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lungo i corsi d'acqua di bassa quota. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: febbraio-marzo.
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Foglie penninervie
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Foglie a base troncata. Fiori con petali. Frutto carnoso
Sorbus torminalis (L.) Crantz
Specie sudeuropea presente in tutta Italia salvo che in Valle d'Aosta con
optimum nella fascia submediterranea. Cresce in boschi di latifoglie
decidue piuttosto maturi, su suoli limoso-argillosi, da neutri a subacidi,
umiferi, con
Cornus sanguinea
,
Fraxinus ornus
,
Quercus petraea
etc. Il
nome generico, già in uso presso i Romani, potrebbe derivare da due
termini celtici che significano 'aspro' e 'mela'. I frutti sono commestibili
soprattutto dopo le gelate ed erano usati già dai Romani contro i disturbi
intestinali, da cui il nome specifico ('tormina' = mal di pancia). Diffusa
soprattutto alle quote inferiori del Parco. Forma biologica: fanerofita
cespitosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio. Sinonimi:
Crataegus
torminalis
L.,
Pyrus torminalis
Ehrh.
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Foglie a base non troncata. Fiori senza petali. Frutto secco
(ghianda)
67
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Foglie coriacee, semi-sempreverdi
Quercus crenata Lam.
Da alcuni autori considerata l'ibrido naturale fra il cerro e la sughera,
questa quercia si presenta però anche in aree in cui la sughera non è
presente: è infatti diffusa in tutta Italia salvo che in Valle d'Aosta, Friuli
Venezia Giulia e Sardegna, con optimum nella fascia submediterranea.
Cresce in querceti e boschi misti xerofili. Il nome generico, già in uso
presso gli antichi, è di etimologia incerta. Rara, cresce in poche stazioni
all'interno del Parco. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: maggio. Sinonimi:
Quercus fontanesii
Guss.,
Quercus
pseudosuber
Santi
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Foglie più tenui, caduche
68
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Ghiande con cupula ricoperta da escrescenze allungate. Legno rossastro, negli
esemplari maturi visibile tra le screpolature della scorza
Quercus cerris L.
Il cerro, diffuso dall'Europa sudorientale all'Asia occidentale, è presente
in tutta Italia salvo che in Valle d'Aosta e Sardegna, con optimum nella
fascia submediterranea, ma più comune sui rilievi dell'Italia peninsulare.
Cresce nei boschi maturi di latifoglie decidue, su suoli limoso-argillosi da
neutri a subacidi, umiferi, freschi ma subaridi d'estate, con
Carpinus
betulus
,
Quercus petraea
, etc. Il nome generico e quello specifico, già in
uso presso gli antichi, sono di etimologia incerta. Non ha ampi impieghi
ad eccezione dell'uso come legname da ardere; il legno è usato per
traversine ferroviarie, doghe per botti e raggi per ruote; le ghiande hanno
un elevato contenuto in tannini che le rendono amare, e quindi non
appetibili per il bestiame. Diffusa soprattutto alle quote inferiori del
Parco. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-
maggio.
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Ghiande con cupula a squame appressate. Legno non
rossastro
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Foglie (almeno quelle più giovani) pelose sulla faccia inferiore. Rami giovani pelosi
Quercus pubescens Willd. subsp. pubescens
La roverella è un albero sudeuropeo presente in tutta Italia con optimum
nella fascia submediterranea. Cresce nei boschi termofili di latifoglie
decidue, sia su calcare che su arenarie ricche in basi, su suoli argillosi
neutro-basici, subaridi d'estate, con
Cornus mas
,
Fraxinus ornus
,
Ostrya
carpinifolia
etc. Il nome generico, già in uso presso gli antichi, è di
etimologia incerta, quello specifico allude alla pelosità delle foglie. Il
legno, grazie alla sua durevolezza, trova impiego nella costruzione di
traversine ferroviarie; in passato veniva usato per travature, costruzioni