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Cedrus libani
A. Rich.
- Il cedro del Libano è originario dell'Anatolia meridionale, della Siria e del Libano;
in Europa è stato introdotto nel XVII secolo a scopo ornamentale e per l'utilizzo del legname; in Italia è
segnalato a partire dal 1822. Si tratta di un albero di grandi dimensioni, adatto a parchi grandi e spaziosi che
ne consentano lo sviluppo soprattutto in larghezza. Il legno è aromatico, tenero e di facile lavorazione; nei
luoghi di origine è utilizzato da secoli per costruire grandi travi, spesso riccamente intagliate e decorate, per
falegnameria, armature e carpenteria edile in genere; i mobili costruiti con questo legno aromatico
mantengono lontane le tarme. Dal legno si può estrarre un olio essenziale usato in profumeria. Forma
biologica: fanerofita scaposa.
Celtis australis
L. subsp.
australis
- Il bagolaro è un albero deciduo dell'Europa centro-meridionale diffuso
anche in Asia occidentale e Africa settentrionale, di antica introduzione ai limiti settentrionali dell'areale e
oggi coltivato un po' ovunque nei viali e nel verde urbano, ma presente in tutta Italia anche allo stato
subspontaneo in siepi e boschetti presso gli abitati, al di sotto della fascia montana. È una specie frugale che
si presta bene all'utilizzo per il rimboschimento di pendii aridi; il fogliame è un ottimo foraggio e la pianta è
mellifera. È ampiamente utilizzata nei parchi cittadini e nelle alberature stradali per la rusticità, la resistenza
all'inquinamento e la longevità, anche se il forte e superficiale apparato radicale tende a rompere i
marciapiedi e il manto stradale. Il legno, chiaro, molto resistente ed elastico, è impiegato in falegnameria, per
lavori al tornio ed è un ottimo combustibile. In alcune aree del Mediterraneo con i noccioli delle drupe si
costruivano rosari, da cui il nome locale di 'albero dei rosari'; altro nome con cui è noto è 'spaccasassi',
perché ha un apparato radicale molto forte che gli permette di radicare anche in terreni particolarmente
sassosi. I frutti maturi sono commestibili. Il nome generico era quello di un albero presso i Greci antichi,
quello specifico in latino significa 'meridionale'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
aprile-maggio.
Cercis siliquastrum
L. subsp.
siliquastrum
- L'albero di Giuda, originario del Mediterraneo orientale, è
presente, allo stato spontaneo o come pianta avventizia, in tutte le regioni d'Italia (salvo che in Valle d'Aosta
e Liguria, segnalato erroneamente in Piemonte). Viene spesso coltivato in parchi e giardini con una certa
tendenza a inselvatichirsi e grazie alla sua frugalità può essere impiegato come pianta pioniera nei
rimboschimenti. Allo stato subspontaneo cresce presso le aree urbane in siepi e boschetti disturbati, su suoli
di solito calcarei, ricchi in scheletro e aridi d'estate, dal livello del mare a 800 m circa. La pianta presenta il
fenomeno della 'caulifloria', frequente negli alberi tropicali ma rarissimo in quelli della nostra flora, con fiori
e frutti che originano direttamente dal tronco e dai rami. Il nome del genere deriva dal greco antico 'kerkis'
(navicella), in riferimento alla forma del frutto; anche il nome specifico, che deriva dal latino 'siliqua', si
riferisce alla forma allungata del legume. Il nome comune è 'albero di Giuda'; tale nome è probabilmente una
storpiatura di 'albero della Giudea' (regione in cui era molto diffuso); secondo la tradizione popolare, Giuda
si sarebbe impiccato su quest'albero. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
Chimonanthus praecox
(L.) Link
- Il calicanto invernale è un arbusto originario del Giappone e della Cina,
dove è tipico di ambienti montani, introdotto in Europa come pianta ornamentale per la fioritura molto
precoce con fiori profumatissimi. Predilige esposizioni in pieno sole e terreni silicei ben drenati. Molte parti
della pianta contengono olii essenziali. In Cina i fiori sono utilizzati come rimedi tradizionali per curare
morbillo, tosse, tonsillite e faringite. I semi sono velenosi se ingeriti. Il nome generico deriva dal greco
'cheimón' (inverno) e 'anthos' (fiore), in riferimento alla fioritura invernale; il nome specifico allude
anch'esso all fioritura precoce. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: gennaio-marzo.
Cornus mas
L.
- Il corniolo comune è una specie a distribuzione pontico-mediterranea-orientale presente in
tutte le regioni dell'Italia continentale. Cresce in boschi termofili aperti a carpino nero e roverella, nei loro
mantelli e nelle siepi, su suoli non molto profondi, sia calcarei che arenacei, con optimum nella fascia
submediterranea. La precoce fioritura gialla spicca nella vegetazione in abito ancora invernale. È una pianta
molto resistente sia a parassiti che a malattie; i frutti possono essere consumati freschi oppure utilizzati nella
preparazione di marmellate; il legno, molto duro, si presta alla costruzione di piccoli utensili come pestelli da
mortaio, ingranaggi dei mulini, etc.; gli antichi Romani lo impiegavano per la fabbricazione delle aste dei
giavellotti. Il nome generico deriva dalla radice indoeuropea 'kar' (duro), da cui anche il latino 'cornus'
(corno), e allude alla durezza del legno; il nome specifico, che in latino significa 'maschile', quindi 'forte',
'robusto', fu usato per contrapporlo a
Cornus sanguinea
, chiamato da Plinio 'Cornus femina'. Forma
biologica: fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-aprile.
Corylus avellana
L.
- Il nocciolo è un arbusto deciduo a distribuzione europea con tendenza subatlantico-
submediterranea, presente in tutte le regioni d'Italia. Cresce nelle radure e nei mantelli di boschi di latifoglie