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B. Mc Mahon, vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo; il nome specifico deriva dal latino 'acrifolium',
parola composta da 'acer' (acuto) e 'folium' (foglia), in riferimento alle foglioline con margine spinoso,
vagamente simili alle foglie dell'agrifoglio. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura:
aprile-maggio.
Malus sylvestris
(L.) Mill.
- Il melo selvatico è un albero dell'Europa centro-meridionale presente in tutte le
regioni d'Italia salvo forse che in Valle d'Aosta. Cresce in boschi e arbusteti, al di sotto della fascia montana
superiore e al di sopra della fascia mediterranea. Secondo alcuni autori non merita di essere distinto dal melo
coltivato, di cui rappresenta soltanto una forma inselvatichita. Il nome generico era già utilizzato dai Romani;
il nome specifico, dal latino 'sylva' (selva), si riferisce all'habitat boschivo. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Morus alba
L.
- Il gelso bianco, originario dell'Asia orientale, fu introdotto in Europa nel XII secolo per
l'allevamento del baco da seta, che lo preferisce al gelso nero (la presenza in Italia è documentata dal 1434).
Oggi è presente in quasi tutte le regioni d'Italia. Cresce in filari piantati dall'uomo ai margini degli abitati. I
frutti sono commestibili, anche se quasi mai appaiono sul mercato per la difficile conservazione. Il nome
generico è quello utilizzato dagli antichi Romani per il gelso nero, pianta da loro già conosciuta perché
originaria dell'Asia Minore; deriva a sua volta dal greco antico 'meros' (parte), in riferimento
all'infruttescenza formata da tanti piccoli frutti con involucro carnoso; il nome specifico deriva dal latino
'albus' (bianco) e si riferisce sempre ai frutti ma questa volta al loro colore prevalente (esistono anche forme
a frutti rosa o violetti, che possono generare confusione col gelso nero). Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Olea europaea
L.
- L'olivo è l'albero mediterraneo per eccellenza; originario delle regioni mediterranee e
dell'Asia minore, è stato utilizzato e diffuso fin dall'antichità per l'estrazione dell'olio e per l'impiego diretto
dei frutti nell'alimentazione. In Italia è spontaneo o coltivato in tutta l'area mediterranea, dal livello del mare
ai 900 m circa. L'olivo coltivato ha portamento arboreo, ed è derivato dall'oleastro, la forma spontanea, che si
distingue per i rami giovani duri e spinescenti, i frutti più piccoli, le foglie più piccole e ovali ed il
portamento arbustivo. Il legno dell'olivo è molto pregiato, durissimo, a grana forte, di colore giallo-bruno, si
presta per lavori al tornio e d'incisione. L'olivo è anche una bellissima pianta ornamentale il cui utilizzo come
tale si è diffuso negli ultimi anni in gran parte della Pianura Padana, favorito dalla concomitanza di inverni
abbastanza miti. Il nome generico è quello utilizzato dai Romani, e deriva dal greco 'elaia'; il nome specifico
fa riferimento all'areale tipicamente mediterraneo. Forma biologica: fanerofita cespugliosa/fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Ostrya carpinifolia
Scop.
- Il carpino nero è un albero deciduo a distribuzione submediterraneo-pontica
presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta. Cresce in boschi e boscaglie di latifoglie
decidue, su suoli ben drenati, sia calcarei che marnoso-arenacei, da molto primitivi e ricchi in scheletro a
piuttosto evoluti, come negli aspetti più freschi delle boscaglie, dal livello del mare alla fascia montana
inferiore, con optimum nella fascia submediterranea. Il maggior impiego era quello come combustibile, sia
come legna da ardere che per la produzione di carbone; per questo veniva governato a ceduo da cui si
ottenevano anche pali per sostenere le viti. Il legname, pur essendo poco durevole, era apprezzato per
l'elasticità e la fibratura e usato per la costruzione di attrezzi o pezzi di macchinari soggetti a sforzo. Un uso
particolare era la produzione di bottoni. Con la corteccia si tingevano i tessuti stabilmente in varie tonalità di
arancione, rosso e rosa. In alcune regioni italiane le foglie sono ancor oggi impiegate per l'alimentazione del
bestiame. Il nome generico in greco significa 'ostrica', per la forma a valva delle brattee che racchiudono i
semi, quello specifico si riferisce alla forte somiglianza delle foglie con quelle del carpino bianco. Forma
biologica: fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Paliurus spina-christi
Mill.
- La spina di Cristo è un arbusto mediterraneo a gravitazione orientale-pontica
(cioè con distribuzione estesa alle regioni circostanti il Mar Nero), presente in tutte le regioni d'Italia salvo
che in Valle d'Aosta. Cresce su pendii aridi, nei cespuglieti, in boscaglie aperte e nei mantelli di boschi e
siepi termofili, su suoli sia calcarei sia marnoso-arenacei ma ricchi in basi, aridi d'estate, poveri in humus e
composti azotati, dal livello del mare a 500 m circa. I frutti tostati e macinati venivano usati come surrogato
del caffè; in infuso hanno forti proprietà diuretiche. Il nome generico, dal greco 'pálin' (di nuovo) e 'úron'
(urina) si riferisce proprio alle proprietà diuretiche della pianta; il nome specifico allude alla credenza che la
corona di spine di Cristo fosse stata costruita con i rami spinosi di questa pianta. Forma biologica: fanerofita
cespugliosa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.