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alcuni esemplari. Cresce in boschi aperti, nei mantelli, su substrati
sia calcarei che marnoso-arenacei, soprattutto con il carpino nero,
ma anche in boschi più maturi di querce, dal livello del mare alle
faggete termofile della fascia montana inferiore. In Italia
meridionale la linfa è utilizzata per la produzione della manna,
sostanza zuccherina contenente mannite con deboli proprietà
lassative, che viene estratta con incisioni praticate nella corteccia e
lasciata rapprendere all'aria. Il nome generico, già utilizzato da
Plinio il Vecchio, deriva dal greco 'frasso' (difendo), forse per l'uso
dell'orniello come pianta per siepi; il nome specifico è quello usato
per la pianta dai Romani. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Ginkgo biloba
L.
Il ginkgo è un albero deciduo che può essere considerato come un
fossile vivente: l'unica specie ancora sopravvissuta della famiglia
Ginkgoaceae
ma anche dell'intero ordine Ginkgoales e della
divisione delle Ginkgophyta. Originario della Cina, ove sono stati
rinvenuti fossili che risalgono all'era mesozoica, viene chiamato
volgarmente anche ginko, ginco e albero di capelvenere. La pianta
è stata ritenuta estinta per secoli, ma recentemente ne sono state
scoperte almeno due stazioni relitte nella provincia dello Zhejiang
nella Cina orientale. Non tutti i botanici concordano però sul fatto
che queste stazioni siano davvero spontanee, perché il ginkgo è
stato estesamente coltivato per millenni dai monaci cinesi. In Italia
viene spesso coltivato come pianta ornamentale nei parchi, senza
tendenza ad inselvatichire, dal livello del mare ai 600 m circa.
Nell'Orto Botanico di Torino la specie è stata citata per la prima
volta in coltivazione nel 1807 e nel 1812. Successivamente se ne trova menzione nel 1843 con la dicitura 'Ordine delle
conifere stabilite nell'Orto Botanico'. Attualmente sono presenti in coltivazione tre esemplari, di cui uno femminile e
due maschili, tutti risalenti probabilmente a metà '800. Il loro diametro è notevole, quello dell'esemplare femminile
supera gli 85 cm mentre uno di quelli maschili i 100 cm, tali da avere i requisiti per l'inserimento tra gli alberi
monumentali della città di Torino secondo quanto previsto dalla Legge Regionale n°50 del 1995 (e sue modifiche con
L.R. n°4 del 2009) recepita dal relativo Regolamento del Comune di Torino. Nel verde pubblico torinese fan bella
mostra di sé gli esemplari del Parco del Valentino e del Parco Michelotti. Il nome del genere deriverebbe dal cinese 'yin'
(argento) e 'xìng' (albicocca), che per un'errata trascrizione della forma giapponese 'ginky
ō
' da parte del botanico
tedesco Engelbert Kaempfer ha mutato la lettera y in g; il nome della specie deriva invece dal latino 'bis' e 'lobus' con
riferimento alle foglie spesso divise in due lobi. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-agosto.
Gleditsia triacanthos
L.
Lo spino di Giuda è una specie di origine nordamericana, spesso
coltivata in parchi, viali e giardini (anche in una cultivar senza
spine), presente in quasi tutta Italia allo stato subspontaneo come
avventizia, ma con ampie lacune. Nell'Orto Botanico di Torino la
specie è stata citata per la prima volta in coltivazione nel 1804 e nel
1812. Attualmente sono in coltivazione alcuni esemplari. Cresce in
boschetti artificiali, lungo scarpate e margini stradali, a volte su
muri, dal livello del mare a 500 m circa, con altre specie introdotte
quali ailanto, brussonezia, robinia, ecc. È una pianta molto rustica
che si adatta bene anche ad ambienti inospitali, con terreni poveri e
sabbiosi, resistendo molto bene a condizioni avverse come la
siccità e le basse temperature e tollerando bene anche gli inquinanti
atmosferici. Il genere è dedicato al botanico tedesco Johann
Gottlieb Gleditsch (1714-1786); il nome specifico in greco
significa 'con tre spine'. Il nome comune 'spino di Giuda' si riferisce invece alla corona di spine della Passione di Gesù,
secondo quanto riportato dai Vangeli. Forma biologica: fanerofita cespugliosa/fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
maggio.
Ilex aquifolium
L.
L'agrifoglio è una specie subatlantica presente in Europa ed Asia Minore, diffusa in tutta Italia in boschi misti mesofili,
con optimum nella fascia montana, ma ormai piuttosto rara allo stato spontaneo. Nell'Orto Botanico di Torino la specie