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denti fogliari di diverse specie fra cui
Acer platanoides
, oppure in riferimento al fatto che il legno di alcune
specie europee, molto compatto ed elastico, era usato per la fabbricazione di lance. L'etimologia del nome
specifico è incerta, ma sembra sia collegata, nei richiami subliminali di Linneo, allo hindi 'nigrundi', al
bengali 'nishinda' e al filippino 'lagundi', termini riferiti a specie asiatiche di
Acer
. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Ailanthus altissima
(Mill.) Swingle
- L'ailanto fu introdotto dalla Cina nel 1760 per avviare l'allevamento di
un nuovo baco da seta (il baco tradizionale era decimato da catastrofiche epidemie); l'allevamento non ebbe
successo, ma l'ailanto si diffuse a tal punto che, agli esordi dell'era industriale, incominciò a dimostrarsi
altamente aggressivo, giungendo oggi a occupare uno dei primi posti nella classifica mondiale delle specie
invasive e il primo posto nelle liste nere dei territori a clima temperato: è un pericoloso demolitore di opere
murarie e monumenti, che poco per volta sgretola per azione dell'apparato radicale. Cresce in tutta Italia
presso gli abitati, lungo le vie, sui muri, in prati abbandonati ove ritarda la ricostituzione dei boschi, al di
sotto della fascia montana. L'invasività è dovuta all'enorme numero di semi (sino a 250.000 per albero
all'anno), alla sostenuta riproduzione vegetativa per polloni e all'eliminazione della concorrenza per
allelopatia. Le foglie emanano un odore sgradevole per la presenza di formazioni ghiandolari alla base della
lamina, mentre semi e scorza sono tossici. Il nome generico, come riferisce Desfontaines, autore del genere,
deriva da un termine cinese antico che significa 'albero del cielo' o 'albero che può raggiungere il cielo',
concetto ripreso nel nome specifico. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
Arbutus unedo
L.
- Il corbezzolo è un albero-arbusto sempreverde nativo dell'Europa meridionale, delle
coste mediterranee del Nord Africa e dell'Asia occidentale. In Italia cresce spontaneo nelle regioni centro-
meridionali, dove si inserisce nel contesto della macchia mediterranea, associandosi in particolare al leccio
su substrati silicei, ma è presente anche in alcune regioni settentrionali come il Veneto, la Liguria e l'Emilia-
Romagna. Il miele di corbezzolo, piuttosto amaro, è apprezzato come curativo per le affezioni bronchiali. I
frutti, eduli, sono talora utilizzati per la preparazione di marmellate o liquori, oppure mangiati freschi, ma il
loro sapore non è molto gradevole: il nome specifico, che origina da Plinio, deriva infatti da 'unum tantum
edo' (ne mangio uno solo). Il nome del genere deriva dalla radice celtica 'ar' (aspro) e da 'butus' (cespuglio).
Forma biologica: fanerofita. Periodo di fioritura: ottobre-novembre.
Catalpa bignonioides
Walter
- L'albero dei sigari è una specie originaria delle regioni meridionali degli Stati
Uniti. Fu introdotta in Europa verso la metà del '700 a scopo ornamentale, a volte naturalizzandosi in
ambienti ruderali e lungo le strade. In Italia viene spesso coltivata, ed è anche segnalata come avventizia in
molte regioni dell'Italia centro-settentrionale e in Sardegna, dal livello del mare a 600 m circa. È spesso
utilizzata in parchi, giardini ed alberature stradali per le grandi e vistose infiorescenze, la chioma espansa e i
caratteristici lunghi frutti, da cui il nome volgare 'albero dei sigari'. Il nome generico è quello con cui gli
indiani d'America la designavano; il nome specifico allude alla somiglianza con piante del genere
Bignonia
,
a sua volta dedicato all'abate Jean-Paul Bignon (1662-1743). Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: maggio-giugno.
Cedrus atlantica
(Endl.) Carrière
- Il cedro dell'Atlante è originario dei monti dell'Atlante in Marocco,
Algeria e Tunisia; in Italia è stato introdotto nel XIX secolo e viene frequentemente coltivato nei parchi
(anche in una cultivar con foglie di color verde-azzurro); è segnalato come specie avventizia in Sicilia e
Sardegna. Il legno, il più pregiato tra quello dei cedri, è bruno, molto odoroso ed è durevole e resistente agli
agenti atmosferici. L'albero vive più di 500 anni. Il nome generico deriva dal termine greco 'kédros', che
indicava una conifera non meglio identificata; il nome specifico e quello comune (cedro dell'Atlante)
derivano dalla zona di origine, la catena dell'Atlante in Nord Africa. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Cedrus deodara
(Roxb.) G. Don
- Il cedro dell'Himalaya è una specie originaria delle catene occidentali
dell'Himalaya (Afghanistan, Pakistan, Kashmir, India nord-occidentale) dove vive tra i 1000 e i 2800 m. Fu
introdotto in Europa a scopo ornamentale nel 1822 ed è oggi ampiamente utilizzato come albero ornamentale
in grandi parchi e giardini, ma solo in aree con inverno mite. In Italia è segnalato a partire dal 1828, ed è oggi
è presente con più varietà; appare anche allo stato subspontaneo come specie avventizia in Lombardia,
Trentino-Alto Adige, Veneto e Campania. Le temperature minime dell'inverno 1985 (fino a -20 °C)
eliminarono gran parte degli esemplari dalla Pianura Padana. Nei luoghi d'origine il legno era storicamente
usato per costruire templi, idoli e oggetti sacri. La specie è abbastanza sensibile agli inquinanti atmosferici. Il
nome generico deriva dal termine greco 'kédros', che indicava una conifera non meglio identificata; il nome
specifico deriva dal sanscrito 'devad
ā
ru' o 'devodara' (albero degli dèi), in riferimento all'imponenza
dell'albero e all'utilizzo del legno. Forma biologica: fanerofita scaposa.