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Abelia
sp.
Il genere
Abelia
comprende 20-30 specie originarie dell'Asia sudorientale
e dell'America Centrale. Si tratta di piante che da noi hanno uso
esclusivamente ornamentale, coltivate in parchi e giardini; ne esistono
numerosissimi ibridi e cultivar: uno dei più frequenti è
Abelia x
grandiflora
, che deriva dall'ibridazione di
A. chinensis
ed
A. uniflora
,
entrambe di origine cinese. Il nome generico è dedicato a Clark Abel
(1780-1826), medico in India ed ambasciatore inglese in Cina, che
intendeva introdurla per primo in Europa; le sue piante però andarono
perdute in un naufragio, e la specie venne introdotta per la prima volta in
Inghilterra nel 1844. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di
fioritura: dipende dalla specie, ma molte cultivar fioriscono quasi tutto
l'anno.
Abies cephalonica
Loudon
L'abete di Cefalonia è originario della Grecia e dalle Isole Ionie ove
cresce in ambienti simili a quelli occupati dall'abete bianco, ma a
differenza di quest'ultimo tollera climi più aridi e secchi. Nelle zone
d'origine forma sia boschi misti con castagni e querce, sia boschi puri in
aree montagnose, con optimum su terreni calcarei. Attualmente in Italia è
usato a scopo prevalentemente ornamentale in parchi e giardini, come a
Villa Torlonia dove esiste un esemplare piuttosto giovane, mentre in
passato è stato purtroppo ampiamente utilizzato anche per i
rimboschimenti, dato che attecchisce bene anche in zone aride in
alternativa al pino nero. Il nome generico era già in uso presso i Romani
e forse deriva dal greco 'abios' (longevo); il nome specifico allude a
Cefalonia, un'isola greca in cui è presente l'albero. Forma biologica:
fanerofita scaposa.
Acacia melanoxylon
R. Br.
L'acacia a legno nero è una specie originaria dell'Australia, caratterizzata
dalla presenza di vere foglie pennate che presto vengono sostituite da
modificazioni del fusto (dette 'fillodi') simili a foglie semplici. Tollera la
siccità, la salsedine e il vento ed è resistente allo smog, per cui è stata
introdotta in molti paesi per piantagioni forestali e come albero
ornamentale. È ora presente in Africa, Asia, Europa, Sud America e Stati
Uniti, divenendo a volte infestante, come in Sud Africa, nelle Isole
Azzorre e in California. Da noi viene spesso coltivata a scopo
ornamentale in parchi e giardini, soprattutto nell'Italia mediterranea. Gli
indigeni australiani ottengono dalla pianta una sostanza analgesica; il
legno, simile a quello del noce, è facilmente modellabile al vapore e si
presta alla costruzione di mobili, strumenti musicali (in particolare
chitarre, tamburi, ukulele hawaiano, archi di violino e tubi di organo), barche e barilotti di legno. La corteccia ha un
contenuto di tannino di circa il 20% ed è a volte usata dagli aborigeni per avvelenare il pesce. Il nome generico deriva
da una parola greca che significa 'spina' (che molte specie di acacie possiedono), il nome specifico deriva dal greco e
significa 'a legno nero'. Forma biologica: fanerofita scaposa/ fanerofita cespugliosa.
Acer negundo
L.
L'acero negundo, originario dal settore orientale del Nordamerica, fu
importato in Europa alla fine del '600 e segnalato per la prima volta in
Italia nel 1780. È un albero a rapido accrescimento che vive fino a circa
150 anni e viene spesso coltivato a scopo ornamentale, in diverse
cultivar, alcune a foglie variegate. Spesso compare allo stato spontaneo,
comportandosi come una pericolosa specie aliena invasiva avvantaggiata
dal possedere frutti alati che il vento disperde con grande facilità; mostra
una decisa tendenza a insediarsi in ambienti abbandonati e umidi.
Modifica sensibilmente il paesaggio naturale e riduce la biodiversità delle
cenosi boschive, soprattutto in ambienti ripariali; ha esigenze ecologiche
simili a quelle di diverse latifoglie autoctone dei suoli alluvionali freschi,
dove cresce velocemente e fruttifica in abbondanza. È una specie inclusa
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