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è stata citata per la prima volta in coltivazione nel 1803 e nel 1821.
Alcuni esemplari vennero acquistati dal vivaio del Sig. Burdin di
Torino nel 1845. Attualmente sono in coltivazione alcuni
esemplari. È considerato una pianta magica fin da prima
dell'avvento del Natale cristiano, gli si attribuiva il potere di
proteggere dai demoni e di portare fortuna. I suoi primi utilizzi
risalgono all'Irlanda, dove anche le famiglie più povere potevano
permettersi di usarlo per decorare le loro abitazioni, tradizione poi
passata ai popoli cristiani durante il periodo natalizio: la struttura
della foglia infatti ricorda la corona di spine di Gesù Cristo e i frutti
rossi il suo sangue. Oggi viene impiegato esclusivamente come
pianta ornamentale, da cui sono state ricavate numerose cultivar,
alcune con foglie variegate. I margini delle foglie sono interi in
quelle dei rami vecchi, spinosi in quelle dei rami giovani, ma i due
tipi di foglie possono coesistere sullo stesso individuo. L'agrifoglio può vivere circa 300 anni. Le foglie e soprattutto i
frutti sono fortemente tossici per l'uomo. Il nome generico deriva dal latino e allude alla somiglianza della forma delle
foglie con quelle del leccio (
Quercus ilex
); il nome specifico deriva dal latino 'acrifolium', parola composta da 'acer'
(acuto) e 'folium' (foglia). Forma biologica: fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-
maggio.
Juglans cinerea
L.
Il noce cenerino, noto anche come noce bianco americano, è un
albero deciduo originario degli Stati Uniti orientali e del Canada
sudorientale, ove cresce lungo le rive dei corsi d'acqua, a volte
anche su terreni rocciosi di natura calcarea. Importato in Europa
come albero ornamentale, è abbastanza diffuso ma non molto
comune nei parchi e giardini dell'Europa temperata. Nell'Orto
Botanico di Torino la specie è stata citata per la prima volta in
coltivazione nel 1821 e successivamente nel 1859. Attualmente
sono in coltivazione due esemplari, uno dei quali, avente diametro
di circa 50 cm, potrebbero risalire proprio a metà '800. In Nord
America la specie viene anche coltivata per i suoi semi eduli. Il
legno, leggero ma altamente resistente al marciume, è spesso usato
per fare mobili ed è uno dei preferiti per lavori di intaglio. La
corteccia e la scorza delle noci una volta erano ampiamente
utilizzate per tingere i panni con un colore variabile dal giallo chiaro al marrone scuro. La corteccia ha anche lievi
proprietà catartiche. Il nome generico deriva dal latino 'Jovis glans', cioè noce di Giove; il nome specifico fa riferimento
alla caratteristica pelosità delle foglie. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio
Juglans regia
L.
Il noce è un albero originario dell'Europa meridionale ed Asia
occidentale, introdotto nel resto dell'Europa già nel Neolitico
(archeofita), coltivato in tutta Italia e spesso presente allo stato
subspontaneo in quasi tutte le regioni. Nell'Orto Botanico di Torino
la specie è stata citata per la prima volta in coltivazione nel 1821 e
l'unico esemplare ancora oggi presente, avente diametro di circa 50
cm, viene menzionato in 'Phytoalimurgia pedemontana' di Oreste
Mattirolo nel 1919. Allo stato subspontaneo cresce in boschi e
boscaglie disturbati, su suoli limoso-argillosi profondi, umiferi e
freschi, dal livello del mare a 1200 m circa. Si tratta di una albero
longevo che può vivere fino ai 600 anni, con il tronco che può
raggiungere i 2 m di diametro. Il legno, di colore bruno scuro,
pesante, durevole e con belle venature, è impiegato nella
fabbricazione di mobili di pregio. Con il mallo di frutti acerbi, da
raccogliere tradizionalmente il 24 giugno, giorno di San Giovanni Battista, si prepara il liquore 'nocino'; i semi sono
largamente utilizzati nell'alimentazione umana e da essi si ricava un olio alimentare impiegato anche nelle industrie di
vernici, di colori e in profumeria. Le radici contengono lo juglone, una sostanza che può avvelenare gli alberi
circostanti. Il nome generico deriva dal latino 'Jovis glans' (ghianda di Giove); quello specifico significa 'regale' e allude
anch'esso a Giove, il re degli dei. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.