dimora.
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