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La fecondazione può essere esterna o interna
, e in questo caso i maschi possiedono un organo
copulatore costituito da una modifica della pinna anale oppure da una estesa papilla genitale. Le
specie a fecondazione interna possono essere ovipare o vivipare. Indipendentemente dalla modalità
di fecondazione, nelle specie ovipare
le uova
possono essere emesse nella colonna d’acqua (uova
pelagiche) dove galleggiano grazie alla presenza nel tuorlo di gocciole lipidiche, oppure essere
rilasciate adese ad un substrato (uova demerse) grazie alla presenza sul guscio (corion) di filamenti
o dischi adesivi. Nelle specie con uova demerse possono essere presenti
cure parentali
che, nella
maggior parte dei casi, sono a carico del maschio. Spesso in queste specie le uova vengono deposte
all’interno di
nidi
, costituiti da anfratti, buchi, conchiglie vuote oppure direttamente costruiti dal
maschio con alghe e altro materiale. Il maschio, dopo la deposizione delle uova da parte della
femmina, permane all’interno del nido, difendendo, sino alla schiusa, la prole da eventuali
predatori, favorendo il ricambio di acqua, e quindi l’ossigenazione, attraverso movimenti delle
pinne pettorali, e rimuovendo eventuali uova morte.
Dopo la schiusa, in quasi tutte le specie di Teleostei marini,
le larve
, di piccole dimensioni e
trasparenti, vanno incontro ad un periodo di vita pelagica più o meno prolungato, durante il quale
completano il loro sviluppo e possono disperdersi anche in areali molto ampi. In alcune specie le
uova possono essere trasportate dal genitore, come nel caso delle specie nelle quali i maschi
tengono le uova all’interno della bocca per tutto il periodo dello sviluppo. Un caso particolare è
costituito da cavallucci marini e molti pesci ago, comuni nelle acque salmastre e lagunari, nei quali
il maschio possiede una tasca incubatrice nella quale avviene lo sviluppo delle uova e, in alcuni
casi, anche un passaggio attivo di nutrienti dal maschio alla prole.
I Teleostei comprendono circa 24000 specie suddivise in 4 gruppi: Osteoglossomorpha,
Elopomorpha, Clupeomorpha, Euteleostei, che comprendono 42 ordini e 431 famiglie.
Nell’Adriatico Settentrionale sono presenti 262 specie mentre in Laguna di Venezia sono
documentate poco più di un centinaio di specie. Queste comprendono sia le specie residenti in
acque lagunari, che conducono cioè tutto il loro ciclo vitale all’interno della laguna, sia specie più
occasionali che entrano in laguna spinte da diverse esigenze (accrescersi, alimentarsi, nascondersi,
riprodursi, ecc).
Maschio e femmina di bavosa pavone nel nido;
visibili le uova
attaccate alla roccia
(Foto: Laguna Project)
Femmine di tordo grigio nel nido costruito dal
maschio (in primo piano)
con alghe e
altro materiale
(Foto: Roberto Pillon)
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