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Fiori non violetti. Frutto lineare, lungo parecchi dm
Catalpa bignonioides Walter
La catalpa è una specie originaria delle regioni meridionali e orientali
degli Stati Uniti, introdotta in Europa verso la metà del '700 a scopo
ornamentale, naturalizzandosi qua e là. In Italia viene spesso coltivata, ed
è anche segnalata come avventizia in molte regioni dell'Italia centro-
settentrionale e in Sardegna, dal livello del mare ai 600 m circa. Sui Colli
Euganei è assai rara, localizzata nella parte pianeggiante a nord-ovest. È
spesso utilizzata in parchi, giardini ed alberature stradali, per le grandi e
vistose infiorescenze, la chioma espansa e i caratteristici lunghi frutti, da
cui il nome volgare 'albero dei sigari'. Cresce subspontanea in ambienti
ruderali e lungo le strade. Oltre ad essere assai decorativa, la catalpa è una
pianta rustica, di facile coltivazione, che si adatta a substrati di varia
natura e non teme le gelate. Nei paesi d'origine il legno di catalpa viene
utilizzato per la fabbricazione di traversine ferroviarie e di mobili da
cucina. Varie parti della pianta (corteccia, frutto, semi) possiedono
proprietà
medicinali:
antispasmodiche,
cardiache,
sedative,
antielmintiche. Il nome generico deriva da quello attribuito dagli indiani
del Nordamerica ('catàuba'), mentre il nome specifico si riferisce alla sua
somiglianza con le specie appartenenti al genere
Bignonia
. Forma
biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Foglie con forte odore di rosmarino o di lavanda se
sfregate tra le dita
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Foglie senza forte odore di salvia, rosmarino o lavanda
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Foglie con odore di rosmarino. Stami sporgenti almeno con le antere
Rosmarinus officinalis L.
Il rosmarino è un tipico arbusto delle garighe mediterranee su substrati
calcarei, presente allo stato spontaneo in tutta l'Italia mediterranea e
coltivato ampiamente altrove sin da tempi antichissimi, dal livello del
mare agli 800 m circa. Sui Colli Euganei sono presenti alcune popolazioni
spontanee nella parte sud-occidentale, tra il Mottolone e la città di Este.
Viene oggi utilizzato come pianta aromatica in cucina, come pianta
ornamentale, come pianta medicinale (foglie e olio essenziale); i fiori
sono particolarmente melliferi. Da foglie e fiori si ottengono un olio
essenziale ed estratti utilizzati in profumeria e cosmesi, in liquoreria e in
farmacia. Il nome generico ha etimologia molto incerta, secondo alcuni
deriva da 'rhops' (arbusto) e 'myrinos' (aromatico), col significato
complessivo di 'arbusto aromatico'; il nome specifico deriva dal latino
'officina' (officina, farmacia) ed allude alle proprietà medicamentose della
pianta. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: aprile-
agosto (nelle Isole gennaio-dicembre).
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Foglie con odore di lavanda. Stami inclusi nel tubo corollino
Lavandula angustifolia Mill. subsp. angustifolia
La lavanda è una specie mediterranea a baricentro occidentale, in Italia
coltivata quasi ovunque ma presente allo stato spontaneo in poche
regioni, prevalentemente lungo le coste tirreniche della Penisola. Sui
Colli Euganei è presente allo stato subspontaneo nei pressi di Arquà
Petrarca. Cresce in macchie basse e garighe su substrati prevalentemente
silicei. Viene coltivata sia scopo ornamentale che per l'estrazione degli
olii essenziali ampiamente usati in profumeria. Gli antichi Greci
chiamavano questa pianta Nardo, alludendo alla città siriana di Naarda:
era una delle erbe sacre usate nel tempio di Gerusalemme (il Nardo è
menzionato più volte nella Bibbia, come ad es. nel Canto di Salomone).
Conosciuta fin dai tempi più antichi per le proprietà antisettiche,
analgesiche, battericide, vasodilatatorie, è considerata un blando sedativo.
Il nome generico allude all'antico uso per profumare i vestiti appena