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allungato) e significa quindi 'con frutti rigidi'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
giugno-luglio. Syn.:
Sophora japonica
L.
Tamarix gallica
L.
- La tamerice gallica è una specie a distribuzione mediterraneo-atlantica con areale
centrato sulle coste del Mediterraneo occidentale, presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle
d'Aosta, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Umbria e forse Abruzzo (avventizia nelle Marche). Cresce in greti
di torrenti, su sabbie umide subsalse, dal livello del mare agli 800 m circa. Visti i suoi habitat costieri, è una
pianta resistente alle inondazioni di acqua salmastra. Viene coltivata sia per il consolidamento dei terreni
sabbiosi sia per formare barriere frangivento in aree costiere e grazie alla ricca e vistosa fioritura viene
spesso utilizzata a scopo ornamentale. Il legno in passato era utilizzato per la fabbricazione di pipe. Può
vivere fino a 100 anni circa. Il nome generico pare provenire da quello del fiume pirenaico spagnolo Tàmaris
(o Tambro) o dai Tamarici, popolo dei Pirenei. Questi termini sono però assonanti anche con l'arabo 'tamár'
(palma) e con l'ebraico 'tamaris' (scopa), ed in effetti un tempo i ramoscelli di questa pianta venivano
impiegati come ramazza; il nome specifico deriva dal latino e allude alla sua presenza lungo le coste della
Francia (Gallia). Forma biologica: fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-
giugno.
Taxus baccata
L.
- Il tasso è un relitto dell'epoca Terziaria, ancor oggi diffuso allo stato spontaneo in tutte le
regioni d'Italia, ma solitamente raro in natura (è più frequente come pianta ornamentale in parchi e giardini);
solo in poche regioni esistono ancora boschi dominati dal tasso, per esempio in Sardegna, ove mancando il
faggio il tasso si associava con l'agrifoglio nelle foreste montane più umide. Tutta la pianta, compresi i semi,
è molto velenosa (salvo l'arillo carnoso che circonda il seme che ha sapore dolce ed è commestibile) per la
presenza dell'alcaloide tassina; da qui il nome volgare 'albero della morte'. È un albero molto apprezzato dal
punto di vista ornamentale, anche per la costruzione di siepi, poiché sopporta bene le potature e resiste
all'inquinamento. Ha legno duro, pesante e omogeneo e può vivere fino a 2000 anni. Il nome generico deriva
dal greco 'taxos', con significato di arco, per il fatto che il legno si prestava alla fabbricazione di archi; il
nome specifico si riferisce agli arilli rossi simili a bacche. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: aprile-maggio.
Tilia platyphyllos
Scop. s.l.
- Il tiglio nostrano è un albero deciduo a distribuzione sudeuropeo-subatlantica
presente allo stato spontaneo in tutte le regioni d'Italia salvo che in Sardegna. Cresce in boschi freschi di
latifoglie decidue su suoli argillosi profondi, piuttosto ricchi in basi e composti azotati, dal livello del mare
alla fascia montana. I fiori e le brattee sono usati in erboristeria per la preparazione di tisane calmanti ed
emollienti Il legno è usato per lavori di falegnameria e tornitura. I Romani utilizzavano la scorza, tagliata in
strisce, seccata e successivamente macerata, per ricavarne delle fibre usate nella fabbricazione di corde,
tessuti e nella preparazione delle 'vincula tiliae', bende per fasciare le ferite. È un albero longevo che può
vivere fino a più di 1000 anni. Il nome generico, già in uso presso i Romani, deriva dal greco 'ptilon' (ala), in
riferimento alla brattea del peduncolo fruttifero che funge da ala durante la disseminazione facilitata dal
vento; il nome specifico deriva dal greco 'platys' (largo) e 'phyllon' (foglia). Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
Ulmus glabra
Huds.
- L'olmo glabro è un albero deciduo a distribuzione europeo-caucasica presente in tutte
le regioni d'Italia salvo che in Sardegna e in Basilicata. Cresce in boschi mesofili misti di latifoglie decidue,
su suoli limoso-argillosi piuttosto ricchi in humus e composti azotati, da neutri a subacidi, dal livello del
mare alla fascia montana. Negli ultimi decenni gli olmi nostrani sono stati colpiti dalla grafiosi, causata dal
fungo ascomicete
Ceratocystis ulmi
; il micelio, veicolato da coleotteri Scolitidi che scavano gallerie tra il
legno e la corteccia, provoca la chiusura dei vasi conduttori e quindi l'essiccazione della pianta. Il legno
resiste bene all'acqua ed è facile da lavorare, pertanto è molto utilizzato nella costruzione di mobili, di porte e
nella produzione di compensato; è però di qualità inferiore rispetto a quello di
U. minor
. Il nome generico era
già in uso presso i Romani, quello specifico si riferisce non alle foglie (che sono pelose) ma alla scorza che
rimane per molti anni liscia. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
Ulmus minor
Mill. subsp.
minor
- L'olmo comune è un albero dell'Europa meridionale presente, con due
sottospecie, in tutte le regioni d'Italia. Cresce in boschi di latifoglie decidue e nelle siepi, su suoli argillosi,
ricchi in basi e in composti azotati, da freschi a periodicamente sommersi, dal livello del mare alla fascia
montana inferiore. Tende a ibridarsi facilmente con l'olmo montano. Il legno, di colore bruno, è molto
robusto, duro e resistente a trazione e compressione; viene utilizzato per articoli sportivi, sedie, pavimenti
ecc ed è anche molto resistente alla prolungata immersione in acqua. In passato la scorza, ricca di tannini e
sostanze coloranti, veniva usata per tingere di giallo le lane e le conce speciali. Negli ultimi decenni gli olmi