Scarabelli - page 39

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profumeria. Il legno, particolarmente resistente, era utilizzato sin da tempi antichi per le costruzioni navali, la
costruzione di casse e cornici nonché di porte e portoni come le prime porte della basilica di San Pietro. Il
nome del genere è quello comune presso i Romani, derivato dal greco 'kypárissos', che origina da 'kuo' (io
genero, produco germogli) e 'párisos' (simile, uguale), in riferimento all'accrescimento simmetrico della
pianta. Il nome specifico in latino significa 'sempreverde'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: febbraio-maggio.
Cydonia oblonga
Mill.
- Il melo cotogno è un albero deciduo originario dell'Asia centro-occidentale;
coltivato come albero da frutto in tutta l'area mediterranea e submediterranea. In Italia è coltivato in tutte le
regioni e appare anche allo stato subspontaneo, dal livello del mare ai 1500 m circa. Introdotto in Italia nel
periodo classico, il cotogno veniva piantato anche per segnare i confini dei campi, sia in filari che in
individui singoli. Un tempo la coltivazione in Italia era piuttosto diffusa, ma negli ultimi decenni l'interesse
economico per i frutti è diminuito notevolmente. Le varietà con frutti di forma simile a una mela sono dette
meli cotogni, quelle con frutti a forma di pera sono dette peri cotogni. I frutti, ricchi di pectine, non vengono
consumati freschi, ma si utilizzano per confetture, gelatine, mostarde e liquori. Prima della diffusione dello
zucchero raffinato, la cotognata, una marmellata semisolida ottenuta dalle cotogne, era uno dei pochi cibi
dolci facilmente disponibili. Un tempo, i frutti molto profumati, venivano utilizzati negli armadi e nei
cassetti per profumare la biancheria e gli ambienti chiusi. Il nome generico sembra derivi da Kydo, antica
città dell'isola di Creta, da dove si supponeva avesse origine la pianta, quello specifico fa riferimento alla
tipica forma oblunga dei frutti. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Diospyros kaki
L.f.
- Il genere
Diospyros
ha distribuzione prevalentemente tropicale e include molte piante
di interesse economico, soprattutto per il legno duro e compatto (ebano); il caco è originario dell'Asia
orientale (Cina nord-occidentale) e si estese per coltivazione in Corea e Giappone sin da tempi antichi. Fu
introdotto in Europa intorno alla metà dell'800. In Italia i primi impianti specializzati per la produzione di
frutti sorsero nel Salernitano dopo la prima guerra mondiale; coltivato (con numerose cultivar) sia per la
produzione di frutti che a scopo decorativo in parchi e giardini, dal livello del mare ai 600 m circa, non tende
ad inselvatichire. Il caco è uno dei più antichi alberi da frutto coltivati dall'uomo (in Cina da più di 2000
anni). È definito dai cinesi 'l'albero delle sette virtù': vive a lungo; dà ombra; permette agli uccelli di
nidificare fra i rami; non è attaccato da molti parassiti; in autunno ha foglie decorative giallo-rosse che
permangono sino ai geli; il legno è un buon combustibile; il fogliame caduto concima il terreno. Il nome
generico è dato dall'unione dei due termini greci antichi 'diós' (Dio) e 'pyrós' (frutto) e letteralmente significa
'frutto degli dei'; il nome specifico è uno dei nomi giapponesi della pianta. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
Euonymus europaeus
L.
- La fusaggine comune, o berretta da prete, è una specie a distribuzione eurasiatica
presente in tutte le regioni d'Italia. Entra nello strato arbustivo dei boschi termofili di latifoglie decidue
rarefacendosi a partire dalle faggete; l'optimum è nei mantelli e nelle siepi, su suoli argillosi piuttosto freschi,
ricchi in basi e composti azotati, al di sotto della fascia montana superiore. I semi sono tossici (evonina) ed
erano usati come drastico purgante. Nel medioevo dal legno si ottenevano fusi per filare la lana, da cui il
nome italiano; i frutti e la corteccia erano utilizzati per le proprietà emetiche, purganti e insetticide: la
polvere dei frutti seccati e macinati veniva usata per combattere i pidocchi e il decotto di frutti e corteccia era
usato contro la rogna. Il nome generico deriva dal greco 'eu' (buono) e 'onoma' (nome), cioè 'pianta con
buona fama', in senso ironico a causa della velenosità dei frutti. Forma biologica: fanerofita cespugliosa.
Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Ficus carica
L.
- Il fico è una specie originaria dell'area pontica (Turchia settentrionale, costa del Mar Nero),
con estensione a tutto il Mediterraneo, da noi di antichissima introduzione precolombiana come altre specie
legnose di interesse economico (castagno, bagolaro, noce). È presente in tutte le regioni d'Italia, spontaneo o
coltivato, dal livello del mare a 800 m circa, anche come piccolo arbusto su muri e in stazioni rupestri
soleggiate. Il frutto che chiamiamo fico è in realtà un'infiorescenza carnosa e cava (siconio) tappezzata
all'interno da piccoli fiori femminili e/o maschili privi di calice e corolla. Quelli femminili, una volta
impollinati, si trasformano nei veri frutti, cioè piccoli acheni di aspetto granulare. In natura la disseminazione
del fico è strettamente legata al ciclo vitale di un piccolo imenottero, la
Blastophaga psenes
. Certe piante
dette caprifico non producono siconi commestibili per il fatto che questi cadono apparentemente immaturi
(rimangono stopposi); in realtà si tratta di individui con funzione maschile, i loro siconi, cioè, contengono sia
fiori maschili sia fiori femminili a stilo breve, che per tale motivo non impediscono a
Blastophaga
di
raggiungerli e trasformarli in galle per la deposizione delle uova. Quindi il caprifico è unicamente donatore
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