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soprattutto per il legno duro e compatto (ebano); il caco è originario
dell'Asia orientale (Cina nord-occidentale) e si estese per coltivazione in
Corea e Giappone sin da tempi antichi. Fu introdotto in Europa intorno
alla metà dell'800. In Italia i primi impianti specializzati per la
produzione di frutti sorsero nel Salernitano dopo la prima guerra
mondiale; coltivato (con numerose cultivar) sia per la produzione di frutti
che a scopo decorativo in parchi e giardini, dal livello del mare ai 600 m
circa, non tende ad inselvatichire. Il caco è uno dei più antichi alberi da
frutto coltivati dall'uomo (in Cina da più di 2000 anni). È definito dai
cinesi 'albero delle sette virtù': vive a lungo; dà ombra; permette agli
uccelli di nidificare fra i rami; non è attaccato da molti parassiti; in
autunno ha foglie decorative giallo-rosse che permangono sino ai geli; il
legno è un buon combustibile; il fogliame caduto concima il terreno. Il nome generico è dato dall'unione dei due
termini greci antichi 'diós' (Dio) e 'pyrós' (frutto) e letteralmente significa 'frutto degli dei'; il nome specifico è uno dei
nomi giapponesi della pianta. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
Eriobotrya japonica
(Thunb.) Lindl.
Il nespolo del Giappone è un albero sempreverde nativo della Cina e
ampiamente coltivato in Giappone e in altre regioni subtropicali. In Cina
si ha una notevole gamma di varietà, anche a frutto piccolo e di minore
interesse commerciale, mentre in Giappone, in epoca precedente al
contatto con l'Europa, furono selezionate diverse varietà a frutto più
grande di quelle selvatiche cinesi e a polpa più acquosa e facilmente
commestibile. Il frutto iniziò la diffusione in Europa all'inizio del 1800: il
primo esemplare fu piantato nel Giardino Botanico di Parigi nel 1784 (ai
Kew Gardens di Londra nel 1787). In Italia il nespolo del Giappone è
oggi comunemente coltivato soprattutto a scopo ornamentale e per i frutti
(in particolare nel Meridione), e segnalato come specie avventizia in
molte regioni, dal livello del mare ai 600 m circa. Rispetto ad altre piante
tropicali, ha frutti meno dolci, ma comunque apprezzati, che possono essere consumati freschi, cotti o nelle
marmellate. Il nome del genere deriva dal greco 'erion' (lana) e 'bótrys' (grappolo) in riferimento alle inf
i
orescenze
densamente pelose; il nome specifico si riferisce a una delle aree di origine, il Giappone. Forma biologica: fanerofita
scaposa (fanerofita cespugliosa). Periodo di fioritura: ottobre-febbraio.
Euonymus japonicus
L. f.
La fusaggine giapponese è un arbusto originario del Giappone, Corea e
Cina, introdotto in Europa e in Nord America come pianta ornamentale, e
sia pur raramente presente anche come avventizia inselvatichita. I semi
sono tossici (evonina). Il nome generico deriva dal greco 'eu' (buono) e
'onoma' (nome), cioè 'pianta con buona fama', in senso ironico,
considerando la velenosità di molte specie; il nome specifico indica il
Giappone, uno dei paesi in cui la pianta cresce spontanea. Forma
biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
Ficus carica
L.
Il fico è una specie originaria dell'area pontica (Turchia settentrionale,
costa del Mar Nero), con estensione a tutto il Mediterraneo, da noi di
antichissima introduzione precolombiana come altre specie legnose di
interesse economico (castagno, bagolaro, noce). È presente in tutta Italia,
spontaneo o coltivato, dal livello del mare agli 800 m, anche come
piccolo arbusto su muri e in stazioni rupestri soleggiate. Il frutto che
chiamiamo fico, lo ricordiamo, è in realtà un'infiorescenza carnosa e cava
(siconio) tappezzata all'interno da piccoli fiori femminili e/o maschili
privi di calice e corolla. Quelli femminili, una volta impollinati, si
trasformano nei veri frutti, cioè piccoli acheni di aspetto granulare. In
natura la disseminazione del fico è strettamente legata al ciclo vitale di un
piccolo imenottero, la
Blastophaga psenes
. Certe piante dette caprifico
non producono siconi commestibili per il fatto che questi cadono apparentemente immaturi (rimangono stopposi); in
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