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4-6 cm. Foglie di solito più lunghe di 8 cm. Petali di solito 5
Euonymus latifolius (L.) Mill.
Specie sudeuropea presente in tutta l'Italia continentale salvo che in Valle
d'Aosta e Calabria al di sotto della fascia montana superiore, con
optimum nella fascia submediterranea. Cresce in boschi termofili di forra
con tigli, su suoli argillosi calcarei, freschi, profondi, ricchi in composti
azotati. Il nome generico deriva dal greco 'eu' (buono) e 'onoma' (nome),
cioè pianta con buona fama, in senso ironico a causa della velenosità dei
frutti per il bestiame e per l'uomo. Localizzata nel Parco. Forma
biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
Sinonimo:
Evonymus latifolius
Miller
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Fiori a simmetria bilaterale. Fiori e frutti disposti a coppie all'ascella delle foglie
Lonicera xylosteum L.
Specie europeo-asiatica occidentale presente in tutta Italia salvo che in
Sardegna (da tempo non ritrovata in Campania e Calabria), con optimum
nella fascia montana inferiore. Cresce in faggete termofile e boschi misti
aperti, su substrati prevalentemente calcarei. Il nome generico è dedicato
al medico e botanico tedesco A. Lonitzer-Lonicerus (1528-1585); il nome
specifico in greco significa 'legno duro come l'osso', ed in effetti un tempo
il legno era ricercato per la costruzione di pipe e calci di fucile. Le bacche
sono probabilmente tossiche. Localizzata nel Parco. Forma biologica:
fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Fiori a simmetria raggiata. Fiori e frutti non disposti a
coppie all'ascella delle foglie
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Foglie a base più o meno cuoriforme. Frutto secco
Syringa vulgaris L.
Il lillà è originario dell'Europa sudorientale e fu introdotto in coltura dal
XVI secolo a scopo ornamentale; è presente come specie avventizia in
quasi tutta Italia, salvo che in Valle d'Aosta, Campania, Puglia, Calabria e
Sardegna, dal livello del mare agli 800 m circa. Ha tendenza ad
inselvatichirsi in siepi e boschetti presso gli abitati, su suoli argillosi
abbastanza profondi e ricchi in basi. Il nome generico in greco significa
'flauto' e potrebbe derivare dall'uso dei rami per produrre flauti; il nome
specifico deriva dal latino 'vúlgus' (volgo) e significa 'comune', 'diffuso',
'frequente'. Nel Parco è coltivato presso gli abitati. Forma biologica:
fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie a base non cuoriforme. Frutto carnoso
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Fiori gialli, formantisi prima delle foglie. Frutto rosso, ovale
Cornus mas L.
Il corniolo è una specie pontico-mediterranea-orientale presente in tutta
l'Italia continentale con optimum nella fascia submediterranea. Cresce nei
boschi termofili a carpino nero e roverella, nei loro mantelli e nelle siepi,
su suoli non molto profondi, sia calcarei che arenacei, con altre specie di
mantello come
Ligustrum vulgare
,
Rosa canina
,
Euonymus europaeus
,
etc. Il nome generico deriva dalla radice indoeuropea 'kar' (duro), da cui
anche il latino 'cornus' (corno), ed allude alla durezza del legno; il nome
specifico, che in latino significa 'maschile', quindi 'forte', 'robusto', fu
usato per contrapporlo al
Cornus sanguinea
, chiamato da Plinio 'Cornus
femina'. La precoce fioritura gialla spicca nella vegetazione in abito
ancora invernale. I frutti possono essere consumati freschi oppure
utilizzati nella preparazione di marmellate. Il legno, assai duro, è ricercato
per la costruzione di piccoli utensili come pestelli da mortaio, ingranaggi
dei mulini, etc.; gli antichi Romani lo impiegavano per la fabbricazione
delle aste dei giavellotti. Diffusa in tutta l'area del Parco. Forma
biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: febbraio-aprile.
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Fiori bianchi, formantisi dopo le foglie. Frutto scuro,
sferico
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