712
tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è comune al di fuori e all'interno del raccordo anulare.
Cresce soprattutto in prossimità degli abitati, ai margini di boschetti e nelle siepi, su suoli argillosi umiferi e freschi,
piuttosto ricchi in composti azotati, dal livello del mare a 1200 m circa. La specie è spesso coltivata nei giardini e forma
ibridi con altre specie congeneri. I fiori, fortemente profumati, vengono a volte consumati come canditi. Il nome
generico, già in uso presso i Romani per designare sia la pianta che il colore dei fiori di alcune specie, deriva da una
radice indoeuropea che significa 'intrecciare', 'flessibile', 'sinuoso', forse per i lunghi rizomi di molte specie; il nome
specifico si riferisce ai fiori profumatissimi. Forma biologica: emicriptofita rosulata. Periodo di fioritura: febbraio-
aprile.
Viola reichenbachiana Jord. ex Boreau
- La violetta silvestre, o violetta di Reichenbach, è una specie a vasta
distribuzione eurosiberiana presente in tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è poco
comune, ma più frequente nell'area suburbana. Cresce in boschi maturi di latifoglie decidue (faggete, più raramente
quercete), ma anche in parchi e aiuole ombrose, su suoli argillosi freschi, profondi e umiferi, piuttosto ricchi in
composti azotati, da neutri a subacidi, dal livello del mare a 1700 m circa. Il nome generico, già in uso presso i Romani
per designare sia la pianta che il colore dei fiori di alcune specie, deriva da una radice indoeuropea che significa
'intrecciato', 'flessibile', 'sinuoso', forse per i lunghi rizomi di molte specie; la specie è dedicata al botanico tedesco H.
G. L. Reichenbach (1793-1879). Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-luglio.
Viola suavis M. Bieb. subsp. suavis
- La viola soave è una specie dell'Europa meridionale presente in tutte le regioni
dell'Italia continentale salvo che in Puglia, Basilicata e Calabria. Nell'area metropolitana di Roma la specie è molto
rara, con isolate stazioni all'interno e all'esterno del raccordo anulare. Cresce in luoghi erbosi, da 200 a 1600 m circa. Il
nome generico, già in uso presso i Romani per designare sia la pianta che il colore dei fiori, deriva da una radice
indoeuropea che significa 'intrecciato', 'flessibile', 'sinuoso', forse per i lunghi rizomi di molte specie; il nome specifico
si riferisce all'intenso profumo dei fiori. Forma biologica: emicriptofita rosulata. Periodo di fioritura: febbraio-maggio.
Viola tricolor L. subsp. tricolor
- La viola del pensiero selvatica è una specie polimorfa a distribuzione eurasiatica,
spesso confusa con
V. arvensis
, presente, con due sottospecie, in tutte le regioni dell'Italia continentale salvo che in
Umbria, Puglia e Calabria. Nell'area metropolitana di Roma la specie è rarissima e limitata a stazioni periferiche
urbane. Cresce in prati, pascoli, arbusteti e incolti, dal livello del mare alla fascia montana superiore. È una delle specie
da cui è stata ottenuta la viola del pensiero coltivata. Il nome generico, già in uso presso i Romani per designare sia la
pianta che il colore dei petali, deriva da una radice indoeuropea che significa 'intrecciato', 'flessibile', 'sinuoso', forse per
i lunghi rizomi di molte specie; il nome specifico si riferisce alla corolla spesso variegata di giallo, blu-violetto e
bianco. Forma biologica: terofita scaposa/ emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
Viscum album L. subsp. album
- Il vischio è una specie a distribuzione eurasiatica presente, con tre sottospecie, in
tutte le regioni d'Italia; la sottospecie nominale sembra mancare solo nella Valle d’Aosta. Nell'area metropolitana di
Roma la specie è rarissima e limitata a una sola stazione suburbana. Cresce come emiparassita di numerosi alberi,
soprattutto latifoglie come ad esempio pioppi, querce, tigli, olmi, noci, meli, al di sotto della fascia montana superiore.
La pianta è in grado di compiere la fotosintesi, ma necessita di acqua, sali minerali e soprattutto composti azotati
ottenuti dall’ospite tramite austori che si infiltrano nei suoi tessuti. Tutte le parti del vischio possono risultare tossiche;
le bacche, soprattutto, sono pericolose per i bambini; la tossicità dipende dalla presenza di viscumina (sostanza capace
di provocare agglutinazione dei globuli rossi) e di alcuni peptidi. Dalle bacche si estrae la 'pania ' usata per catturare gli
uccelli (oggi fuorilegge). Il nome generico probabilmente deriva dal latino 'viscidus' per il succo appiccicoso contenuto
nelle bacche; il nome specifico si riferisce al colore bianco dei frutti. Forma biologica: fanerofita epifita. Periodo di
fioritura: marzo-maggio.
Visnaga daucoides Gaertn.
- La visnaga comune è una pianta annua a distribuzione prevalentemente mediterranea
presente in Liguria, Emilia-Romagna e in tutte le regioni dell'Italia centrale, meridionale e insulare. Nell'area
metropolitana di Roma la specie è rara in tutto il territorio. Cresce negli incolti, su suoli argillosi piuttosto umidi, dal
livello del mare a 800 m circa, con optimum nella fascia mediterranea. La pianta sembra possedere proprietà diuretiche.
Il nome generico deriva dallo spagnolo 'biznaga' (prezzemolo), che risale, attraverso l'arabo, al latino 'pastinaca', nome
quindi riferito genericamente a piante della famiglia delle Apiacee; il nome specifico significa 'simile alla carota'.
Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-settembre.
Vitex agnus-castus L.
- L'agno-casto è una specie a distribuzione mediterraneo-turanica, in Italia diffusa allo stato
spontaneo nelle regioni centro-meridionali, ma spesso coltivata a scopo ornamentale anche nelle regioni settentrionali e
a volte inselvatichita. Nell'area metropolitana di Roma la specie è rarissima e limitata a una sola stazione urbana. Allo
stato spontaneo cresce lungo gli alvei fluviali, nei letti delle fiumare, in bassure umide fra le dune, nell'ambito di
vegetazione mediterranea. Il nome generico deriva dal verbo 'viere' (intrecciare), in riferimento all'utilizzo dei rami
flessibili nella fabbricazione di panieri; il nome specifico deriva dall'antica credenza che la pianta avesse proprietà
anafrodisiache: appare nella letterature greca come 'hagnós', 'hagiós', termine ripreso da Plinio ed interpretato come
'agnus' (agnello) negli scritti medioevali, come simbolo di purezza; i semi erano ritenuti utili alla vita monastica ('pepe
di monaco'), per cui la pianta fu spesso coltivata presso i monasteri. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di
fioritura: maggio-agosto.