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Koelreuteria paniculata
Laxm.
L'albero delle lanterne cinesi è originario delle regioni
settentrionali della Cina, della Corea e del Giappone. Fu introdotto
in Europa a scopo ornamentale nel XVIII secolo ed è oggi
diffusamente coltivato in parchi e giardini dell'Europa meridionale,
compresa l'Italia. Nell'Orto Botanico di Torino la specie è stata
citata per la prima volta in coltivazione nel 1874. Attualmente è
presente in coltivazione un solo esemplare, avente un diametro
piuttosto rilevante, prossimo ai 40 cm, la cui data di inserimento
nell'Orto rimane incerta, potrebbe anche risalire a fine '800. In
alcune regioni italiane è segnalato come specie avventizia. Il
genere è dedicato a J. G. Koelreuter (1733-1806) professore di
Storia Naturale in Germania; il nome specifico si riferisce
all'infiorescenza a pannocchia. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: maggio-giugno.
Larix gmelinii
(Rupr.) Rupr.
Il larice di Gmelin è una conifera decidua alta 10-30 m, con un
tronco fino a 1 m di diametro, che forma estese foreste nella taiga
siberiana orientale. La specie è unica in due aspetti, essendo
l'albero più settentrionale del mondo e anche l'albero più resistente
a freddo, tollerando temperature al di sotto di -70 ° C nella regione
di Oymyakon-Verkhoyansk della Yakuzia. La specie è
occasionalmente coltivata nei giardini botanici in Europa e Nord
America, ma non è un albero facile da coltivare in zone con inverni
miti, essendo adattato a un lungo periodo di riposo invernale: nelle
regioni d'origine, le temperature minime giornaliere sopra lo zero
non si verificano fino alla fine di maggio o giugno. Nell'Orto
Botanico di Torino la data di inserimento in coltura di questa
specie è incerta. Attualmente è presente in coltivazione un solo
esemplare, avente un diametro prossimo ai 45cm. Il nome generico,
di uso antico, potrebbe derivare dalla radice celtica 'lar' (grasso) con allusione alla resina; il nome specifico è dedicato al
naturalista tedesco Johann Georg Gmelin (1709-1755). Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-
maggio.
Larix kaempferi
(Lamb.) Carrière
1. Il larice giapponese, o larice di Kaempfer, è una conifera decidua
originaria del Giappone, nelle montagne della regione di Chubu e
Kanto nel centro di Honsh
ū
, ove cresce tra 500 e 2,900 m su terreni
ben drenati, evitando suoli impregnati d'acqua. Si tratta di una
specie importante in piantagioni forestali, essendo coltivato in tutta
la parte centro-settentrionale del Giappone (a nord di Hokkaido), e
anche ampiamente nell'Europa settentrionale, in particolare nelle
Isole Britanniche e in Scandinavia. Da noi è raramente presente
come pianta ornamentale in parchi e giardini. Nell'Orto Botanico di
Torino la data di inserimento in coltura di questa specie è incerta.
Attualmente è presente in coltivazione un solo esemplare. Il legno è
duro e resistente, utilizzato per lavori generali di costruzione; i
piccoli pali di larice sono ampiamente utilizzati per la scherma. Il
nome generico, di uso antico, potrebbe derivare dalla radice celtica
'lar' (grasso) con allusione alla resina; la specie è dedicata al medico e naturalista tedesco Engelbert Kaempfer (1651-
1716). Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Laurus nobilis
L.
L'alloro è un albero sempreverde a distribuzione mediterraneo-atlantica, di antica introduzione in Italia settentrionale,
ove anche grazie ai merli che ne diffondono i semi è diffuso anche allo stato subspontaneo. È presente in tutte le regioni
d'Italia (in Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia come pianta avventizia). Nell'Orto
Botanico di Torino la specie è stata citata per la prima volta in coltivazione nel 1808 e nel 1821. Inoltre, un esemplare
venne donato dai Sig.ri Portier e Mesender nel 1856. Attualmente è presente in coltivazione con numerosi esemplari.
Cresce in stazioni soleggiate nella zona dell'olivo; con l'edera ed il pungitopo forma piccole oasi di laurofille
sempreverdi, soprattutto su substrati arenacei freschi, dal livello del mare agli 800 m circa. Le foglie sono notissime
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