89
lavati, quello specifico alle foglie strette e sottili. Forma biologica:
nanofanerofita. Periodo di fioritura: giugno-settembre.
49
Foglie bianco-pelose o grigio-argentine su almeno una
delle due facce
50
49
Foglie verdi su entrambe le facce
52
50
Margine della foglia intero
Olea europaea L.
L'olivo è l'albero mediterraneo per eccellenza; originario delle regioni
mediterranee e dell'Asia minore, è stato utilizzato e diffuso fin
dall'antichità per l'estrazione dell'olio e per l'impiego diretto dei frutti
nell'alimentazione. In Italia è spontaneo o coltivato in tutta l'area
mediterranea, dal livello del mare ai 900 m circa. Sui Colli Euganei è
ampiamente coltivato ai fini alimentari; sono presenti anche alcune
popolazioni inselvatichite nel settore centro-orientale, dove ci sono
stazioni termofile a carattere mediterraneo (gruppo del Ceva). L'olivo
coltivato ha portamento arboreo, ed è derivato dall'oleastro, la forma
spontanea, che si distingue per i rami giovani duri e spinescenti, i frutti
più piccoli, le foglie più piccole e ovali ed il portamento arbustivo. Il
legno dell'olivo è molto pregiato, durissimo, a grana forte, di colore
giallo-bruno, si presta per lavori al tornio e d'incisione. L'olivo è anche
una bellissima pianta ornamentale il cui utilizzo come tale si è diffuso
negli ultimi anni in gran parte della Pianura Padana, favorito dalla
concomitanza di inverni abbastanza miti. Il nome generico è quello
utilizzato dai Romani, e deriva dal greco 'elaia'; il nome specifico fa
riferimento all'areale tipicamente mediterraneo. Forma biologica:
fanerofita cespitosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-
giugno.
50
Margine della foglia dentato
51
51
Fiori bianchi, disposti in corimbi più larghi che lunghi. Frutto carnoso
Viburnum lantana L.
Il viborno è un arbusto dell'Europa centro-meridionale, Africa nord-
occidentale e Asia occidentale, presente in tutte le regioni dell'Italia
continentale salvo che in Puglia, Basilicata e Calabria. In tutta la regione
euganea è una specie comunemente diffusa. Cresce in boschi aperti,
arbusteti e siepi, su suoli limoso-argillosi da freschi a subaridi, ricchi in
basi e composti azotati, con optimum nella fascia submediterranea. Viene
anche coltivata a scopo ornamentale e per formare siepi miste; può vivere
30-50 anni. Quasi tutte le parti della pianta sono tossiche, inclusi i frutti.
Il nome del genere è molto antico e di etimologia incerta: potrebbe
derivare dal latino 'viere' (legare, intrecciare), con allusione alla
flessibilità dei rami di alcune specie, utilizzati un tempo per costruire
ceste, oppure da 'vovorna' (dei luoghi selvatici); il nome specifico allude
alla somiglianza delle foglie con quelle di un arbusto tropicale con lo
stesso nome. Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura:
aprile-maggio.
51
Fiori rosa (raramente bianchi) disposti in racemi più lunghi che larghi. Frutto secco
Buddleja davidii Franch.
La pianta delle farfalle è una specie di origine orientale introdotta in
Europa per scopi ornamentali, spesso transfuga in ambienti seminaturali;
presente come avventizia in Italia con ampie lacune, dal livello del mare
agli 800 m circa. Sui Colli Euganei forma delle popolazioni sporadiche;
tende a diffondersi soprattutto a partire dalle zone maggiormente
antropizzate. Cresce nei greti dei fiumi, ma anche presso ruderi e macerie
purché ombreggiate. È chiamata 'pianta delle farfalle' in quanto queste
sono particolarmente attratte dai fiori. Il genere è dedicato al botanico
inglese Adam Buddle (1662-1715); la specie è dedicata al missionario e
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