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la specie è comune sia all'interno, sia al di fuori del raccordo anulare. Cresce negli incolti e nei prati aridi, da 800 a
1800 m circa. La pianta contiene principi tossici, soprattutto nei semi (saponine). Il nome generico, già usato da Plinio,
forse deriva dal latino 'barbascum' (barba), per i filamenti staminali vistosamente pelosi, o molto più probabilmente per
la densa pelosità delle foglie e dei fusti di molte specie; il nome specifico si riferisce all'antica regione del Sannio.
Forma biologica: emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: luglio-agosto.
Verbascum sinuatum L.
- Il verbasco sinuoso è una specie a distribuzione eurimediterranea presente in tutte le regioni
d'Italia (di presenza dubbia in Piemonte, assente in Valle d'Aosta). Nell'area metropolitana di Roma la specie è
comunissima ovunque. Cresce negli incolti, ai margini di strade e sentieri, a volte su anche sulle dune littorali, su suoli
sciolti, di solito sabbiosi, aridi d'estate, dal livello del mare a 800 m circa (nel meridione anche più in alto). La pianta
contiene principi tossici, soprattutto nei semi (saponine). Il nome generico, già usato da Plinio, forse deriva dal latino
'barbascum' (barba), per i filamenti staminali vistosamente pelosi, o molto più probabilmente per la densa pelosità delle
foglie e dei fusti di molte specie; il nome specifico si riferisce all'aspetto lobato-sinuoso delle foglie basali. Forma
biologica: emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
Verbascum thapsus L. subsp. thapsus
- Il tasso barbasso è una specie a vasta distribuzione eurasiatica presente, con
due sottospecie, in tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è comune in tutto il territorio.
Cresce in vegetazioni ruderali, nelle radure boschive, ai margini delle strade, in insediamenti rurali, su suoli argillosi
poveri in calcio e ricchi in composti azotati, in genere a reazione subacida, dal livello del mare alla fascia montana. La
pianta è stata ampiamente usata a scopo medicinale, ma contiene principi tossici, soprattutto nei semi (saponine); i fiori
forniscono un colorante giallo o verde che veniva utilizzato come tintura per capelli. Il nome generico, già usato da
Plinio, forse deriva dal latino 'barbascum' (barba), per i filamenti staminali vistosamente pelosi, o molto più
probabilmente per la densa pelosità delle foglie e dei fusti di molte specie; il nome specifico è di etimologia incerta.
Forma biologica: emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: maggio- agosto.
Verbena officinalis L.
- La verbena comune è una specie a vasta distribuzione eurasiatica, divenuta oggi
subcosmopolita, presente in tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è comunissima e diffusa
ovunque. Cresce in vegetazioni ruderali lacunose, nelle discariche, lungo margini stradali, su muri e lastricati, nelle
aiuole e nei giardini, su suoli limoso-argillosi abbastanza freschi e ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla
fascia montana inferiore. Nell'antichità la specie era pregiata come pianta medicamentosa. Il nome generico, di
etimologia incerta, era il nome classico romano per le 'piante d'altare' in generale; il nome specifico deriva dal latino
'officina' (officina, farmacia), per le presunte proprietà curative. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di
fioritura: maggio-agosto.
Veronica acinifolia L.
- La veronica a foglie di
Acinos
è una pianta annua dell'Europa centrale e sudorientale, presente
in quasi tutte le regioni dell'Italia continentale e in Sicilia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è rarissima e
limitata a una stazione sublitoranea, in una zona protetta. Cresce nei campi e nelle vigne, dal livello del mare a 600 m
circa. Il nome generico è di etimologia molto incerta: secondo alcuni deriva dalla leggenda della Veronica, la donna che
pulì il volto di Cristo con un fazzoletto prima della crocifissione, alludendo alle venature più scure nella corolla presto
caduca di alcune specie o al fatto che molte specie fioriscono precocemente, durante la settimana santa, altri invece
pensano che sia legato a legato a Santa Veronica da Binasco (1445-1497); il nome specifico significa 'con foglie di
Acinos
' (un genere della famiglia delle Lamiacee). Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-
maggio.
Veronica anagallis-aquatica L. subsp. anagallis-aquatica
- La veronica acquatica è una specie a distribuzione
originariamente eurosiberiana divenuta oggi subcosmopolita, presente in tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana
di Roma la specie è comune e diffusa lungo i corsi d'acqua e le pozze di tutto il territorio. Cresce nei canneti, lungo i
fossi, ai margini di paludi e stagni, su suoli fangosi poveri in calcio, dal livello del mare alla fascia montana inferiore.
Un tempo i getti giovani venivano mangiati in insalata, da cui il vecchio nome locale di 'crescione'. Il nome generico è
di etimologia molto incerta: secondo alcuni deriva dalla leggenda della Veronica, la donna che pulì il volto di Cristo
con un fazzoletto prima della crocifissione, alludendo alle venature più scure nella corolla presto caduca di alcune
specie o al fatto che molte specie fioriscono precocemente, durante la settimana santa, altri invece pensano che sia
legato a legato a Santa Veronica da Binasco (1445-1497); il nome specifico deriva dal greco deriva dal greco 'ana' (di
nuovo) ed 'agallein' (dare gioia) e dal latino aqua (acqua). Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura:
giugno-ottobre.
Veronica arvensis L.
- La veronica dei campi è una pianta annua a distribuzione eurimediterranea oggi divenuta
subcosmopolita, presente in tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è comunissima ovunque.
Cresce in vegetazioni segetali o talvolta ruderali e in prati da sfalcio, su suoli argillosi subneutri, ricchi in scheletro,
composti azotati ed humus, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Il nome generico è di etimologia molto
incerta: secondo alcuni deriva dalla leggenda della Veronica, la donna che pulì il volto di Cristo con un fazzoletto prima
della crocifissione, alludendo alle venature più scure nella corolla presto caduca di alcune specie o al fatto che molte
specie fioriscono precocemente, durante la settimana santa, altri invece pensano che sia legato a legato a Santa
Veronica da Binasco (1445-1497); il nome specifico in latino significa 'dei campi arati'. Forma biologica: terofita
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