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Phoenix dactylifera
L.
La palma da datteri è nota sin dall'antichità tra gli Egizi, i Cartaginesi, i
Greci, i Romani e i Berberi per i frutti eduli. Il tronco, più slanciato di
quello della congenere
Phoenix canariensis
, può essere alto fino a 30 m,
ma di solito non supera i 15-20 m. A causa dell'antichità delle
coltivazioni (era già coltivata nel 4000 a.C. a Babilonia), l'areale
originario non può essere determinato con certezza ma probabilmente
comprendeva l'Africa settentrionale e forse l'Asia sudoccidentale. Oggi è
coltivata in tutto il Maghreb, in Egitto, Arabia, nel Golfo Persico, nelle
Canarie, nella zona mediterranea settentrionale e nel sud degli Stati Uniti.
In Sicilia la palma da datteri è diffusissima come pianta ornamentale (ad
esempio nei giardini di Palermo), ma non è sfruttata o coltivata a scopi
commerciali. Le cultivar più diffuse sono 'Medjool', 'Deklet noor',
'Ameri', 'Deri', 'Halawi' e 'Zahidi', 'Berhi', 'Hiann'. Tra le varietà di dattero c'è quella definita 'da amido', dalla quale si
ricava il cosiddetto 'pane del deserto', che rappresenta uno degli alimenti fondamentali dei beduini. Uno dei più
temibili parassiti di questa pianta è il coleottero
Rhynchophorus ferrugineus
, noto come punteruolo rosso delle palme.
Si tratta di un coleottero curculionide originario dell'Asia, propagatosi in Medio Oriente negli anni '80 e
successivamente a tutto il bacino del Mar Mediterraneo, rivelatosi resistente a tutti i mezzi di controllo convenzionali.
Il nome generico, gia citato da Teofrasto, significa 'fenicio' perché sarebbero stati proprio i Fenici a far conoscere
queste piante ai Greci; il nome specifico è composto da 'dactylus' (dattero, dal greco 'dactylos'), e 'fero' (io porto).
Forma biologica: fanerofita scaposa.
Phoenix reclinata
Jacq.
La palma da datteri del Senegal è endemica dell'Africa tropicale, del
Madagascar e delle Isole Comore, ove cresce dal livello del mare sino
alle foreste pluviali montane. Da noi viene a volte coltivata a scopo
ornamentale in parchi e giardini di aree a clima mite, come a Villa
Torlonia, ove è presente con un solo esemplare. I frutti sono
commestibili, così come la parte centrale del fusto. Nella provincia di
KwaZulu-Natal e nel Delta dell'Okavango, in Botswana, la linfa viene
sfruttata poco prima della fioritura per produrre il vino di palma. Le fibre
delle giovani foglie non ancora aperte vengono usate per la realizzazione
di tappeti, kilt e scope. Le radici, che contengono tannino, possono essere
utilizzate per produrre un colorante marrone; esse inoltre producono una
gomma edule. Il nome generico, gia citato da Teofrasto, significa 'fenicio'
perché sarebbero stati proprio i Fenici a far conoscere la palma da dattero ai Greci; il nome specifico allude alle foglie
fortemente ripiegate verso il basso. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Phytolacca dioica
L.
La fitolacca dioica, o cremesina arborea, è un albero sempreverde
originario della pampa del Sud America, da noi coltivato e a volte
subspontaneo nell'Italia mediterranea; a Roma è abbastanza diffuso e a
Villa Torlonia è presente con un solo esemplare. È caratterizzato da
radici nodose affioranti in prossimità del breve e tozzo tronco; la specie
è affine a molte altre specie erbacee e il tronco è costituito da un
ispessimento anomalo del fusto piuttosto che da vero legno. Per questo la
pianta cresce velocemente ma il legno è morbido e spugnoso. La pianta è
tossica: le foglie sono a volte utilizzate come purgante. Il nome generico
deriva dal greco 'phytón' (pianta) e dall'indi 'lakh' (un colorante estratto
da un insetto), alludendo alla tinta violacea del succo delle bacche; il
nome specifico si riferisce al fatto che i fiori maschili e femminili sono portati da piante diverse (pianta dioica). Forma
biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
Picea abies
(L.) H. Karst.
L'abete rosso è un albero a distribuzione eurosiberiana che in Italia è comune ed abbondante sulle Alpi, al di sopra
della fascia montana superiore ove domina la fascia oroboreale, con optimum sulle catene interne a clima più
continentale, raggiungendo allo stato spontaneo l'Appennino settentrionale. Viene spesso utilizzato come albero
ornamentale in parchi e giardini anche al di fuori del suo areale originario, come a Villa Torlonia. Dalla corteccia si
ricava tannino e dalla resina la 'Resina di Borgogna' e la 'Trementina di Strasburgo'. Il legno è di colore chiaro, poco
pesante e tenero, facilmente lavorabile e perciò largamente impiegato nella costruzione di mobilio non di pregio. Il
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