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Cocculus laurifolius
DC.
Il coccolus, o lauro trinervio, è un piccolo albero-cespuglio originario del
Giappone e della Cina (regione Himalayana), da noi introdotto nel '700 e
oggi coltivato a scopo ornamentale, soprattutto nelle regioni centro-
meridionali, a causa del fogliame sempreverde. Coltivat
o
spesso sotto
forma di cespuglio sopporta bene le potature, se lasciat
o
crescere assume
la forma di un piccolo albero che può raggiungere i 5-8 m. Per poter
fruttificare ha bisogno di essere presente con individui dei due sessi.
Particolarmente adatto ai climi miti, sopporta poco le gelate; a Roma si
conquistò subito il favore di architetti e paesaggisti come Giuseppe
Valadier (1762-1839) e fu introdotto in diversi parchi e ville storiche
come Villa Torlonia, Villa Borghese e Villa Celimontana. Nei paesi
d'origine alla pianta si attribuiscono diverse proprietà medicinali. Il nome
generico deriva dal greco 'kókkos' (bacca, chicco) (in latino 'coccus'), in riferimento alla forma globosa dei frutti; il
nome specifico significa 'con foglie simili a quelle dell'alloro'. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di
fioritura: marzo-agosto.
Cornus sanguinea
L. s.l.
Il corniolo sanguinello è una specie a distribuzione estesa dall'Europa
meridionale al Mar Nero, presente, con tre sottospecie, in tutte le regioni
d'Italia. Cresce nei boschi termofili a carpino nero e roverella, nei loro
mantelli e nelle siepi dal livello del mare alla fascia montana inferiore,
con optimum al di sopra della fascia mediterranea. In passato i semi
macinati fornivano un olio combustibile per le lampade, dalla corteccia si
estraeva una tintura brunastra per tingere tessuti. Il nome generico deriva
dalla radice indoeuropea 'kar' (duro), da cui anche il latino 'cornus'
(corno), e allude alla durezza del legno; il nome specifico allude al colore
rossastro dei giovani rami e delle foglie in autunno. Forma biologica:
fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: (aprile) maggio-giugno.
Corylus avellana
L.
Il nocciolo è un arbusto deciduo europeo con tendenza subatlantico-
submediterranea presente in tutte le regioni d'Italia. Cresce nelle radure e
nei mantelli di boschi di latifoglie decidue, su suoli limoso-argillosi
profondi, freschi, umiferi, ricchi in basi e composti azotati, dalla fascia
submediterranea a quella montana. Le qualità alimentari della nocciola
sono note fin dall'antichità: sono un alimento energetico di grande valore
e una preziosa fonte di vitamine e minerali. L'industria dolciaria utilizza
la farina di nocciole per la produzione di nocciolati, torroni e pasta di
gianduia (creata quando Napoleone bloccò l'importazione delle spezie e
si verificò una penuria di cacao). L'alta capacità pollonifera ha favorito la
coltivazione del nocciolo come pianta ornamentale e da frutto. Il legno,
ottimo combustibile, è utilizzato anche per palerie. Il nome generico
deriva dal greco 'koris' (elmo), e si riferisce alla forma dell'involucro erbaceo che ricopre la nocciola; il nome
specifico deriva da Avella, un centro campano nella provincia di Avellino, noto sin dai tempi dei Romani per la
produzione di nocciole. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
Cotoneaster salicifolius
Franch.
Il genere
Cotoneaster
include numerosissime specie provenienti da
diverse aree dell'emisfero settentrionale. Molte di esse sono state soggette
ad ibridazione con la creazione di svariate cultivar oggi ampiamente
diffuse in parchi e giardini. In Italia esistono alcune specie spontanee di
Cotoneaster
, ma quelle presenti in parchi e giardini derivano da specie
quasi sempre importate in Europa per uso ornamentale. Il cotognastro
salicifoglio è una pianta originaria dell'Asia orientale (Cina occidentale).
È un arbusto molto apprezzato per uso ornamentale, grazie soprattutto al
fatto che da noi rimane verde tutto l'anno; ne esistono numerosissime
cultivar che differiscono soprattutto per il portamento. Il nome generico
deriva dal greco 'kydonéa' (cotogno) per la somiglianza delle foglie di
alcune specie con quelle del melo cotogno (molto pelose di sotto); quello
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